Il nuovo Cesena di Mignani e la qualità da non sacrificare in nome dei costi

La prima scelta dei proprietari del Cesena, in vista della prossima stagione, ha riguardato l’allenatore: è stata chiara e (cosa non scontata) ha pure anticipato l’arrivo del nuovo direttore sportivo. Nella stagione 2025-2026 si ricomincia da Michele Mignani, ma alla guida di cosa? Lo si comincerà a capire dalla giornata di oggi, quando è in programma il primo faccia a faccia tra il tecnico di Genova, pronto a inaugurare la sua seconda stagione consecutiva sulla panchina del Cavalluccio, e il nuovo direttore sportivo Filippo Fusco, che avrà il compito di “incastrarsi” meglio rispetto a quanto fatto dal suo predecessore e di costruire la nuova squadra che parteciperà per il secondo anno di fila alla Serie B. In sede di costruzione della squadra, il primo bivio non dovrà essere sbagliato innanzitutto dalla società. Un conto è ripartire da un allenatore che rappresenta la continuità di un progetto in mezzo a costi che andranno contenuti; un altro è utilizzare Mignani esclusivamente come parafulmine di una squadra indebolita in mezzo a un campionato tradizionalmente pericoloso. Per questo motivo serve chiarezza innanzitutto con l’allenatore, che nell’ultimo campionato ha dimostrato di meritarla e di essere anche maggiormente assecondato al momento di costruire la squadra.

Un direttore sportivo intelligente e scafato come Fusco conosce perfettamente i rischi legati alla seconda ipotesi, quindi per il Cesena la continuità di Mignani (voluta espressamente dalla proprietà) dovrà fare rima con sobrietà, perché non è pensabile di sprecare altri soldi come accaduto nell’ultima stagione, ma anche con qualità della rosa, che non andrà sacrificata, perché la B non perdona certi errori.

L’incastro

L’alba della nuova stagione è segnata da un paradosso che probabilmente non ha precedenti da queste parti: le due figure in cima alla piramide dell’area tecnica (direttore sportivo e allenatore) sono legate da un anno di contratto, mentre a casa c’è un direttore dell’area sportiva che percepirà lo stipendio fino al 30 giugno 2027, cioè per due anni interi, a meno di una risoluzione. Venerdì scorso, dopo aver dato il benvenuto a Fusco, il direttore generale Di Taranto ha giustamente sottolineato che va creata una sostenibilità finanziaria che sia in grado di dare un futuro al progetto, «perché Cesena non deve essere solo presente, ma deve essere anche futuro», ma il futuro non può non prescindere da un presente vincente, che significa quantomeno mantenere la Serie B. Per questo motivo sarà indispensabile che, già dal primo summit in programma oggi all’ora di pranzo, Fusco e Mignani (due persone esperte ed intelligenti, che ci sanno fare anche con le parole) trovino velocemente un’intesa e che, per trovare questa intesa, ci sia alle loro spalle la regia della proprietà, la quale ha legittimamente fissato dei paletti più rigidi rispetto a un’estate fa, ma che allo stesso tempo non può minimamente pensare di sottovalutare una stagione che sarà più difficile soprattutto in partenza, perché il “cuscinetto” dell’entusiasmo di un anno fa non avrà lo stesso peso e non riuscirà più ad attutire il colpo di un’eventuale falsa partenza.

Il sistema di gioco non cambia

Da oggi Fusco comincerà ad esporre il proprio pensiero a Mignani e Mignani farà lo stesso con Fusco. Sul tavolo ci sono già alcune certezze: gli uomini-mercato dai quali eventualmente monetizzare sono “solo” due (Klinsmann e Shpendi), i giocatori senior sotto contratto sono 15, i rientri dai prestiti sono 4 (Silvestri, Ogunseye, David e Rossi). Alcuni reparti sono già abbastanza folti (difesa e centrocampo), altri praticamente vuoti (trequarti e attacco).

Fusco ha spiegato di non essere un grande amante dei prestiti, perciò avrà anche il compito di scandagliare i campi di Serie C, da cui l’anno scorso il Cesena non ha praticamente mai attinto, mentre Mignani avrà certamente più voce in capitolo rispetto ad un’estate fa, quando arrivò dopo il rifiuto di D’Aversa.

La prima certezza del tecnico ligure riguarderà l’impianto di gioco: sarà lo stesso di un anno fa. Da oggi si comincerà a pensare a come riempire le caselle.

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