Cesena, Castagnetti si è subito preso la scena, ma a funzionare è tutta l’orchestra Mignani

Un po’ Camillo Ciano, per il meraviglioso dipinto su punizione, e un po’ Davide Di Gennaro, per la leadership rovesciata velocemente sul campo al debutto. Fin qui il legame con il passato, ma la classe infinita di Michele Castagnetti è una polizza assicurativa soprattutto sul presente e sul futuro. Il regista di Montecchio ha impiegato una partita per conquistare Cesena e il Cesena.

Leader

Dopo aver preso appunti dalla tribuna contro l’Entella e dopo aver saggiato le qualità del gruppo in due settimane di allenamenti, Castagnetti ha preso in mano il volante della squadra e non lo ha mai mollato. Il 10° gol in carriera in Serie B è servito per affrescare la copertina, ma prima e dopo il nuovo numero 4 del Cesena ha scritto il primo capitolo del libro intitolato “Come prendersi una squadra in una partita”. La partita di Castagnetti è stata una lezione di taglia e cuci, di letture perfette senza palla e di idee precise in orizzontale e in verticale, gioco lungo e gioco corto. “Casta” scherma, imposta, detta i tempi quando il Cesena deve accelerare e rallenta quando il Cesena deve rifiatare. E poi sa anche difendere. Ricordate Cesena-Cremonese di un anno fa al Manuzzi? A fine primo tempo la squadra di Mignani sfrutta uno svarione della Cremonese in uscita da un corner a favore e parte in contropiede, con due uomini (Berti e Antonucci) lanciatissimi contro uno (Castagnetti), che porta l’azione fino ai confini dell’area di rigore grigiorossa. La palla di Berti non è perfetta, ma Antonucci controlla e calcia: sarebbe gol se non fosse per l’intervento miracoloso di Castagnetti, impeccabile nella corsa all’indietro e nella scelta. Stesso discorso venerdì a Marassi, quando il regista del Cesena ha completato un paio di diagonali difensive vincenti, l’ultima delle quali “cancellata” da un fischio di Mariani per un precedente fallo su Mangraviti. Ma, anche senza quel fischio, Klinsmann non avrebbe corso pericoli grazie alla lettura di “Casta”.

La fase difensiva

Per vincere un’altra volta in trasferta e salire a 7 punti, però, non può bastare un solo violino. Servono anche tutti gli altri strumenti di un’orchestra che funziona a meraviglia soprattutto quando l’avversario non è asfissiante come la Virtus Entella (che ieri ha sconfitto il Mantova) e lascia qualche spazio di troppo, che il Cesena sa sempre occupare con successo, perché alla base di tutto ci sono una forte identità e un piano partita sempre lucido che esce dalla bacchetta del direttore d’orchestra seduto in panchina. Una delle basi di questa splendida partenza riguarda la fase difensiva, all’ombra di un Giovanni Zaro che ha inaugurato la prima stagione in Romagna nel migliore dei modi. Paradossalmente il Cavalluccio non è ancora riuscito a chiudere la porta in campionato, ma questo dato non rende giustizia al lavoro svolto dalla squadra in fase di non possesso e soprattutto ai numeri. Nelle prime tre giornate il Cesena ha concesso 6 tiri in porta complessivi a Pescara, Virtus Entella e Sampdoria. Dentro a questa somma, ci sono anche due “telefonate” di Sgarbi e Cangiano all’Adriatico, che hanno solo fatto il solletico a Klinsmann. Quindi, gol a parte, l’unico vero tiro pericoloso concesso è stato il colpo di testa di Olzer al minuto 92 di Pescara-Cesena, a partita sepolta e nato da una lettura sbagliata di Celia, mentre nelle due gare successive il Cavalluccio ha lasciato solo una mischia, costata 2 punti contro i liguri, e appunto un tiro da fuori a Ioannou, che ha riaperto la gara di Marassi solo grazie alla sfortunata deviazione di Adamo. In tre gare ufficiali il Cesena ha preso solo un gol dentro ai 90 minuti regolamentari (l’1-1 di Olzer) e altri due nel recupero. Non solo: 2 dei 3 gol incassati sono arrivati da fuori area, mentre quello di Franzoni sugli sviluppi di una palla inattiva. Su azione manovrata e da dentro l’area, infatti, al momento Klinsmann è imbattuto. Contro la Samp, ad esempio, l’unica conclusione blucerchiata dall’interno dei 16 metri è stata di Coda (colpo di testa fuori) quando il Cesena era in dieci con Mangraviti si a bordocampo per riprendersi dalla pallonata rimediata alla tempia in barriera. In questo senso, le sfide contro Venezia e Palermo saranno un durissimo crash test per la banda di Mignani.

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