Il Cesena trova il modo di vincere anche in mezzo alle difficoltà

Nella pancia del vetusto Martelli, domenica sera Davide Possanzini ha voluto comprensibilmente rivendicare la splendida organizzazione del suo Mantova, che in effetti ha messo in difficoltà il Cesena come solo qualche volta era accaduto quest’anno (Sestri Levante all’andata e Arezzo al ritorno) e che non avrebbe meritato di perdere. Ma Mantova-Cesena non è certo stata una gara a senso unico e neppure una partita dominata dall’inizio alla fine dai virgiliani, come dichiarato dal tecnico dei lombardi, a meno che non si consideri il possesso palla (spesso molto sterile) come primo e unico criterio di giudizio. Il Cavalluccio è stato imbrigliato dai biancorossi nel primo tempo, complice anche la scarsa vena degli addetti alla qualità di Toscano, ma dopo l’intervallo i bianconeri hanno cambiato marcia e spartito, rinvigoriti dall’ottimo impatto di Francesconi e soprattutto di Corazza, di nuovo determinante come spesso accade da un mese e mezzo a questa parte. La traversa finale colpita da Redolfi ha aiutato il Cesena, che però vincendo al Martelli non ha rubato nulla, in quanto il rigore ci stava per l’evidente calcio dello stesso Redolfi sul piede sinistro di Corazza (giunto alla 13a rete in stagione).

Volate vincenti

Il blitz di domenica ha ribadito una tendenza: nell’ultimo periodo De Rose e compagni si stanno divertendo a vincere le partite in zona Cesarini, cosa che non era quasi mai accaduta fino a Cesena-Pescara. Nelle 26 vittorie che hanno preceduto la partita della promozione, i bianconeri avevano quasi sempre messo al sicuro il successo nel primo tempo o nella prima metà della ripresa e il gol-vittoria uscito con maggiore ritardo sulla ruota di Cesena era stato quello di Cristian Shpendi contro la Fermana: 1-0 al minuto 83 alla 24a giornata. Dal 30 marzo in poi la musica è cambiata: 1-0 al Pescara con incornata vincente di Pierozzi all’87’, 2-1 ad Alessandria contro la Juventus Next Gen con gol-vittoria di Corazza al 92’ e infine 2-1 a Mantova con blitz vincente sempre al 92’ di Shpendi (gol numero 22 della stagione dopo quello nella coppa Italia vera e i 20 in campionato). Anche contro la Torres sarebbe arrivato un successo sui titoli di coda se Zaccagno e la traversa non avessero respinto il colpo di testa di Silvestri all’85’ o se Corazza, sul tap-in a porta spalancata, non avesse spedito la palla in curva da due metri.

Match-point

Prima di inchinarsi al bel gol di Debenedetti, comunque inutile ai fini del risultato (ma non della differenza reti della Supercoppa), il Cesena aveva incassato l’ultimo gol su azione un mese fa, il 7 aprile ad Alessandria, quando l’ex bianconero Turicchia firmò il provvisorio 1-0 per la Juve Next Gen, poi ribaltata nel finale, mentre per trovare il penultimo bisogna arretrare di un altro mese (il 3-1 di Panico in Carrarese-Cesena 3-2 del 5 marzo). Successivamente solo il capitano della Torres, Luigi Scotto, aveva segnato al Cavalluccio, ma su rigore nell’unica gara non vinta degli ultimi due mesi. Il bilancio del 2024 resta semplicemente sensazionale: 20 partite giocate tra campionato e Supercoppa per un totale di 17 vittorie, 2 pareggi e una sconfitta. Se il Cesena riuscirà a confermare anche la striscia positiva casalinga del 2024 (en plein di vittorie in campionato), domenica 19 maggio alzerà al cielo anche la Supercoppa di C, indipendentemente dal risultato di Juve Stabia-Mantova di sabato 11. Il match-point è di nuovo sulla racchetta degli uomini di Toscano, meno brillanti del solito al Martelli, ma non meno concentrati o meno affamati. La forza mentale del Cesena resta la chiave di volta di una stagione alla quale manca solo l’ultima ciliegina sulla torta.

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