Cesena, Shpendi ha effettuato 28 tiri, le altre tre punte in totale arrivano a 24

All’undicesima partita si è fermato anche il Cesena. Prima dell’ultima giornata di campionato c’erano solo due squadre che avevano sempre segnato almeno un gol in tutte le gare disputate finora: il Pescara e appunto il Cesena. Gli abruzzesi sono stati respinti (e poi asfaltati) dal Palermo, il Cavalluccio ha sparato per la prima volta a salve al San Nicola di Bari, dove la maledizione continua. Sull’interpretazione della partita non ci sono dubbi: la squadra di Mignani ha sempre tenuto in mano il volante, concedendo solo un tiro (parato da Klinsmann ad Antonucci) e un cross, che al minuto 80 ha fatto tutta la differenza del mondo a causa di una lettura sbagliata da chi (Ciofi) non aveva ancora commesso errori in stagione. Ma un gol il Cesena è sempre stato abituato a prenderlo e solo a Bolzano la porta bianconera è rimasta inviolata. Sottolineato che il rapporto tra tiri e occasioni concesse e gol incassati continua a non funzionare, questa volta il Cavalluccio è mancato nell’altra area, soprattutto con i propri attaccanti. Mignani li ha schierati tutti ma il gol non è arrivato.

Cooperativa

Nelle prime 10 giornate, chiuse a una media-promozione di 2 punti a partita, la forza del Cesena è stata soprattutto una: aver nascosto le carenze del reparto punte riuscendo sempre a trovare almeno un gol con difensori, centrocampisti o esterni. Bolzano a parte, nelle gare di ottobre avevano segnato due esterni (Ciervo con la Reggiana e Frabotta con lo Spezia) e un centrocampista (Berti con la Carrarese), mentre nei primi due mesi il Cesena aveva trovato il gol con altri due centrocampisti (Bisoli a Pescara e Castagnetti a Genova), un difensore (Zaro a Marassi) e un esterno (Ciervo a Venezia e Frosinone). A Bari, pur avendo tirato spesso anche con i centrocampisti (tre volte con Francesconi, cui è stato ingiustamente annullato un gol in avvio, e due volte con Berti), è mancata la stoccata delle punte. Proprio nel reparto avanzato ci sono numeri che invitano a riflettere.

Tanto Shpendi e poi?

In un primo tempo dominato, il bianconero più pericoloso al tiro è stato Cristian Shpendi, che si è mangiato il possibile vantaggio al 12’, non sfruttando una geniale verticalizzazione di Berti, e che poi ha sbattuto contro Cerofolini, decisivo con una parata “hockeystica” al 27’. Oltre ad essere il miglior marcatore del Cesena, il centravanti italo-albanese è il quinto giocatore in B per tiri complessivi (28 conclusioni). Nelle prime 11 giornate hanno calciato di più solo Cisse (Catanzaro) e Yeboah (Venezia), autori di 32 tiri a testa, Ghedjemis (Frosinone) e Coda (Sampdoria) con 29. Non solo: Cristian Shpendi è anche il miglior giocatore della Serie B per xG su azione con 5.6 e alle sue spalle sul podio ci sono il gemello Stiven, staccatissimo a 4.0, e il compagno di reparto Blesa (3.5). Ma qui arrivano le dolenti note e si presenta il vero problema del Cesena. Se Shpendi calcia (e a volte sbaglia) tanto, gli altri tre compagni di reparto hanno numeri modestissimi e insieme non si avvicinano al fatturato del gemello. Il caso più emblematico riguarda proprio Blesa, buonissimo “costruttore” e ottimo atleta, ma per ora poco pericoloso: lo spagnolo ha il minutaggio più alto di tutti ma ha calciato solo 13 volte con appena 4 conclusioni nello specchio. A Pescara era partito fortissimo: due tiri in porta e uno fuori ma soprattutto il primo gol italiano. Poi è riuscito a tirare più di una volta solo contro il Palermo (due tiri nella stessa azione: il primo respinto da Augello, il secondo finito in rete) e lo Spezia, nell’ultima gara in cui ha sfiorato il gol colpendo un palo clamoroso. A Bari è stato l’unico ad aver giocato 90 minuti, ma senza andare al tiro. Alle sue spalle c’è Siren Diao con 8 conclusioni (3 nello specchio): una a Pescara, due a Venezia, una a Frosinone, tre contro la Carrarese e una a Bari. Staccatissimo c’è Marco Olivieri, che sulla coscienza ha ancora il gol mangiato con la Reggiana, uno dei 3 tiri scoccati dall’ex juventino, che non ha mai inquadrato la porta. Ecco perché Shpendi resta l’uomo più importante del Cesena, quantomeno nell’area avversaria.

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