La nuova vita di Tortori, primo match-winner del Cesena Fc: “Ora lavoro nella Polizia Locale di Rimini”


Avezzano, 16 settembre 2018. Allo Stadio dei Marsi, esattamente 7 anni fa, il Cesena Fc disputava la prima partita di campionato della propria storia, accompagnato da 700 tifosi che negli oltre 100 minuti di partita non si annoiarono per una lunga serie di motivi: il gol in apertura di Ricciardo, il pareggio nella ripresa di Menna, il tentativo di invasione dei tifosi di casa, che fecero saltare i lucchetti dei cancelli in curva, gli scontri a fine partita e tanto altro ancora. Ma il momento emotivamente più bello arrivò proprio sui titoli di coda di una partita vibrante e ormai incanalata verso l’1-1, quando il debuttante Loris Tortori si presentò al limite dell’area e infilò nell’angolino la palla della vittoria in pieno recupero.
Oggi, a distanza di 84 mesi, il primo uomo-partita della storia del Cesena post fallimento vive ancora in Romagna, ma ha cambiato lavoro: da trequartista con il vizio del gol, il 36enne romano è diventato un poliziotto. «Da 5 anni abito con la mia famiglia a Riccione e, dalla scorsa estate, sono entrato in Polizia Locale a Rimini cambiando completamente vita».
Tortori, cominciamo dal passato. Se chiude gli occhi e torna a 7 anni fa, cosa le viene in mente?
«Una delle partite più incredibili e divertenti della mia carriera e naturalmente un gol che è entrato nella storia del Cesena e che ancora oggi ricordo volentieri. Ad Avezzano è cominciata la nostra indimenticabile avventura e sono contento di aver partecipato a questa ripartenza e alla scalata di un club che ha fatto la storia del calcio italiano. L’inizio fa parte del cammino, noi abbiamo scritto il primo capitolo, poi ci hanno pensato gli altri a portare il Cesena ancora più in alto, fino alla Serie B».
Dopo quella stagione, è più tornato al Manuzzi?
«No, però Cesena e la Romagna sono rimaste nel cuore della mia famiglia, tant’è che 5 anni fa abbiamo scelto di comprare casa proprio qua e di fermarci a vivere in una terra che ci ha sempre accolto nel miglior modo possibile. Volevamo abitare a due passi dal mare e, visto che conoscevamo bene Riccione, abbiamo fatto un investimento lì. Diciamo che Cesena è stata la scintilla, sia dentro che fuori dal campo. Mia moglie ed io avevamo sempre vissuto la Romagna solo da turisti, ora la prospettiva è cambiata».
Con il calcio ha smesso?
«Non proprio. Dopo l’indimenticabile stagione trascorsa a Cesena sono andato a Foggia e ho vinto un altro campionato di Serie D, poi è arrivata la proposta del Forlì e da quel momento abbiamo pensato di fermarci in Romagna. Successivamente ho giocato solo in zona: prima a Fano e poi nel campionato di San Marino con la maglia della Virtus. Purtroppo, per motivi di lavoro, in estate non ho potuto giocare i preliminari di Conference League. Avrei un altro anno con la Virtus, ma quasi sicuramente non giocherò più, anche se si tratterebbe solo di un impegno serale, come un hobby».
Nel frattempo si è trovato un nuovo lavoro. Come è nata questa idea di diventare un poliziotto?
«Indipendentemente dal calcio, credo fosse giusto guardare avanti e cercare una soluzione lavorativa stabile. Quindi mi sono guardato attorno e ho fatto il concorso per entrare in Polizia Locale. Ho superato l’esame al primo tentativo e, dal luglio 2024, sono entrato nel corpo di Rimini. Non è mica vero che noi calciatori siamo tutti stupidi (sorride, ndr). Tra l’altro, da queste parti, anche Marco Arrigoni (ex difensore del Cesena e collaboratore di Angelini nella stagione 2018-2019 con Tortori, ndr) è diventato poliziotto e lo stesso hanno fatto anche i fratelli Jidayi».
Come si trova nelle vesti di poliziotto?
«E’ una bellissima esperienza. Faccio turni da 6 ore e poi stacco e raggiungo la mia famiglia. Sono sempre sulle strade e il lavoro non è particolarmente stressante, ma dinamico e divertente. Da calciatore ero abituato a muovermi tanto, quindi mi trovo molto bene e penso di aver fatto la scelta giusta”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA