Il Cesena e il segnale di Marassi: gruppo unito attorno a Mignani

La vittoria del Cesena in casa della Sampdoria è preziosa non solo per la classifica, riaggiustata dopo un periodo di crisi di risultati e di prestazioni, ma per tanti altri motivi. Intanto, il rischio più grave che si rischiava di correre, e a cui purtroppo si andrà di nuovo incontro qualora arrivassero un paio di sconfitte ravvicinate, era quello di farsi condizionare dalle eccessive negatività nell’ambiente. Con questo blitz, si rassereneranno un po’ tutti anche perché male che vadano i risultati di oggi, il Cesena al termine di questa giornata sarà al 9° posto e con un +7 (se il Sudtirol vincerà in casa del Sassuolo, altrimenti sarà +8) sulla zona play-out.
Oltre all’aver fatto riprendere colore alla classifica e ad aver calmato gli spiriti più bollenti, il viaggio a Genova ha regalato altro. Per la prima volta in campionato, il Cesena ha vinto una partita dopo essere andato in svantaggio. E’ accaduto alla 22a giornata, ma soprattutto alla tredicesima partita in cui si è trovato in situazione di svantaggio. Meglio tardi che mai, si dice in questi casi. Finora, dopo essere andato sotto nel punteggio, il Cesena aveva portato a casa 3 punti: contro Modena e Reggiana in casa, contro la Salernitana all’Arechi. Nelle altre 9 partite erano arrivate 9 sconfitte: tre volte, a Reggio Emilia contro il Sassuolo, al Manuzzi contro la Sampdoria e in casa del Frosinone, il Cesena era risalito una prima volta ma poi era di nuovo affondato. In casa della Sampdoria il ribaltone è stato servito. Si spera sia un segnale della crescita caratteriale di un gruppo composto da ottime persone e da giocatori tecnici per la categoria ma poco carismatici o comunque privi di quelle qualità che caratterizzano un leader. E quando in squadra il leader non c’è, serve che il capopopolo sia l’allenatore: il sorriso di Mignani mentre Antonucci correva ad abbracciarlo dopo il gol e il mucchio selvaggio attorno a lui al termine della partita potrebbero aver segnato un nuovo inizio anche per quanto riguarda questo capitolo.
La squadra si è poi stretta in un cerchio magico a metà campo: un messaggio spedito a chi, per provare a decriptare i motivi delle 5 sconfitte in 6 partite, stava urlando al vento di uno spogliatoio spaccato. Invece il gruppo ha voluto ribadire la sua unione e la sua fiducia in Mignani e nel suo staff, tutti professionisti seri e preparati: magari in panchina non urlano e non saltano ma di certo durante la settimana non vendono fumo. Bastava guardare il campo venerdì sera: i bianconeri hanno corso molto meglio e forse anche molto di più degli avversari; il Cesena era distribuito meglio sul campo (Prestia ha tenuto la squadra un po’ più corta e compatta rispetto alla gara contro il Cittadella), aveva un vero organizzatore di gioco (Calò) mentre la Sampdoria improvvisava e soprattutto un centravanti come Shpendi che quando sta bene semplifica il compito ai compagni e far sgorgare il gioco della squadra. Che poi la Sampdoria sia la rivale peggiore vista finora, poco importa. Anche il Frosinone affrontato allo Stirpe fu agghiacciante, però segnò tre gol e si prese i tre punti.
Chissà, forse i tempi sono davverso cambiati. Ciò che non deve cambiare è l’obiettivo da perseguire in campo (la salvezza) e sul mercato (quel centrocampista dinamico e di personalità che si attende da agosto).
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