Cesena, dalla “doppietta” di Bisoli agli addii di Radice, Bagnoli e Bolchi: la sfilata dei predecessori di Toscano

C’è chi è stato confermato, chi scaricato, chi se ne andato, chi è rimasto e ha concesso il bis, chi invece non si è ripetuto. Sono gli allenatori del Cesena freschi di promozione, come oggi è Domenico Toscano, per il quale formalmente è scattato il rinnovo contrattuale ma che al momento ha preferito rinviare il discorso sul proprio futuro alla fine del campionato.

Doppio salto

Diversi e variegati sono i tredici precedenti a cui il tecnico calabrese può o meno fare riferimento. Partiamo da quello ideale di Pierpaolo Bisoli che nel 2008-2009 vinse in Prima Divisione. Rimasto tra i cadetti alla guida dei bianconeri firmò una nuova promozione in A, realizzando un doppio salto senza precedenti nella storia del Cavalluccio. Dopo il bis lasciò per andare al Cagliari (dove non concluderà la stagione) e spiegò così la sua decisione: «Mi sento prosciugato dopo due stagioni incredibili. Per come vivo io il calcio non posso rimanere a Cesena e vivere di rendita». Qualche tempo dopo, invece, dichiarò di essere stato scaricato («Non mi volevano più tra i piedi») dal presidente Igor Campedelli, il quale tuttavia nel 2012 lo richiamò. Nella stagione successiva centrò un’altra promozione (2013-2014) in A e questa volta decise di rimanere, ma dopo 14 giornate fu esonerato.

Fedelissimi della panchina

Positiva fu anche l’esperienza di Fabrizio Castori con la promozione in B nel 2003-2004, a cui seguirono una salvezza in cadetteria e una serie A sfiorata per una delle più longeve permanenze come allenatore del Cesena. Un fedelissimo della panchina fu Renato Lucchi (9 stagioni) che nel 1956-57 portò il Cesena dalla Promozione all’Interregionale. L’anno seguente disputò un campionato di transizione centrando la salvezza agli spareggi.

Addio dopo il trionfo

Già detto di Bisoli, i tre tecnici che lo avevano preceduto nella conquista della serie A avevano tutti preferito lasciare la Romagna da vincitori. Luigi Radice al termine del torneo cadetto 1972-73 si accasò alla Fiorentina per continuare il suo percorso di crescita e avviarsi ad una lunga carriera ricca di soddisfazioni. Osvaldo Bagnoli (1980-81) e Bruno Bolchi (1986-87) rinunciarono, invece, alla serie A e ripartirono dal piano di sotto. Bagnoli andò a Verona (dove vincerà lo scudetto), città di origine della moglie, per esigenze legate alla salute della figlia non vedente. Anche Bolchi, andato ad Arezzo, motivò la sua scelta per motivi familiari ovvero per stare più vicino alla famiglia a Montecatini. In Toscana gli andò male e fu esonerato.

Confermati e esonerati

Non andò bene neppure ad alcuni tecnici rimasti in Romagna dopo la promozione, come il già citato Bisoli. Arnaldo Pantani, conquistata la serie C, fu confermato nel 1960-61 come direttore tecnico affiancato dal giocatore Renzo Burini, ma i risultati non positivi produssero una girandola di tecnici con lo stesso Pantani sostituito, richiamato e ancora sostituito. Non riuscirono a concludere il campionato in bianconero nella categoria superiore neppure Cesare Meucci (in B nel 1968-69) e Corrado Benedetti (in B nel 1998-99). Singolare il caso di Marcello Pellarin il quale, salito in IV Serie, aveva deciso di continuare nel 1953-54 ma nei panni di direttore tecnico. Tuttavia il forfait all’ultimo di Giuseppe Molina lo costrinse a sedere nuovamente in panchina, fino all’arrivo di Pietro Magni. Caso unico, infine, quello di Giuseppe Angelini, non confermato nonostante la promozione dalla D alla C nel 2018-2019.

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