Il Cesena sogna il colpo con la Sampdoria ferita

Dal doppio antipasto contro le matricole, che ha permesso al Cesena di fatturare 4 punti nelle prime due giornate di campionato, a una doppia trasferta piena di trappole e di difficoltà. «L’unica squadra che non avrei voluto incontrare dopo la pausa – comincia Michele Mignani – è proprio la Sampdoria. A Marassi troveremo una squadra ferita dopo le due sconfitte iniziali, arrivate al termine di due gare difficili da decifrare con lucidità. Mi aspetto una squadra ferita e piena di orgoglio, che vorrà muovere la classifica. Crisi? Alla terza giornata di campionato nessuno è in crisi o all’ultima spiaggia, credo sia davvero troppo presto per dare giudizi».
Ultimi arrivati
In settimana il tecnico del Cesena, che a Genova è nato e che della Samp è stato giocatore e tifoso, ha riaccolto in gruppo i quattro nazionali, rientrati alla spicciolata tra mercoledì e giovedì: «La convocazione in nazionale porta dei benefici, è un valore per il giocatore, per la squadra e per il club. Abbiamo avuto due nazionali maggiori come Klinsmann e Shpendi, e due nelle giovanili come Berti e Magni. Jonathan ha svolto solo la rifinitura, ma sta molto bene. Gli altri tre sono rientrati il giorno prima, li ho trovati sereni e determinati, ma soprattutto entusiasti per la convocazione».
Negli ultimi giorni di mercato, invece, era arrivato Michele Castagnetti, che da oggi sarà a disposizione di Mignani: «Castagnetti sta bene – assicura il tecnico - tra i nuovi è quello che è arrivato nelle migliori condizioni. Cosa può darci? Gli ho chiesto di fare le cose che sa fare, certo, ma poi è difficile far girare una squadra da solo e quindi avrà bisogno dei compagni. Michele può portare tanto, perchè è un ragazzo serio e con valori. Quando parla, dice sempre le cose giuste. Poi ha valori tecnici e tattici, ha tante gare sulle spalle in questo campionato, dove ha quasi sempre giocato per vincere».
Tabù
Nello scorso campionato, dopo le quattro soste, il Cesena non è mai riuscito a vincere: due pari contro Modena e Reggiana, e due sconfitte, di cui una proprio contro la Sampdoria al Manuzzi. Mignani non si fascia la testa e sorride: «Forse lavoriamo troppo o troppo poco durante le soste... Scherzi a parte, è un dato fine a se stesso, solo statistico. Dipende anche dal calendario o dalle partite. Per me la squadra sta bene ed è pronta, poi ci saranno anche gli avversari e il fattore campo.. Se vogliamo crescere ancora, dobbiamo guardare a noi stessi». A proposito di tabù, contro l’Entella è tornato il problema delle palle inattive che un anno fa, di questi tempi, costarono tanti punti: «Il calcio è fatto di tante situazioni, tra cui la gestione delle palle inattive. Al di là della struttura fisica, che può aiutare, cerchiamo di adottare le nostre strategie. Ci lavoriamo, come su tante altre cose, poi a volte non parlarne è la soluzione migliore».
Analogie
Quanto alla partita, cosa si aspetta oggi Mignani? «L’intenzione è sempre quella di partire forte, ma la cosa più importante è arrivare forte. Sono sempre dell’idea che si deve fare la prestazione per 90 minuti, saper leggere sempre bene la partita, sia quando spingi e controlli, sia quando soffri. Dobbiamo capire quando essere incudine e martello».
Al netto del calendario, ci possono essere analogie con Sampdoria-Cesena di un anno fa? «No, è tutto troppo diverso. La Samp non ha fatto punti nelle prime due gare, quindi essere a zero è un condizionamento, ma la stagione è lunghissima e hanno le carte in regola anche per arrivare primi. Troveremo un ambiente bello, perchè lo stadio è splendido e il blasone della Samp è un valore aggiunto. Per noi deve essere uno stimolo in più per ripetere la gara di un anno fa».