John Aiello: “Progetto Cesena a lungo termine e si punta a migliorare”

Dal primo posto in classifica alla sostenibilità economica del Cesena. Dai rapporti con Mike Melby («è uno della mia famiglia») al desiderio di migliorare anno dopo anno i risultati del club. Dal contratto di Artico alle manifestazioni di interesse ricevute da investitori stranieri ma mai approfondite. Dall’errore più grande dei suoi primi 45 mesi al vertice del club ad una curva Ferrovia da provare a dividere per poter avere ulteriori duemila posti a prezzi popolari per chi tifa per il Cavalluccio. John Aiello è tornato a parlare dopo un lungo silenzio e lo ha fatto senza filtri.

Sette punti in tre partite: si aspettava una partenza così positiva da parte del Cesena?

«Io mi aspetto sempre il meglio dal Cesena perché Mignani è un allenatore che prepara sempre bene le partite e perché questo è un gruppo che tiene tanto a ciò che fa. Credo che questa partenza lanciata sia una sorpresa solo fino a un certo punto: di sicuro, noi in società siamo molto contenti. Così come i nostri tifosi».

Nell’estate 2024 c’è stata una gestione senza badare a spese, con anche il prolungamento fino al 2027 del contratto di Artico. Quest’estate, invece, è stata chiesta a Fusco una spending review: a cosa si deve questo cambio di rotta?

«Se noi guardiamo quello che è stato il primo campionato di Serie B a cui noi abbiamo preso parte ma anche ciò che si verifica nel mondo del calcio internazionale, ci rendiamo conto che spendere tanto non significa avere successo. L’anno scorso in Serie B ci sono state società che hanno speso quasi il triplo di quanto speso da noi e hanno ottenuto risultati deludenti, arrivando agli ultimi posti della classifica. Noi vogliamo e dobbiamo essere una società fiscalmente responsabile, perché la sostenibilità del club è l’aspetto più importante, e così facendo provare ad avere successo sul campo. Non è una scelta fine a se stessa, ma atta a garantire il presente e soprattutto il futuro del Cesena. Noi nella scorsa stagione abbiamo speso, fatto bene. Quest’anno l’obiettivo è fare meglio, perché cercare di migliorarsi giorno dopo giorno, anno dopo anno è un concetto che io applico sempre nel mio lavoro. Poi, è naturale che tutti coloro che lavorano commettano errori. Però l’errore, se lo riconosci e lo ammetti, ti dà l’opportunità di imparare e quindi di fare meglio. Noi puntiamo alla responsabilità economica e fiscale: non è una scelta ma una necessità non solo del Cesena ma di tutte le squadre di calcio a livello globale».

Quindi sembra di capire che questo contenimento delle spese non sia una scelta temporanea ma sarà una nuova politica economica del Cesena?

«La sostenibilità del Cesena è l’obiettivo principale».

Dopo la promozione in B di un anno fa, avevate parlato di progetto triennale per consolidarvi e provare a dare l’assalto alla Serie A: quel progetto è ancora valido?

«Step by step, un passo alla volta, è la nostra filosofia. Dobbiamo spingere per migliorare il risultato ottenuto nel campionato precedente. Se ci pensate, da quando è al 100 per cento nelle mani di Jrl, il Cesena ha migliorato i propri risultati ogni stagione. Nel primo campionato da noi gestito dall’inizio alla fine siamo arrivati secondi in C, nella stagione successiva abbiamo vinto il campionato con il record di punti e ottenuto la promozione. L’anno scorso, al nostro primo anno in Serie B, abbiamo raggiunto un risultato grandioso e adesso spingiamo più forte per migliorarci».

Nell’estate 2026 ci saranno tanti contratti importanti in scadenza: da Mignani a Di Taranto, da Fusco a Klinsmann: state lavorando a qualche rinnovo?

«E’ ancora molto presto per parlare di rinnovi di contratto. Noi abbiamo tanta fiducia in Fusco e in Di Taranto, che hanno dimostrato di sapere lavorare bene e di fare squadra con tutti, da Bertolini a Nick Aiello, da Marco Valentini al Condor Agostini. Nei prossimi mesi, quando sarà maturo il tempo per parlare del futuro dei tesserati, Fusco ce lo farà sapere».

