Dentro a un sabato che ha evidenziato su tanti campi (vedere per credere quanto successo a Monza e ad Avellino) i limiti tecnici di un numero troppo alto di arbitri, il Cesena ha avuto il grande merito di muovere la classifica, e quindi di non perdere, una partita scivolosa e complicata dalla surreale direzione di Turrini di Firenze. Parliamo di una delle “vittime” di un sistema di promozioni che non funziona, visto che ogni anno il salto in Can (cioè la possibilità di arbitrare in A e in B) viene garantito ad un numero troppo alto di fischietti provenienti dalla C, che spesso non sono pronti o (peggio) non hanno le qualità per dirigere ai piani superiori. Proprio come Turrini, che al Manuzzi aveva debuttato in B dirigendo Cesena-Entella, perdendosi un fallaccio di Guiu su Berti dopo meno di un quarto d’ora (intervento killer da rosso, non arrivò neppure il giallo) e il rigore poi trasformato da Shpendi e concesso dopo revisione Var, dentro a una partita identica a quella di sabato, nella quale è stato permesso praticamente tutto all’avversario del Cavalluccio.
Il Cesena ha mandato un’intera squadra in gol
Aggressività
Il Cesena, nelle gare casalinghe, ha dimostrato di soffrire questo tipo di squadre che inseriscono nel proprio piano-partita le marcature uomo su uomo e l’aggressività a tutto campo e, non a caso, proprio contro Entella e Juve Stabia si sono viste le due partite più complicate in casa.
La buona notizia è che la squadra di Mignani non ha perso nessuna delle due, al netto di una lunga serie di fischi contrari e di alcune difficoltà incontrate nei 180 minuti. Se la prima partita è ormai caduta in prescrizione, la sfida di sabato contro le Vespe ha garantito un punto prezioso, che allunga a 4 la striscia positiva (il record stagionale è di 5 gare senza sconfitta a inizio stagione), e ha fornito diverse indicazioni positive.
La prima: sabato il Cesena ha allungato la propria cooperativa del gol, mandando in rete l’11° marcatore diverso in campionato. Due settimane fa a Padova si era sbloccato Adamo, mentre stavolta il gol decisivo lo ha segnato Bastoni. E proprio come all’Euganeo, la rete da un punto è arrivata dalla panchina, un altro segnale importante per una squadra che ha bisogno di allungare le rotazioni in vista di un girone di ritorno più difficile e anche più intenso a causa dei numerosi turni infrasettimanali in arrivo.
A proposito di coperte che si allungano, se contro il Mantova era piaciuto l’ingresso in campo di Amoran, nel momento più complicato della partita, sabato Mignani ha concesso la prima chance da titolare a Matteo Guidi, il vero jolly di questa squadra: l’ex Pontedera, nato come mediano, era stato utilizzato in corsa soprattutto da quinto di centrocampo, mentre stavolta il tecnico bianconero lo ha arretrato in difesa, schierandolo da braccetto al posto di Ciofi e ottenendo ottime risposte, sia a livello difensivo (zero chance concesse alle Vespe) che in fase di impostazione (vedi il lancio per Shpendi che innesca l’azione del gol annullato a Blesa).
Calci piazzati
La cattiva notizia, oltre a un approccio in linea con quello della settimana precedente, anche se il Mantova gioca un calcio diverso da quello della Juve Stabia, riguarda invece il gol incassato.
Escludendo i calci diretti (rigore e punizione costati 2 reti contro i virgiliani), il Cesena non subiva una rete su palla inattiva da ben 11 partite, ovvero dalla trasferta di Frosinone dello scorso 30 settembre (doppietta di Raimondo). Quello che un anno fa era un tabù, oggi non è più uno spauracchio, anche se contro una squadra che aveva già segnato 7 reti sugli sviluppi di un piazzato, sarebbe servita maggiore attenzione.
© RIPRODUZIONE RISERVATA