Cesena-Fermana, Azeglio Vicini e quello scarpone che sembrava Cabrini

Il Cesena ha fissato il premio promozione, con circa un milione e mezzo in palio per staff e giocatori in caso di B. In più ci sarebbe un altro premio su cui ragionare, visto che da ieri sera c’è un bel po’ di gente in credito con la società. Sono i 6.500 abbonati o giù di lì che hanno pagato per vedere tutte le partite in casa, invece Cesena-Fermana non l’hanno vista. Che poi in estate lo si chiami premio promozione o premio fedeltà, cambia poco: qualunque sarà la categoria, conta il fatto che qualcosa spetta anche a loro. Qualunque sia la categoria, sarebbe un gesto di stile della società ricordarsi di tifosi che hanno pagato una partita in più e quindi nell’abbonamento 2024-25 meriterebbero di pagare una partita in meno.

A proposito di stile. Lo scorso 30 gennaio è scoccato il sesto anno da quando Azeglio Vicini ci ha lasciato. La storia di Vicini è davvero bella, ma ha un problema: se fosse un film, non ci crederebbe nessuno. Intanto è stato un centrocampista che in carriera ha giocato oltre 400 partite e non è mai stato ammonito. Mai. E ancora. Tra il 1986 e il 1991, l’Italia ha avuto un commissario tecnico della Nazionale che trovavi sull’elenco telefonico di Cesenatico, maestro in scelte impopolari. Ve lo immaginate tra due anni Luciano Spalletti che lascia la Nazionale e poi scende in B per salvare il Pisa? Oppure Roberto Mancini che... vabbé qui non iniziamo neanche. Comunque: nel marzo 1993 il 60enne Vicini dopo l’addio alla Nazionale dice sì alla chiamata del Cesena, che ha esonerato Salvemini e deve salvarsi in B. Nel primo allenamento a Villa Silvia non si mette nemmeno la tuta: dopo la presentazione ai giornalisti, entra in campo in mocassini, giacca e cravatta e il suo discorso per sciogliere la tensione è lungo due parole.

“Ragazzi, partitella”.

Dispone i giocatori un po’ a sentimento, piazza pure il 23enne Gian Battista Scugugia terzino sinistro, poi dopo una mezzoretta si avvicina alla panchina di bordo campo dove è seduto Edmeo Lugaresi.

“Edmeo, quell’Hubner non è mica male”.

“Mah, a un dato momento, per ora non ha fatto granché”.

“E il ragazzo a sinistra? Sta a vedere che ho già trovato il mio nuovo Cabrini”.

“E chi sarebbe Cabrini tra questi qui?”

“Scugugia. Non pensavo fosse così bravo”.

“Chi?! Scugugia? Dai va là Azeglio, lascia stare, Scugugia è uno scarpone, è pure destro di piede. Cosa c’entra con Cabrini?”.

Partitella finita: giocatori verso la doccia e Lugaresi avvicina Scugugia.

“Scugugia?”

“Sì presidente?”.

“Ad Azeglio sei piaciuto un sacco, pensa che mi ha detto che gli ricordi Cabrini”.

“Davvero?”

(Sole che splende, uccellini che cinguettano sulla testa di Battista).

“Sì, bella patacata eh? Ti rendi conto? Infatti gli ho subito detto che non ha capito niente e che sei solo uno scarpone”.

(Nuvole nere oscurano la vallata, uccellini uccisi da una raffica di colpi).

Invece Scugugia fa davvero un campionatone in quella squadra che si salva in carrozza. Vicini a fine stagione cambia aria, come annunciato fin dall’inizio a Lugaresi. Ha due offerte importanti: dall’Udinese in A e dalla Fiorentina appena retrocessa in B. Lugaresi gli dice: “Vai a Firenze, tengono Batistuta e fanno lo squadrone per la B, con Pozzo a Udine non sai mai come va a finire”. Vicini invece sceglie Udine e la serie A e vuole che l’Udinese gli prenda dal Cesena il portiere Fontana e Scugugia in difesa. Il Cesena dice sì: Scugugia firma un triennale con l’Udinese, poi succede l’imponderabile. L’Udinese cede il centrocampista Dell’Anno all’Inter, ma l’Inter chiude l’affare solo se il portiere Caniato fa il percorso inverso e va a Udine. L’Udinese chiama Lugaresi e fa saltare l’affare-Fontana, Lugaresi sbrocca, ribalta il tavolo e fa saltare pure Scugugia. Vicini perde il suo nuovo Cabrini, Lugaresi tiene il suo solito scarpone.

Nel 1993-’94 Vicini verrà esonerato dopo 7 partite a Udine e non allenerà più, mentre Scugugia a Cesena fece un’altra grande stagione in B (difensore centrale da 4 gol). Fu l’anno in cui nacque il coro “Gioca bene o gioca male, Gian Battista in Nazionale”, dedicato a un ragazzo che in campo sprizzava energia e infatti ha giocato fino a quasi 50 anni, lui che fu il nuovo Cabrini per un pomeriggio e lo scarpone preferito da Lugaresi per tutta una carriera.

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