Il vento che spira sul Cesena è improvvisamente cambiato nelle ultime quattro giornate, scandite da una netta inversione di tendenza rispetto all’inizio della stagione: nel giro di un mese la squadra di Michele Mignani ha cominciato a vincere al Manuzzi (6 punti contro Carrarese e Avellino) e si è bloccata in trasferta (0 punti contro Bari e Monza). Se in casa il Cavalluccio ha sistemato le cose, dopo aver mancato l’appuntamento con la vittoria nelle prime tre partite casalinghe contro Virtus Entella, Palermo e Reggiana, negli ultimi due viaggi Ciofi e compagni sono usciti dal campo con tanti rimpianti. Il primo: Bari e Monza hanno tirato complessivamente in porta appena 3 volte (Antonucci, Gytkjaer e Obiang) in 180 minuti, ma negli ultimi due casi hanno segnato e ottenuto il massimo risultato con il minimo sforzo. Al contrario, il Cesena è sempre stato più pericoloso, ad eccezione dei primi 37 minuti del Brianteo, dove la forza fisica e lo spessore del Monza hanno pesato. Pur dominando o comunque tenendo in mano il volante della partita in tre tempi su quattro, il Cavalluccio ha sempre perso e non è neppure mai riuscito a segnare. O meglio, sia a Bari che a Monza il gol era arrivato, ma è stato annullato in entrambi i casi per piccoli dettagli.
Il Cesena versione trasferta piace ma adesso non segna più e perde
Senza gol
Rispetto a Bari, domenica è cambiato il copione: questa volta il Cesena si è fatto preferire dopo lo svantaggio, mentre al San Nicola i bianconeri erano piaciuti di più nella prima ora di gioco, quando hanno sprecato l’impossibile lasciando le briciole ai pugliesi, poi spietati a sfruttare l’episodico gol di Gytkjaer per chiudere la partita e non lasciare varchi ai giocatori di Mignani negli assalti finali. Ma davanti il problema resta sempre lo stesso: escludendo Shpendi, gli altri attaccanti non sono mai riusciti a tirare nelle ultime due trasferte. Se in casa il piano B ha funzionato perfettamente, con i gol (decisivi) di Berti e Ciervo contro Carrarese e Avellino, fuori casa il piatto piange e, negli ultimi quattro viaggi, hanno segnato solo Shpendi (a Bolzano) e Frabotta (doppietta alla Spezia).
Linea verde
Pur senza punti e senza gol, il Cesena è rientrato da Monza con tanti segnali positivi in vista della volata di fine anno. Identità e qualità del gioco non si discutono e rappresentano le due certezze, alle quali Mignani si può sempre aggrappare. Poi ci sono i giovani: allungando il nome del migliore in campo al Brianteo (Berti) si ottiene Bertaccini, il quinto prodotto del settore giovanile bianconero ad aver debuttato in B negli ultimi 15 mesi dopo Pieraccini, lo stesso talento di Calisese, Francesconi e Shpendi. Il centrocampista della Primavera è stato addirittura più precoce dei giovani colleghi, che hanno assaggiato la B tra i 20 e i 21 anni.
Per trovare un coetaneo di Bertaccini al debutto in B da fresco maggiorenne bisogna tornare indietro di 9 anni: il 19 novembre 2016 Camplone lanciò a sorpresa (e dal primo minuto) il 17enne Carmine Setola sul campo dello Spezia. Nella stagione 2013-2014, invece, Luca Valzania fece proprio come Bertaccini: a 18 anni debuttò con Bisoli nei 12 minuti finali di Cesena-Empoli. L’anno successivo, invece, Nicola Dalmonte debuttò in A non ancora maggiorenne in Genoa-Cesena 3-1. A proposito di giovani, domenica Mignani ha chiuso la partita schierando l’undici con l’età media più bassa della stagione: sulla carta d’identità del Cavalluccio, che aveva appena un trentenne in campo (Zaro), c’era scritto 24 anni e mezzo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA