L’Entella è il pane duro della B: Cesena, che la beffa sia salutare

Bentornati in B, con una settimana di ritardo. Dopo il ricco antipasto di Pescara, con un’abbuffata da 19 tiri e 3 gol, il Cesena è tornato sulla terra riassaggiando il pane duro del campionato più imprevedibile e difficile di tutti, dove di scontato non c’è mai nulla.

Fase offensiva

Se all’Adriatico, nel giorno del debutto, il Cesena si è trovato davanti una squadra modesta e impreparata dal punto di vista tattico, che ha concesso campo e spartito al Cavalluccio, sabato al Manuzzi il mondo si è capovolto: dal punto di vista tecnico la Virtus Entella ha dimostrato di non essere molto lontana dal Pescara (10 giocatori dell’undici iniziale un anno fa giocavano in C), ma tatticamente gli uomini di Chiappella sono stati magistrali nell’interpretazione, facendo una fase offensiva già... proiettata alla protezione della propria porta. In più hanno tenuto per un’ora un ritmo importante per la B e hanno abusato dell’aggressione fisica visto che hanno trovato un arbitro che per provare a dimostrare di avere personalità ha fischiato tutto contro il Cesena: alla fine 7 falli a favore dei bianconeri più il rigore scovato dal Var e 15 contro. Con un assurdo fallo da arancione non sanzionato su Berti dopo un quarto d’ora e l’ammonizione a Tiritiello al terzo fallo da giallo. Anche per questo sabato il Cesena ha tirato appena 3 volte nello specchio e, al netto del gol su rigore di Shpendi, l’unica chance a palla in movimento non è stato un tiro, ma l’incredibile liscio di Blesa a due metri dalla porta spalancata. Il Cavalluccio non ha sbagliato interpretazione, ma ha sofferto l’accortezza di un avversario che ha tolto fin da subito ossigeno. E qui è emersa la prima pecca. In gare così bloccate e “allo specchio”, chi salta l’uomo nel Cesena? Ad oggi solo Ciervo, ma di agilità e di forza, non di tecnica e infatti poi risulta impreciso al momento di effettuare l’ultimo passaggio o di andare al tiro. Davanti Shpendi si è sbattuto ma non ha mai provato ad attaccare la profondità mentre Blesa non ha mai calciato. A metà ripresa, con la partita inchiodata Mignani ci ha messo le mani, ma i primi due cambi sono stati Francesconi per Bastoni e Celia per Frabotta. Il tecnico non ha toccato l’attacco, neppure in una gara da zero tiri in porta, e questo spiega come le altre due punte, Olivieri e Diao, siano oggi ben lontane dai titolari: uno perché indietro dal punto di vista fisico e l’altro perché ancora acerbo.

Fase difensiva

Ribaltando il campo, la fase difensiva del Cesena nelle prime due giornate è stata ineccepibile. La porta di Klinsmann non è ancora rimasta chiusa, ma in 180 minuti sono state concesse appena 3 occasioni: due ad Olzer (il gol del provvisorio pareggio all’Adriatico e il colpo di testa sventato da Klinsmann a partita finita) e una a Franzoni in mischia al tramonto di sabato. Una media da migliorare per evitare di ripetere la tendenza di un anno fa, quando a inizio stagione il saldo era sempre negativo. Contro l’Entella hanno pesato i dettagli al 91’: una punizione laterale regalata e soprattutto tre tocchi consecutivi concessi alla squadra di Chiappella dentro l’area su uno spiovente leggibile sono costati due punti e una beffa nei minuti di recupero che, in casa Cesena, mancava dal 1° settembre 2024. Ma il 2-1 maturato al Picco contro lo Spezia al 100’ fu decisamente più beffardo e più doloroso.

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