A proposito di direttore sportivo, voi ne avete due sotto contratto: perché avete assunto Fusco con un accordo annuale ma siete ancora legati ad Artico fino al 2027. Il motivo?

«Artico a Cesena ha fatto bene in Serie C nell’anno della promozione e anche lo scorso anno in Serie B. Però noi, per più di un motivo, volevamo fare un cambiamento, per questo lo abbiamo sostituito. Però i rapporti tra di noi restano buoni: infatti io e Fabio parliamo spesso. Per me è un signore e anche da lontano segue il Cesena e continua a tifare per noi».

State trattando la risoluzione del contratto?

«Continuiamo a corrispondergli lo stipendio, ma Fabio è in contatto con altre società, non so quali, e presto, al massimo la prossima estate, dovrebbe trovare un altro club e chiudere il rapporto con noi».

Parallelamente alla costruzione della squadra, nel corso dell’estate avete accolto nuovi soci/investitori?

«No, siamo rimasti gli stessi. Io, mio fratello Michael, Anthony Scotto, Peter Ciaccia e ovviamente Mike Melby».

Oggi come descriverebbe il rapporto della famiglia Aiello con Mike Melby?

«Siamo tutti molto legati. Personalmente ma anche come board, intendo. Mike, Peter, Anthony, io e mio fratello. Mike è come se fosse un membro della famiglia Aiello: è molto vicino a me ed è molto molto vicino a mio fratello e infatti Michael, nel suo ruolo di avvocato, sta lavorando al fianco di Melby per quanto riguardano gli affari di Mike. Tra l’altro Mike è anche molto dentro alle vicende quotidiane perché si aggiorna spesso con mio nipote Nick, che è a Cesena. Lo so che essendo noi negli Usa, in Italia si fa fatica ad avere quello che è il quadro reale, però credetemi: tra di noi parliamo ogni giorno mentre due volte a settimana facciamo riunione del cda. In una ci siamo solo noi, in una oltre al board ci sono anche Di Taranto, Fusco e Mignani. Ognuno in cda ha il suo ruolo, ma siamo davvero molto coesi. Poi, ciascuno di noi ha una propria personalità: io magari sono, come dite voi in Italia, un vero personaggio, quello più aperto ed espansivo, anche mio fratello è aperto, mentre Ciaccia e Scotto sono più tranquilli e Melby è molto riservato. Noi siamo fortunati ad avere Mike: ha fatto e continua a fare il massimo per il Cesena».

E’ possibile che la Sunday Ventures di Melby possa inglobare la Jrl?

«No perché Sunday Ventures è socio di Jrl, Mike è un membro di Jrl e Jrl detiene il 100 per cento delle quote del Cesena Fc».

Sunday Ventures sta per definire l’acquisizione di altri due club calcistici: l’Orange County, squadra che partecipa alla Usl Championship, e, si legge sul sito, una società in Brasile: a queste operazioni partecipa anche la vostra “ala” del board?

«Noi lavoriamo al fianco di Mike, insieme a Melby, e anche noi siamo coinvolti in tutte le attività della Sunday Ventures. Per quanto riguarda il calcio, vorrei essere chiaro: anche se si dovessero definire le acquisizioni di altri club, l’impegno per il Cesena sarà sempre massimo. Le altre attività potrebbero essere utili al Cesena nel senso che potrebbero creare ulteriori risorse economiche da iniettare nel Cesena. In Italia abbiamo solo il Cesena e non ci interessa né ci è mai interessato nulla di altri club. Il nostro unico amore è il Cesena e non abbiamo mai pensato ad altro che al Cavalluccio».

Avete investito molto su marketing e merchandising (le presentazioni dei giocatori al Bonci, le maglie celebrative) ma c’è un reale ritorno come capita ad esempio nello sport americano oppure a Cesena la risposta è fredda?

