Dopo cinque prestazioni “stellari” il Cesena è tornato sulla terra

La buona notizia è che, almeno fino all’anno prossimo, non sono previste altre trasferte allo Stirpe, probabilmente l’unico stadio d’Italia dove il Cesena viaggia a una media di 3 gol incassati a partita. Il tris del 2 dicembre 2017 venne perlomeno “cancellato” dalla commovente reazione degli uomini di Castori, che strapparono un puntone in inferiorità numerica con Laribi e Jallow (3-3), mentre le più recenti due partite a Frosinone, disputate dal Cesena di Mignani negli ultimi 10 mesi, hanno avuto più o meno la stessa storia: 3-2 un anno fa, 3-1 l’altro ieri.
Di storia, martedì sera, ce n’è stata poca soprattutto nel primo tempo, quando il Frosinone ha assaltato impetuosamente un Cavalluccio inerme, incapace di uscire e di tirare, almeno fino al 43’, il minuto che avrebbe potuto rovesciare l’inerzia della partita, quando Ciervo ha avuto sul sinistro la palla dello 0-1.
Tiri in porta
Nelle prime 5 giornate di campionato il Cesena non aveva mai dato l’idea di poter prendere gol o di essere vulnerabile quando attaccato. Non a caso la squadra di Mignani aveva concesso appena 11 tiri nello specchio a Pescara, Virtus Entella, Sampdoria, Venezia e Palermo, in un climax ascendente di difficoltà del quale nessuno si è francamente accorto. A Frosinone, invece, il Cavalluccio è stato impallinato: 8 tiri in porta concessi e 3 gol incassati. D’accordo, la dinamica delle reti che hanno deciso la partita è stata quantomeno beffarda (prima rete nata da una punizione inesistente, poi due “autogol” di Adamo), ma la storia della gara ha bocciato per la prima volta il Cesena su tutta la linea e, vista la sceneggiatura, non sarebbe stato un reato intervenire nell’intervallo per provare a porre rimedio al gap atletico e dinamico tra le squadre. Il 3-1 ha ricordato da vicino la sconfitta di un anno fa a Pisa, identica nel punteggio e nella successione dei gol, anche se questa volta la squadra di Mignani ha avuto due chance colossali (Ciervo sullo 0-0 e Castagnetti sul 2-0) per cambiare il corso degli eventi.
Palle inattive
A proposito di similitudini, sembra di essere tornati indietro di un anno anche per un altro fattore: l’allergia alle palle inattive. All’alba dello scorso campionato erano un problema serio, tanto che Mignani e il suo staff scelsero di cambiare le marcature (da zona a uomo), mentre oggi sono un piccolo cruccio che comincia a pesare. Escludendo il rigore di Busio a Venezia, il Cesena ha già incassato 3 gol su palla inattiva: uno contro l’Entella e due martedì sera. A questi va aggiunta la rete di Bani contro il Palermo, arrivata in uscita da una rimessa laterale. Klinsmann garantisce molta più sicurezza di Pisseri e copre maggiormente la porta, mentre Zaro ha aggiunto centimetri, ma il Cavalluccio continua a soffrire di più e ad essere più vulnerabile quando la palla si alza. Nel primo tempo di Frosinone, invece, la squadra di Mignani ha sofferto per la prima volta anche palla a terra, con le assenze di Francesconi e Berti che hanno indiscutibilmente pesato nell’economia della partita e nella qualità della proposta.
Turni infrasettimanali
La prima sconfitta della stagione è arrivata in concomitanza con il primo turno infrasettimanale. Un caso? Anche un anno fa le cose non erano andate affatto bene: dopo aver battuto il Catanzaro in avvio di stagione (ma era la 3a giornata ed era ancora agosto), il Cesena pareggiò in rimonta a Salerno (1-1) nel turno infrasettimanale di fine ottobre, poi perse in casa contro la Cremonese a Santo Stefano (0-1) e crollò a Mantova il 1° maggio (3-0) in quella che è stata l’ultima sconfitta incassata in campionato dagli uomini di Mignani in trasferta, che poi hanno vinto 5 partite consecutive (play-off esclusi) lontano dal Manuzzi prima di “tornare sulla terra” martedì sera a Frosinone.
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