David Marini è il primo cesenate a giocare un mondiale da calciatore del Cesena. Nel 1987 Luca Giunchi disputò, da capitano, i Mondiali Juniores in Cile, ma in quella stagione il centrocampista vestiva la maglia del Fano, società a cui era stato girato in prestito. Nel 1994 Lorenzo Minotti fece parte dell’Italia vice campione del Mondo negli Usa, ma il suo cartellino era già da anni di proprietà del Parma. In questa storica edizione (quantomeno per il Cavalluccio) del Mondiale Under 17 in corso a Doha di cesenati ce ne sono due: l’altro è Simone Lontani, che il club bianconero ha ceduto al Milan nel 2022.
Tornando a Marini, che oggi alle ore 14 sarà titolare nell’Italia che affronterà la Repubblica Ceca nei sedicesimi di finale, il terzino nato il 4 marzo 2008 si è raccontato sui social della Figc. Cresciuto nel Ronta, quartiere in cui vive con il babbo Giuseppe e la mamma Nkoso Itema Sedel, originaria di Mbandaka nella Repubblica Democratica del Congo, David passa presto al Romagna Centro e a 11 anni diventa un giocatore del Cesena. Inizialmente non troppo utilizzato in quanto molto esile, si impone sulla ribalta bianconera nella stagione 2023-2024, quando nel girone di ritorno diventa uno dei motori del Cesena Under 16 che andrà a vincere lo scudettino in una finale con l’Entella in cui Marini risulta il migliore in campo. Terzino sinistro molto tecnico e dotato di una corsa irresistibile, ciò che impressiona di lui è la capacità di giocare benissimo con entrambi i piedi: sa entrare dentro il campo conducendo palla con il destro e sa spingere sulla fascia utilizzando il sinistro. Una caratteristica che lo rende una rarità nel panorama nazionale attuale. Infatti, pur giocando nel Cesena, conquista il Ct Favo, che lo porta prima in azzurro e ora ai Mondiali. Dove resta in panchina al debutto con il Qatar per poi essere promosso titolare con la Bolivia, in cui è uno dei migliori in campo, ed essere confermato contro il Sudafrica. Oggi c’è la Repubblica Ceca: «Vogliamo arrivare il più lontano possibile, giocando un calcio bello da vedere ed efficace, perché sappiamo di poterlo farlo. Arriviamo a questa sfida in fiducia ma non dobbiamo abbassare la guardia».
Su di sé dice: «Vorrei diventare un terzino completo che sappia difendere e creare. Mi piace giocare con coraggio, senza paura».
Quando deve elencare i suoi modelli sorprende: cita Marcelo «per tecnica e spensieratezza», Udogie «per la potenza leggera che serve nel calcio di oggi» e Andrea Ciofi «il capitano del Cesena, per il senso di appartenenza e la serietà negli allenamenti». E magari sogna di poterla mettere un giorno anche lui, quella fascia al braccio sinistro.