Per provare a diventare grande, il Cesena dovrà sigillare la porta

Sensazioni da Bari. La prima: per almeno 70 minuti, a ogni sgasata, il Cesena ha sempre dato l’idea di poter segnare in qualunque momento della partita. La seconda: per 90 minuti il Cesena ha sempre dato l’idea di non poter prendere gol in nessun momento della partita. E invece non è andata proprio così. Il Cavalluccio non solo non ha segnato, pur avendo costruito tanto soprattutto nella prima ora di gioco, ma ha addirittura incassato un altro gol balordo al minuto 80, chiudendo senza punti e di nuovo con la porta violata. Si tratta della decima volta che questo accade in 11 giornate. Troppo per una squadra che vuole provare a restare in alto il più possibile, per parafrasare le parole pronunciate da Mignani nella pancia del San Nicola domenica pomeriggio.

Gol in fotocopia

La distribuzione dei gol incassati dal Cesena in questi due mesi e mezzo è tanto singolare quanto... regolare. Solo una volta la Romagna bianconera ha sbagliato partita e ha “sbragato”, allo Stirpe di Frosinone, quando Klinsmann ha incassato 3 gol evitandone altrettanti. Quella partita si colloca proprio tra i due “blocchi” da cinque gare che, invece, sono stati praticamente identici: il Cavalluccio ha incassato 5 gol nelle prime 5 giornate di campionato e 5 gol nelle ultime 5 partite con l’unica differenza che tra agosto e settembre i bianconeri hanno sempre preso un gol a partita, mentre nel secondo scorcio ne hanno subiti per la prima volta due (contro la Reggiana) e hanno per la prima (e unica) volta tenuto chiuso la porta (a Bolzano). Restando su quanto accaduto nelle ultime 5 giornate, nell’analisi dei gol presi ci sono diverse somiglianze. Ad esempio, il gol di Bari è identico a quello che il Cesena ha subìto sul campo dello Spezia, ma a fasce invertite: al Picco fu un cross tagliente dalla fascia sinistra spezzina (di Aurelio) a tagliare fuori il braccetto “di parte” (Ciofi) e il centrale (Zaro) e a permettere a una delle punte avversarie (Lapadula) di bruciare l’altro braccetto (Mangraviti, in ritardo) e di battere Klinsmann. Al San Nicola è successa la stessa cosa: cross velenoso da destra, Mangraviti e Zaro tagliati fuori e centravanti avversario (Gytkjaer) che colpisce indisturbato alle spalle di un Ciofi andato... fuori strada. Ma anche gli altri tre gol al passivo hanno un filo conduttore che li accomuna, perché lo sviluppo è stato abbastanza simile: veloci triangolazioni a stanare Zaro contro la Reggiana o a infilare centralmente la mediana guidata da Castagnetti, con il pallone che si sposta sempre velocemente e trova impreparato il Cesena, sempre in ritardo di un tempo di gioco.

Paradosso

Considerando che la squadra di Mignani non ha tanti gol nei piedi, anche se le occasioni per segnare non mancano mai, una buona idea potrebbe essere quella di prendere spunto dalle prime tre della classifica, cioè dalle squadre che al momento stanno davanti al Cesena: Modena (6), Monza (7) e Frosinone (9) hanno incassato molti meno gol del Cavalluccio e lo stesso dicasi per chi sta subito sotto, come Palermo (8) e Venezia (11). Queste cinque formazioni, curiosamente, vantano anche lo stesso numero di clean sheet: tutte hanno mantenuto la porta chiusa in cinque partite. Il Cesena, invece, ha finito solo a Bolzano con la porta inviolata e alle proprie spalle ha appena due squadre, Sudtirol ed Empoli, che hanno incassato almeno un gol in tutte le partite disputate.

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