Cesena, la rinascita dei “10”: Antonucci ha quattro esempi da seguire

Una partenza lenta, accompagnata da qualche mugugno, un paio di partite discrete (La Spezia e soprattutto Modena), e poi la svolta in una settimana. Prima a Pisa in Coppa Italia e poi contro il Mantova in campionato l’uomo-copertina del Cesena è sempre stato lo stesso: Mirko Antonucci. Il trequartista di Roma non ha segnato ma ha dato spettacolo, distribuendo assist (uno a Celia all’Arena Garibaldi e uno a Tavsan domenica) e sfiorando più volte il gol, che gli è stato cancellato dalla traversa a Pisa e dai guanti di Festa al Manuzzi. Antonucci ha saputo aspettare con ammirevole pazienza e, complice l’infortunio di Berti, è salito in cattedra nel momento giusto. Ora arriva il difficile: confermarsi. Cioè trovare la continuità di rendimento dentro a una stagione dove il numero 23 è atteso al varco. In attesa di ulteriori risposte sul campo, Antonucci può già annotare alcuni casi del passato che proprio da queste parti ricordano da vicino la sua parabola: negli ultimi 30 anni, infatti, ci sono stati almeno quattro “numeri 10” molto attesi che sono esplosi e si sono rilanciati fragorosamente proprio con la maglia del Cesena.

Rima baciata

Le parabole di Aldo Dolcetti e di Emiliano Salvetti hanno caratterizzato alcuni dei momenti più belli degli Anni Novanta e Duemila. Il numero 10 di Salò, oggi nello staff di Max Allegri, arrivò a Cesena nell’estate 1993 dopo un biennio altalenante: Dolcetti fece piuttosto male a Messina nella stagione 1991-1992 e non molto meglio l’anno successivo a Lucca. Poi venne acquistato dal Cavalluccio e in Romagna le cose cambiarono drasticamente, tanto che Dolcetti rimase a Cesena per 4 stagioni disputando 139 partite e segnando 15 gol, sfiorando la promozione in Serie A, dove in passato aveva giocato solo con la maglia del Pisa.

Il figliol prodigo Salvetti vanta tre puntate diverse in maglia bianconera e proprio l’ultima avventura fu la più significativa: dopo aver esordito in B nel 1993-1994 ed aver sfiorato le 100 partite tra il 1996 e il 1999, il Genio di Forlì scelse di tornare a casa nel 2004 rescindendo in anticipo il contratto con il Verona. Il campionato di B era già cominciato e la partenza di Salvetti non fu positiva, perché il pupillo di Edmeo Lugaresi rimediò subito un infortunio che lo costrinse a saltare gran parte del girone d’andata. Nel ritorno cambiò passo, ma l’anno da incorniciare fu quello successivo, quando Salvetti segnò 18 gol giocando da mezzala.

Da Jimenez a Pierini

Gli ultimi due “10” che sono rinati a Cesena sono Luis Jimenez e Nicholas Pierini. Dimenticare il Mago cileno è ancora oggi impossibile. Dopo essere stato riscattato alle buste dalla Ternana, arrivò in Romagna in prestito con diritto di riscatto negli ultimi giorni di mercato nell’estate 2010, presentandosi fuori condizione e sovrappeso. L’obiettivo era cancellare la pessima stagione 2009-2010, quando Jimenez si palleggiò tra West Ham e Parma per un totale di 23 partite. L’inizio non fu semplice e al debutto contro il Lecce (da ala destra...) i dubbi lievitarono. Poi Jimenez si sbloccò contro la Juventus, all’inizio di novembre e nell’autunno-inverno 2010-2011 prese per mano il Cesena, portandolo alla salvezza in A con 9 gol e svariati assist. Discorso analogo tre anni fa per Pierini, altro giocatore che assomiglia tremendamente ad Antonucci. Venne acquistato a titolo definitivo dopo una stagione deludente tra Ascoli e Modena (con Mignani), cominciò male e poi esplose, chiudendo il campionato con 37 partite e 13 gol che gli valsero la chiamata del Venezia in B, il campionato dove quest’anno sarà proprio Antonucci a cercare la definitiva consacrazione.

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