Il Cesena di Perugia, gli intenditori e Marcello Lippi

L’americano medio ha tanto da capire del nostro calcio, come no. Poi però ci sono delle volte in cui non possiamo fare i permalosi se i suddetti americani ci guardano e non capiscono. Oltre agli incidenti di ieri, le ultime settimane ci ricordano che siamo nel 2023 (quasi 2024), ma c’è ancora chi lancia petardi allo stadio, rischiando di fare male a chi lavora per stipendi mortificanti (uno steward guadagna poco più di 5 euro all’ora). Quindi si sente la tromba della cavalleria e arriva una giustizia sportiva che ne colpisce 4mila per non educarne nessuno, chiudendo tutta una curva. Mah. Cesena-Pontedera a curva chiusa si consegna già alla storia di un campionato che meriterebbe passare alla storia per altri motivi. Per esempio, questo è un campionato dove il Cesena viaggia a 92 punti di media e nel girone d’andata due delle vittorie più agevoli sono state a Pescara e a Perugia: chiunque lo avesse detto in estate, sarebbe stato invitato a posare il bottiglione.

Ieri è stata originale la gestione della formazione di Toscano, che dopo avere inserito in corsa Saber, Varone e Corazza con la Torres ottenendo poco o nulla, ha scelto di riproporli dall’inizio al Curi, ottenendo molto o moltissimo. Un segnale incoraggiante nel sottile equilibrio tra veterani e giovani, in un gruppo dove i ventenni stanno facendo la differenza. Vincere è il migliore mastice per una rosa che si avvicina a un mercato di gennaio in cui ci sarà da toccare poco e con criterio. Di sicuro servirebbe un difensore in più (e in partenza ci sarebbe Coccolo), mentre in mezzo è tutto legato alle scelte di Chiarello o Bumbu, due che minutaggio alla mano sono in terza fila nelle rotazioni. Nei campionati vincenti le squadre si fanno in estate: arrivare a gennaio pensando solo ai ritocchi invita a credere che siano state scelte da intenditori al momento giusto.

A proposito di scelte da intenditori. Qualche giorno fa Eraldo Pecci a margine di un convegno a San Marino ha ricordato un suo dialogo con Edmeo Lugaresi a tema Marcello Lippi. Nel curriculum del ct che ci ha regalato il Mondiale 2006 (con Giampiero Ceccarelli osservatore) c’è anche un doppio salto che diede la svolta al suo percorso in panchina. Nel 1989 il 41enne Lippi guidava la Carrarese in C1 e non aveva mai allenato in B. Prometteva bene e in estate ecco la prima occasione della vita: con Bigon che passa al Napoli, il Cesena lo ingaggia e gli regala il debutto in Serie A. Una scelta da intenditori confermata dalla storia e Pecci tanti anni fa esternò la sua ammirazione a Lugaresi.

“Presidente complimenti: puntare su un allenatore dalla C1 per salvarsi in A non è da tutti. Ma come avete fatto?”.

“Ma, a un dato momento, guardi...”

“Dovevate avere degli osservatori bravissimi, gente che sa di calcio”.

“A un dato momento sì, ma vede...”.

“Poi ne avete subito riconosciuto il carattere, la leadership, la preparazione. Lippi è uno tosto, ma voi l’avete scoperto prima di tutti”.

“Sì, certo, ma a un dato momento, ecco...”.

“Quando lo avete incontrato, cosa vi ha detto? Vi ha convinto con le sue idee di gioco o ha fatto la differenza la sua personalità?”.

“Senta Pecci, a un dato momento, sa perché ho scelto Lippi?”.

“Dica, dica”.

“Alla fine del campionato, ho incontrato tre allenatori che erano tutti bravi, o almeno questo era quello che mi dicevano. Io ho scelto Lippi perché era quello che costava meno”.

“Davvero? E alla fine ha scelto il più bravo di tutti”.

“Ma a un dato momento, io non ragiono così. Sa cosa ho pensato?”.

“Cosa?”.

“Ho pensato che se uno è bravo, lo scopro dopo, ma che costa poco, beh, quello lo so subito. Quindi ho preso Lippi”.

(Grazie a Eraldo Pecci per la consulenza)

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