Cesena, l’identità è già chiara ma serve qualche ritocco

Domenica sera, mentre si spegnevano le luci che avevano illuminato per due ore il Manuzzi, nessuno ha avuto dubbi su cosa non abbia funzionato nella prima partita ufficiale della nuova stagione. L’incredibile sequenza di errori dal dischetto è costata al Cesena l’immeritata eliminazione dalla Coppa Italia Frecciarossa, ma anche dentro alla peggior serie di penalty nella storia del Cavalluccio ci sono due buone notizie: la prima è che il rigorista della squadra (Cristian Shpendi) è stato l’unico a segnare, mentre la seconda è che in eventuali play-off o play-out di Serie B non sono mai previsti i calci di rigori.

Bene, bravi, ma...

A meno di una settimana dal debutto in campionato, meglio concentrarsi sulle parole pronunciate da Michele Mignani al termine della partita. In estrema sintesi: «Sono contento di quanto visto - ha confidato il tecnico del Cesena - e devo dire che abbiamo fatto uno step in più rispetto alle precedenti amichevoli, ma venerdì a Pescara comincia il campionato e sarà tutta un’altra storia».

Traduzione: i segnali sono incoraggianti, ma guai a illudersi nelle ultime curve del mese calcisticamente più ingannevole dell’anno e pesantemente condizionato dal mercato. Fatte le doverose premesse, la serata di Coppa ha offerto tanti buoni spunti in ordine sparso: la conferma di Klinsmann è un valore aggiunto, perché tra i pali del Cesena c’è uno dei migliori portieri della Serie B; l’identità del Cavalluccio è chiara e anche i nuovi acquisti stanno già imparando e applicando le richieste di Mignani; gli esperti Zaro e Bisoli sono due garanzie; Berti da regista intriga ma per lui Mignani pensa al ruolo di mezzala da palleggio; Ciervo e Frabotta hanno cominciato bene e Blesa sa fare tutto però è ancora «un attaccante inesplorato e tocca a noi scoprirne tutte le qualità», ha aggiunto Mignani. Il tecnico di Genova attende ora buone notizie dalle ultime due settimane di mercato ma nello stesso tempo ha il compito di oliare alcuni meccanismi, prendendo proprio spunto dalla sfida contro il Pisa, che ha offerto utili suggerimenti.

Dal mercato agli automatismi

La coperta in difesa è cortissima. Alle spalle di Ciofi, Zaro e Mangraviti non possono bastare Piacentini e due debuttanti assoluti come Guidi e Magni, che peraltro sono adattati e possono giocare in altre zone del campo. Serve necessariamente un “quarto titolare”, proprio come un anno fa, quando Mignani disponeva di Curto, Ciofi, Prestia e Mangraviti. Sugli esterni il Cesena sembra al completo: Ciervo ha qualità e corsa e sa esplorare tutta la fascia, mentre domenica sera non ha particolarmente brillato nell’ultimo passaggio, ma sembra già molto più coinvolto e coinvolgente del ciondolante Ceesay. Sull’altro versante le qualità di Frabotta non si discutono, ma l’ex juventino dovrà togliersi velocemente di dosso la ruggine accumulata in sette mesi abbondanti senza partite. Menzione speciale: al 77’, sul cross “intercontinentale” dell’ex compagno Cuadrado diretto verso il secondo palo, l’ex juventino ha chiuso una splendida diagonale anticipando di testa Tourè e ha evitato il classico gol che il Cesena incassava con estrema facilità un anno fa (e anche nell’amichevole di Mantova).

Domenica sera è mancata la connessione tra i due esterni, le classiche giocate “da quinto a quinto” che nel 3-5-2 hanno un peso specifico considerevole e dovrebbero portare (anche) un po’ di gol, ma il tempo non manca e Mignani potrà lavorarci in attesa di gambe migliori.

Il primo dilemma riguarda il centrocampo: ad oggi serve più un classico play “taglia e cuci” come Castagnetti o una mezzala di strappo che possa (anche) riempire meglio l’area di rigore avversaria? Il Cesena ha deciso di puntare su Castagnetti e questo significa che terrà anche Bastoni (che si alternerà con Berti come interno di palleggio, mentre Bisoli sarà l’assaltatore e il cuore della squadra). E sul Bastoni ammirato nel secondo tempo di domenica vale la pena insistere.

Ultimo capitolo: l’attacco. Ad oggi, la sensazione è che il Cesena davanti sia bello ma anche poco efficace. Blesa è un diamante grezzo che aggiunge il colpo di testa a un reparto senza veri specialisti del gioco aereo mentre Diao ha bisogno di più minuti per essere giudicato con lucidità. In attesa di Olivieri, le certezze sono due. La prima: Shpendi deve cancellare quell’ossessione per il gol che rischia di condizionarlo ancora troppo dentro l’area avversaria. La seconda: al Cavalluccio manca tremendamente un centravanti esperto e forte fisicamente, il classico pirata da B che possa convertire in gol qualche palla sporca. Altrimenti il rischio è quello di avere un Cesena bello ma anche incompiuto.

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