Corrado Di Taranto, quanto tempo le è servito per digerire la sconfitta di Bari?
Cesena, il dg Di Taranto a tutto campo: “Ora i contratti, a gennaio i rinforzi”
«In realtà non l’ho ancora mandata giù, però la prestazione mi ha aiutato a tenere alto il morale. Ed era la terza partita in una settimana contro una squadra che ne aveva giocata solo una prima di noi, saltando il turno infrasettimanale. Penso che nessuno se ne sia accorto. Dispiace solo per i punti buttati via, senza dimenticare che anche noi un gol lo avevamo segnato. Se fossimo andati in vantaggio, sarebbe finita in modo diverso. A questo proposito ci tengo a sottolineare una cosa».
Prego.
«Siamo una società che non ama alzare la voce e protestare, ma per noi il gol di Francesconi era valido, come documentano le immagini».
L’immeritata sconfitta di Bari ha sporcato una media che, dopo 10 giornate, vedeva viaggiare il Cesena a 2 punti a partita, lo stesso passo con cui il Pisa un anno fa è andato in A. Se l’aspettava?
«Io sono sempre ottimista, ma i risultati ottenuti finora sono al di sopra delle aspettative. Quindi faccio i complimenti a Mignani, che è il nostro valore aggiunto, a Fusco e alla squadra. Anche il più grande ottimista come me non avrebbe mai pensato di arrivare all’undicesima giornata con 20 punti, giocando tra l’altro 7 gare in trasferta e 4 gare in casa».
Oggi, rispetto a un anno fa, cosa ha di diverso il Cesena?
«E’ semplice rispondere. La differenza la stanno facendo la continuità tecnica e la consapevolezza dei nostri mezzi. Prendiamo Berti: è lo stesso di un anno fa, ma sa di essere più forte e in campo si vede. Lo stesso discorso vale per la squadra. Quanto alla continuità, il merito totale è dell’allenatore, che ha cavalcato l’onda e ulteriormente migliorato ciò che funzionava già bene nello scorso campionato».
Lei aveva lavorato con Fusco a Ferrara, in un contesto e in una categoria diversi. Come lo ha ritrovato?
«Con lo stesso entusiasmo e la stessa positività. Non era facile ripartire, ma lui è riuscito ad amalgamare il gruppo e lo staff. Insieme a lui, voglio citare anche Massimo Agostini, che ha toccato tanti tasti giusti in questi mesi».
Mignani e Fusco hanno il contratto in scadenza. Per ora avete dato la priorità ai giocatori, visto che hanno già prolungato Berti e Piacentini, ma per allenatore e direttore sportivo cosa dobbiamo aspettarci?
«La prima cosa da dire e da sottolineare riguarda proprio il rinnovo di Piacentini, che abbiamo comunicato oggi (ieri, ndr) e che per me supera quello di Berti o quello che annunceremo di Klinsmann. Il messaggio è chiaro: indipendentemente dai minuti o dalle partite, noi guardiamo alla qualità del lavoro e alla bontà del gruppo e Piacentini lo meritava. Per allenatore e direttore sportivo, invece, posso dire che la proprietà è in una fase di riflessione e che siamo tutti molto ottimisti per continuare su questa via. Il board è vicino a noi e si rende conto della bontà del lavoro di Mignani e di Fusco. Quello che stanno facendo non cade nel vuoto, quindi sono ottimista».
Tra meno di due mesi riapre il mercato. Ci sarà margine di manovra?
«Sì, ho già avuto la disponibilità da parte della proprietà per migliorare la squadra, quindi ci sarà un budget a disposizione per il direttore. Mancano poco meno di due mesi e ora abbiamo il tempo per pianificare il da farsi».
La scorsa estate c’era l’esigenza di perfezionare una cessione per creare una plusvalenza. Sarà così anche a gennaio?
«La volontà è di non cedere i migliori, poi dipenderà anche da eventuali offerte. Faremo valutazioni con proprietà e calciatori, ma la volontà del mese di gennaio è innanzitutto una: migliorare la squadra, qualora ce ne sia la possibilità».
Cosa manca al rinnovo di Klinsmann?
«Stiamo parlando, ma c’è grandissimo ottimismo. A breve comunicheremo il rinnovo, l’idea è di allungare di altri due anni».
Dal campo al contorno. La curva, dopo le ultime restrizioni imposte in trasferta, vi chiede di alzare la voce e di prendere posizione. Qual è il suo pensiero?
«Innanzitutto, vorrei avere più uniformità nelle decisioni che si prendono. Mi piacerebbe che venissero chiarite alcune cose anche alla società, quando si applicano determinate misure, perché è un dispiacere non vedere tanti tifosi in trasferta per prese di posizione forti di entrambe le parti».
Ma voi avete margine di manovra per fare qualcosa?
«Un anno fa siamo stati penalizzati a Brescia e a Cremona, ma anche in casa, con le restrizioni applicate contro Sampdoria, Pisa e Palermo. Il margine c’è nell’ottica dell’interlocuzione che abbiamo con la politica e con gli organi del calcio per l’ordine pubblico. Non è vero che non abbiamo fatto nulla: abbiamo espresso le nostre posizioni e parlato con entrambe le parti, poi abbiamo mandato un dossier alla Lega di B per testimoniare non solo il danno economico per gli incassi e il danno per la gente, ma anche per il prodotto che viene venduto fuori: gli stadi vuoti o i settori chiusi non offrono una bella immagine».
A proposito di settori, in arrivo ci sono tre partite con un bel pienone e torna d’attualità il tema sulla divisione della curva Ferrovia, sul quale si è già soffermato sul Corriere l’assessore Castorri. E’ stato già fatto un passo ufficiale da parte del Cesena?
«No, è un discorso prematuro, ma ci abbiamo pensato. Garantisco che è un argomento sensibile e che non cadrà nel vuoto».
Oggi verrà inaugurata la nuova hospitality. Che vantaggi vi porta?
«Aumenteranno unione e interlocuzione tra i vari sostenitori del Cesena, per noi è un grande valore aggiunto. La struttura precedente non era più adatta al livello, anche dal punto di vista numerico, di chi ci sostiene. Non era più il palcoscenico giusto, quindi è stato creato un ambiente splendido e ideale. Un passo in avanti per la società e anche un forte messaggio della proprietà alla città. L’anno prossimo investiremo ancora, ma sul centro sportivo di Villa Silvia».
In che modo?
«Vorremmo costruire un nuovo campo e una nuova area spogliatoi, per giocare più gare del settore giovanile e non intasare Martorano, ma anche per dare uno sbocco migliore alla prima squadra».
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