Calcio C, Zecca e il Cesena no limits: «Siamo il Milan della C»

Se Netflix dovesse mai varcare i cancelli del quartier generale di Villa Silvia dedicherebbe una serie o un docu-film a Giacomo Zecca e non solo per l’indiscutibile spessore umano del ventitreenne piacentino. Dal 2 settembre 2019, quando Zecca firmò un triennale con il Cesena, a oggi sono successe tantissime cose, una specie di film con un sacco di puntate più o meno avvincenti: un primo mese folgorante nella scorsa stagione, un drastico calo, la cessione invernale al Padova, il ritorno da ex al Manuzzi, il mancato riscatto da parte dei biancoscudati, un’estate con la valigia in mano, la mancata cessione, l’infortunio muscolare di ottobre e gli ultimi due mesi con tanto di indimenticabile firma da tre punti contro la Sambenedettese: «Diciamo pure – sorride Zecca – che non mi sono fatto mancare nulla in un anno e mezzo. Sì, è stata come una serie televisiva a puntate, con tanti titoli». Reduce dalla miglior prestazione stagionale ad Arezzo, con un primo tempo da apriscatole del fanalino di coda, Zecca comincia dalla svolta: «Matelica-Cesena, senza dubbio».

Cambio di passo

Era il 22 novembre 2020 e nell’ultimo quarto d’ora il numero 7 entra in campo con il Cavalluccio a un passo dalla resa, specialmente dopo il rigore del 2-0: «Quella partita è stata la svolta per me e per il Cesena. Personalmente, dopo una partenza difficile e un infortunio, il nuovo ciclo era cominciato 10 giorni prima a Pesaro, quando sono entrato nel finale, e soprattutto nel secondo tempo del derby contro il Ravenna (con due assist, ndr). Ma contro il Matelica è arrivata la vera svolta e lì si è acceso il fuoco. Da quel giorno ho saltato solo una partita (a Legnago, ndr), sono riuscito a segnare un gol fondamentale contro la Sambenedettese e sabato ad Arezzo ho giocato la mia miglior partita di questa stagione. Sono soddisfatto, anche perché il mio cambio di passo è coinciso con quello del Cesena».

Valigia in mano

Eppure, dopo il lockdown di primavera e un’estate vissuta con la valigia in mano, Zecca era pronto a cambiare aria. O meglio, il Cesena aveva inizialmente pensato a un altro parcheggio altrove: «Forse anche per questo motivo, come è normale che sia, non sono riuscito a trovare molto spazio nel primo mese di questa stagione. Sono entrato bene a Perugia, sbagliando un gol nel finale, poi mi sono infortunato due giorni dopo Gubbio-Cesena, uno stiramento che mi ha tenuto fuori tre partite, proprio nella settimana più difficile con il grave infortunio di Sasà. In quei giorni ho pensato per un attimo che qualcosa evidentemente non girava, ma dentro di me sentivo che prima o poi sarebbe arrivata l’occasione giusta, perché in allenamento ho sempre dato il massimo e Viali è un allenatore che concede a tutti una possibilità e si basa molto sul lavoro settimanale. A Pesaro sono entrato, poi sono arrivati i due scampoli con Ravenna e Matelica che hanno cambiato la mia stagione». A proposito di cambiamenti, cosa è successo negli ultimi due mesi? «Personalmente nulla. Ho sempre mantenuto un livello alto durante la settimana e poi sono sempre stato bene. Io ci sono sempre stato e sono contento di aver avuto questo spazio».

Fiducia

Due parole sugli acciacchi («sabato ho preso un sacco di botte, prima a un piede sulla mancata espulsione di Luciani, e poi a una gamba quando ho fatto ammonire Karkalis») ma soprattutto sulla partita di Arezzo («a volte mi assento perché amo correre a strappi, ma non mi era mai capitato di toccare il pallone almeno una volta al minuto come accaduto nel primo tempo di sabato, dove siamo stati devastanti»), poi Zecca prende fiato e ricomincia a modo suo: «Cosa è cambiato quest’anno? Tante cose. Viali è un allenatore tranquillo, che sbrocca solo se serve veramente durante la partita, ma non durante la settimana, quando lavoriamo con grande serenità. Io ho bisogno di questo e ora sto veramente bene. Quest’estate ci avevo visto giusto quando dicevo che la mia intenzione era rimanere e adesso non vado via, perché sento la fiducia. La squadra? Siamo il Milan del girone. Come ha detto Pioli lunedì dopo Cagliari, se avessimo anche i tifosi oggi voleremmo. Contro la Samb ho segnato il gol più importante ed emozionante della mia carriera, ma tutte le volte che lo riguardo mi chiedo cosa sarebbe successo se la curva fosse stata piena».

Vizi e Virtus

Finale sull’insidiosa buccia di banana in arrivo domenica al Manuzzi, una Virtus Verona contro cui Zecca non ha mai giocato gare banali: «Anno scorso contro di loro ho debuttato all’andata e giocato pure al ritorno in un 3-3 molto strano. E’ una squadra che non perde mai ed è solidissima, però noi siamo affamati. L’anno scorso con loro ho rischiato di segnare sia all’andata che al ritorno, ma a Verona un difensore ha salvato sulla linea e a Cesena ho preso la traversa. Sabato vorrei segnare».

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