La sensazione di aver subito un’ingiustizia era palese dal campo. Ora, alla luce dell’inchiesta della Procura di Reggio Calabria su un presunto giro di frodi sportive legate ai campionati di serie minori, quanto accaduto il 13 gennaio 2024 a Benevento assume i contorni di un legittimo sospetto.
Quel giorno l’imbattuto Cesena scendeva in campo a Benevento per difendere il primo posto nel Girone B di Primavera 2. Dopo un inizio equilibrato, al 34’ venne fischiato un rigore dubbio per i campani che Perlingieri trasformò. Nella ripresa, i bianconeri di Nicola Campedelli ribaltarono il risultato con le reti di Ghinelli e Castorri. Poco dopo l’attaccante Amadori fu espulso tra lo stupore generale dopo aver...subito fallo. E in superiorità numerica il Benevento pareggiò all’88’ con Francescotti. Il direttore di gara concesse poi 5 minuti di recupero che prolungò fino a quando, in seguito a una punizione inesistente, Perlingieri al 97’ realizzò il gol 3-2, cui seguì l’immediato triplice fischio. Nella primavera 2024, pochi mesi dopo quel match, la Procura Federale mandò due uomini a Cesena per interrogare l’allenatore Campedelli e quattro giocatori della Primavera in merito a quella partita. Gli ispettori federali chiesero a tutti se fossero stati avvicinati da qualcuno, cosa che non era accaduta. Raccolsero invece le lamentele dei cinque tesserati, le cui ferite per quella sconfitta ingiusta (tra l’altro la prima del campionato) non si erano ancora del tutto rimarginate: si sentivano infatti defraudati, pur ritenendo che l’arbitro avesse diretto sì male ma comunque in buona fede.
Gli indagati
A fischiare e dispensare cartellini in quell’occasione fu Luigi Catanoso, arbitro calabrese finito ai domiciliari che risulta coinvolto nell’inchiesta “Penalty” che ha squassato il mondo delle serie minori. Tra gli indagati anche due imprenditori toscani, padre e figlio, che risultano i finanziatori del giro corruttivo, titolari di un’agenzia di scommesse di Sesto Fiorentino (Firenze). Nello specifico, secondo quanto contestato, lo schema prevedeva di orientare e indirizzare le partite su cui venivano effettuare delle scommesse. Un modo, sempre secondo l’accusa, per moltiplicare denaro con puntate su risultati a sorpresa o con diversi gol. E anche in seguito alla sospensione del “fischietto” calabrese da parte degli organi di giustizia sportiva che avevano accertato le prime irregolarità, il direttore di gara calabrese avrebbe individuato altri colleghi arbitri, avvicinati o corrotti mediante la dazione o la promessa di somme di denaro, che potevano arrivare anche a 10mila euro a partita.
Il modus operandi
Gli arbitri dovevano condurre una direzione di gara funzionale a far convergere il risultato verso l’esito delle scommesse effettuate dai membri dell’associazione. Il modus operandi era semplice ma efficace: l’arbitro faceva in modo che le partite terminassero con un numero di gol tale da poter garantire il verificarsi del pronostico “over”, ovvero il superamento di un numero totale di reti per ogni partita. Per riuscirsi, stando alle carte, venivano concessi rigori o dispensati cartellini in modo ritenuto mirato. Come appunto, è il sospetto, per il caso del Cesena Primavera.
Le indagini, eseguite dall’Arma dei carabinieri e dalla Guardia di finanza sono partite nel gennaio del 2024, proprio a seguito di una segnalazione dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli relativa ad un flusso anomalo di scommesse su Benevento-Cesena del campionato Primavera 2, terminata 3-2 tra le furiose proteste dei romagnoli nei confronti dell’arbitro, che era proprio Luigi Catanoso.
Le gare nel mirino
Oltre a Benevento-Cesena, partite oggetto dell’indagine “Penalty”, coordinata dalla procura di Reggio Calabria contro le frodi sportive, sono: Hellas Verona-Cagliari e Sassuolo-Hellas Verona del campionato Primavera 1. Un tentativo è stato riscontrato anche in Empoli-Lazio sempre di Primavera 1. «Dalle attività svolte non è emerso il diretto coinvolgimento di calciatori - ha affermato il procuratore di Reggio Calabria, Giuseppe Borrelli, nel corso di una conferenza stampa -, ma un’associazione promossa da un arbitro che aveva nel programma criminoso quello di alterare i risultati di alcune partite, in particolare del campionato Primavera, e che stava programmando di espandere i propri interessi anche sui campionati professionistici».
Bianconeri danneggiati
Borrelli ha poi sottolineato come tutto sia partito da Benevento-Cesena del 13 gennaio 2024: «Per questa partita c’era stato un importo complessivo di giocate per circa 41mila euro e il 70%, 219 su 288, riguardavano la vittoria del Benevento. Inoltre, la maggior parte delle scommesse era stata effettuata in comuni calabresi come Condofuri, Melito Porto Salvo, Palizzi Marina e Reggio Calabria. Il meccanismo si realizzava attraverso la corruzione di arbitri che dirigevano la partita in maniera da condizionare il risultato».