«Siamo orgogliosi del nostro team di marketing: Claudia Gatti, Gianluca Rossi e Nick Aiello stanno lavorando in modo eccellente. Abbiamo creato nuove linee di merchandising che stanno rendendo il nostro brand più forte e più conosciuto nel mondo. Inoltre anche sui social stiamo spingendo bene, con i nostri follower che sono aumentati in modo evidente. Molto importante, per quanto riguarda la visibilità, è stato anche l’accordo di una decina di giorni fa con Skinletics, società nordamericana. E un aiuto, sul mercato statunitense, lo può dare anche Jonathan Klinsmann in nazionale, una presenza che aiuta a far conoscere ulteriormente il Cesena anche di qua dall’oceano. Stiamo seminando bene. La campagna abbonamenti e quella di presentazione dei giocatori ideata da Gianluca, che ha una gran visione e un gran talento, è stata fantastica. Per chiudere il discorso, voglio ringraziare Pubblisole, che ha spinto tanto con la campagna di sponsorizzazione, e Orogel, per aver realizzato la nuova hospitality che ci permette di avere uno stadio ancora più accogliente e più funzionale: questo non è un investimento solo per oggi, ma per il futuro».

Visto che la Curva Mare è andata sold out in abbonamento, state per caso pensando ad una riduzione di prezzi di un settore dei distinti per avere un nuovo settore “popolare”?

«I prezzi dei biglietti che abbiamo stabilito a inizio stagione, sono stati formulati in base ai prezzi del mercato. Secondo noi sono più che ragionevoli. Comunque posso anticipare che Claudia Gatti e Nick Aiello stanno lavorando a dei pacchetti promozionali per l’area distinti: è da decidere se farli solo per gli studenti, in modo da avvicinarli al Cesena attraverso biglietti popolari, o per tutti».

Tra pochi mesi saranno 4 anni a Cesena per la vostra famiglia: quali sono gli obiettivi da perseguire per i prossimi 4 anni?

«Quando siamo arrivati a Cesena dissi che io mi sentivo solo un custode del club, che è proprietà di un’intera comunità, e dissi anche che volevo portare il Cesena al livello in cui merita di stare. Il mio pensiero è lo stesso di allora: la promozione in Serie B è stato un grande passo e per questo noi adesso come obiettivo minimo abbiamo quello di mantenere ciò che è stato raggiunto; poi, avendo un progetto a lungo termine, vogliamo provare a migliorare ulteriormente questo livello. E ribadisco che noi siamo solo i custodi di questo grande club, che esisteva prima che arrivassimo noi e che esisterà anche dopo di noi. Quindi il nostro dovere è uno solo: lasciare, quando arriverà il momento, il Cesena in condizioni migliori rispetto a come lo abbiamo rilevato 4 anni fa».

Ha detto: lasciare quando arriverà il momento. Le chiedo quindi se in questi anni ci sono state manifestazioni di interesse da parte di qualcuno o perfino trattative per la cessione del Cesena Fc.

«Trattative neppure una. Manifestazioni di interesse sì, tante. Sempre. Solo dagli Usa e dal Medio-oriente. Ma non abbiamo mai avuto il desiderio di approfondire. Negli Stati Uniti ci sono tanti investitori, anche fondi e private equity, che desiderano entrare nel calcio italiano: due grandi club come Inter e Milan sono di proprietà di fondi statunitensi di cui io conosco bene le proprietà. Così come conosco bene anche i proprietari del fondo che hanno acquisito il Verona. Poi ci sono fondi americani anche in Serie B, quelli che guidano Spezia e Venezia. Al vertice dell’Atalanta, invece, c’è un... mezzo fondo. Visto che tra 9 mesi qui negli Usa, in Canada e in Messico ci sarà la Coppa del Mondo di calcio, credo che gli americani desiderosi di investire sul calcio, in particolare su quello italiano, si moltiplicheranno. L’Italia attira tanto gli investitori americani e io mi aspetto che possano arrivare ulteriori offerte anche per il Cesena».

Ultima domanda: qual è stato l’errore più grande della sua presidenza?

«Lo sapete tutti meglio di me quello che è stato il più grande errore della mia avventura a Cesena. Non voglio fare il nome, dico solo così: per fortuna lui non c’è più».

Né lui, né il figlio...

«Basta», e giù una fragorosa risata.

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