Ricciardo: «Fortissimo e umile, ho rivisto il mio Cesena»

Giovanni Ricciardo è stato il primo bomber del “nuovo Cesena”, uno dei trascinatori della squadra che ha riacceso la passione e la voglia di vincere di un popolo sfregiato da un fallimento. Proprio come il Cavalluccio, il centravanti siciliano ha appena vinto un campionato, quello di Eccellenza toscana con la maglia del Siena.

Ricciardo, oggi festeggia la squadra di Toscano, ma i primi a farlo siete stati voi a Giulianova nel 2019.

«Il Cesena nuovamente promosso è un’emozione indescrivibile. La prima cosa che faccio dopo le partite è guardare i risultati del Palermo e del Cesena e quest’anno la squadra di Toscano mi ha entusiasmato, perché non ha sbagliato nulla e ha meritato di vincere. Finalmente tornate dove meritate di stare».

Cinque anni fa il vostro gruppo trascinò la gente, ora sta succedendo praticamente la stessa cosa.

«Ho seguito attentamente il percorso del Cesena di quest’anno e rivedo il gruppo vincente della D. Noi non eravamo una squadra, ma una famiglia e anche oggi il Cesena non è solo un gruppo di compagni, ma anche di amici. Un altro punto di contatto, nel quale mi rivedo molto, è l’umiltà. Noi eravamo costruiti per vincere e dovevamo vincere e anche quest’anno la musica è più o meno la stessa. Ma nessuno si è mai sognato di sottovalutare o non rispettare l’avversario, proprio come noi. C’è ancora una fortissima mentalità vincente ed è quella che fa la differenza. Facile dire che ha speso e che ci sono giocatori forti, poi però bisogna vincere sul campo. I punti si fanno solo lì».

Del suo Cesena in D è rimasto solo Ciofi, che attendeva questo giorno da tanti anni.

«Andrea lo merita, salire in B con il Cesena era il suo sogno e finalmente lo ha potuto coronare. Mi ha sempre detto che aveva avuto opportunità di cambiare squadra in questi anni e magari di andare a giocare in B, ma lui ha sempre voluto farlo con il Cesena e sul campo. Ha avuto pazienza e ha aspettato, ora merita di debuttare in B. Con me era un under, ma aveva già una spiccata personalità. Non era facile gestire la pressione, ora lo vedo adulto, sicuro e maturo».

Due pilastri di questa squadra sono siciliani come lei. Conosce Prestia e Silvestri?

«Gigi lo conosco perché è fratello di Amedeo, mio grande amico nonché mio ex compagno al Casale. Con Prestia ci ho giocato da avversario, un osso durissimo. Insieme sono stati due muri».

Lei in Serie D ha segnato 20 gol, una quota già toccata da Cristian Shpendi. Cosa ne pensa?

«I due gemelli mi hanno impressionato. Di Stiven mi avevano conquistato la personalità e la leggerezza con cui si prendeva la squadra sulle spalle. Cristian è fenomenale. Io guardo le immagini e mi sembra che giochi senza rendersi conto di nulla. Pensavo fosse solo un rapinatore d’area, invece sa fare tutto. Segna in tutti i modi e tecnicamente è fortissimo. Lo vorrei vedere in B nel Cesena».

Le manca la gente di Cesena?

«La mia fidanzata è di Gambettola, tifosissima del Cesena e quindi gioco in casa, per fortuna. Sono innamorato della vostra terra e quando riguardo i 20 gol che segnai mi viene la pelle d’oca. Ho rivisto lo stadio Manuzzi dal vivo in questi ultimi due anni, è l’uomo in più di questa squadra. Cesena è la mia seconda casa, dopo Palermo. Io vivo di emozioni e quelle che mi avete fatto provare cinque anni fa sono impagabili e indimenticabili».

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