Cesena, un Berti formato bomber e una panchina che vale un tesoro

Dopo aver blindato il successo contro il Gubbio, segnando il gol numero 20 in campionato, Cristian Shpendi ha svestito i panni del cannibale ed è tornato umano dentro l’area di rigore avversaria nelle ultime due gare contro Vis Pesaro e Lucchese. Pur non trovando il gol con il suo miglior marcatore, il Cesena non ha fatto una piega ed ha messo a referto altre due vittorie, entrambe firmate Tommaso Berti. Il trequartista di Calisese, negli ultimi due viaggi, si è travestito da Shpendi e non ha perdonato, prima con un mortifero sinistro rasoterra al Benelli di Pesaro e poi con un affresco all’incrocio con il destro al Porta Elisa di Lucca, confermando di sapersela cavare molto bene con entrambi i piedi. Dentro al successo di domenica non c’è solo il quarto gol stagionale di Berti, ma spicca anche un’altra piacevole conferma, che accompagna il cammino del Cesena dall’inizio del campionato: l’importanza della panchina.

Il peso dei cambi

Prendiamo le ultime due gare. A Pesaro, dopo un primo tempo letteralmente dominato ma chiuso con un solo gol di vantaggio, la Vis aveva cominciato a premere e a reagire, provando a buttare palloni lunghi e a riempire l’area di rigore del Cesena. Per non rischiare, all’intervallo Toscano si era cautelato inserendo Ciofi per l’acciaccato Piacentini e successivamente era passato a un 3-5-2 puro con il prezioso ingresso di Ivan Varone, che a metà ripresa aveva preso il posto proprio di Berti, alzando la diga a centrocampo e diventando un’arma tattica fondamentale anche negli inserimenti offensivi (incrocio dei pali colpito su assist di Shpendi). Risultato: zero chance concesse ai marchigiani e gol della sicurezza firmato Ogunseye nel recupero, dopo un’azione orchestrata da Chiarello e David, che proprio come Robertone e il Puma erano subentrati a gara in corso. Il film di Lucca è stato l’esatto contrario, perché il Cesena ha sofferto nel primo tempo, mentre nella ripresa sono stati nuovamente i cambi a spostare l’inerzia: Ciofi ha protetto Pieraccini da quarto ed è entrato nell’azione del gol-vittoria di Berti, mentre Saber ha preso in mano il centrocampo. In entrambi i casi hanno pesato tremendamente gli ingressi dalla panchina, con Mimmo Toscano a gestire le forze e ad effettuare le sostituzioni sempre nei momenti cruciali e senza mai perdere il filo del discorso.

Il peso dei gol

Grazie alla panchina il Cesena è riuscito spesso a cambiare o a chiudere le partite, ma anche a trovare tanti gol. Delle 71 reti realizzate in questo campionato da record, ben 12 sono state segnate da giocatori subentrati. I due migliori cannonieri dalla panchina sono Augustus Kargbo e Roberto Ogunseye con 3 gol a testa: il primo ha segnato da subentrato nel girone d’andata contro Pontedera e Rimini (con deviazione decisiva di Gorelli) e al ritorno ha deciso la gara di Vercelli contro il Sestri Levante, mentre Ogunseye ha firmato un gol ad Olbia e gli ultimi due, prima contro il Pineto e poi a Pesaro. Restando sugli attaccanti, anche Cristian Shpendi ha segnato un gol dopo essersi alzato dalla panchina, nella gara di andata contro l’Ancona. Nel fatturato entrano anche Chiarello (a segno a Fermo), Bumbu (ad Arezzo), Pierozzi (in casa contro la Vis Pesaro), Berti (a Perugia) e infine Francesconi (ad Ancona). Insomma, quando Toscano si gira indietro e guarda la panchina, sa di avere un altro tesoro.

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