Poco più di un anno fa Moreno Zebi aveva appena concluso la sua seconda avventura ai playoff da direttore sportivo del Cesena. Dodici mesi dopo l’ex centrocampista bianconero, da spettatore interessato, mette nel mirino la fase nazionale degli spareggi che scatta questa sera: Zebi, da ex dirigente del Novara, conosce molto bene le squadre del Girone A, per non parlare del Cavalluccio e del “suo” Gubbio.
Direttore, cominciamo dal Cesena. Come lo ha visto da “fuori”?
«Nel complesso ha rispettato il primo pronostico: essere protagonista e giocarsi fino alla fine la promozione. Poi non sono riusciti a vincere per colpa di qualche dettaglio, tipo alcuni punti persi contro squadre alla portata. Per il resto, a fronte degli investimenti diversi rispetto al mio biennio, la squadra è cresciuta nell’attitudine e nell’abitudine a essere protagonista. Ho visto una squadra consapevole, solida e forte. Da seconda e con questo organico, il Cesena può essere protagonista ai playoff anche se gli imprevisti, come abbiamo imparato sulla nostra pelle, possono essere decisivi».
Cosa la colpisce del Cesena?
«È una squadra concreta, pragmatica, composta da giocatori che possono risolvere la partita da un momento all’altro. Sai che con il Cesena il gol può arrivare sempre. Poi mi colpisce e mi rende orgoglioso la crescita di alcuni giovani, come Stiven Shpendi, che avevamo apprezzato da vicino, o quella di Brambilla, che abbiamo acquistato due anni fa. Poi ci sarebbe Ciofi, con cui ho condiviso un percorso, ma Andrea ormai non è più un giovane».
C’è un giocatore dell’attuale rosa che avrebbe voluto acquistare?
«Più di uno. Avevamo trattato Prestia, poi davanti in C c’è una garanzia come Corazza».
Quando ripensa ai due playoff giocati dal suo Cesena, cosa pensa?
«Penso che vorrei rigiocare ancora, a distanza di un anno, la partita contro il Monopoli. E magari anche quella contro l’Ancona Matelica. Sono gli unici rimpianti della mia bellissima esperienza in Romagna, ma a volte nel calcio il destino è tremendo e i playoff sono indecifrabili».
A maggior ragione i playoff di quest’anno, cominciati in ritardo.
«Sono ancora più indecifrabili per questa lunga pausa, che può pesare soprattutto per le seconde, che entrano dopo 33 giorni affrontando una squadra che ha giocato almeno due gare».
Questa sera comincia la fase nazionale e noi ci affidiamo a lei per presentare le cinque partite. Cominciamo da Ancona-Lecco.
«Il Lecco l’ho affrontato con il Novara, è una squadra che ha ritmo e mentalità, qualche giocatore esperto e alcuni giovani molto interessanti. Non mi ha mai impressionato come qualità del gioco, però mette ritmo e non ha pressioni. L’Ancona ha giocatori di qualità maggiore, non mi sono piaciuti in queste due gare dei playoff, ma hanno tirato su una gara persa e hanno vinto a Carrara. Hanno cambiato assetto e hanno giocatori che possono risolvere la gara. La classifica dice Lecco, ma è un turno molto aperto. Non vedo una favorita».
Virtus Verona-Pescara?
«Due mondi agli antipodi. Il Pescara per qualità e profondità della rosa avrebbe potuto anche fare meglio in campionato. Con un ritrovato entusiasmo e con Zeman diventa pericoloso e può rompere le scatole a tanti. Conosco bene la Virtus Verona: è una piccola realtà del nostro campionato, ma ha grande abilità nel trovare e far crescere giocatori. Lavorano bene, non hanno pressioni e sognano. E soprattutto non sono sprovveduti. Favorito il Pescara, perché è più forte, però…».
Audace Cerignola-Foggia?
«Il Foggia ha una storia e un percorso importanti, ma in campo ci vanno i giocatori e il presente e il presente dice che il Cerignola è una grande realtà e ha battuto due volte i rossoneri in campionato. Dico Foggia, perché mi piacerebbe vedere fino in fondo piazze importanti con stadi grandi e piedi. Ma il Cerignola è forte e gioca bene. E non avrà alcuna pressione».
Pro Sesto-Vicenza?
«Il Vicenza ha la rosa più forte del Girone A e anche del Girone B, per me al pari della Reggiana e del Catanzaro. Hanno vissuto una stagione difficile e tribolata, ma alle spalle ha una piazza vera, tanti tifosi, ha vinto la Coppa e arriva bene a questo appuntamento. Sono favoriti, ma la Pro Sesto rappresenta la tipica squadra di C. Giovani che corrono, alcuni più esperti che si stanno rilanciando quest’anno. Hanno uno spirito incredibile, sognano e non sono mai stati così in alto. Ma il Vicenza deve arrivare almeno in semifinale».
Gubbio-Virtus Entella?
«Il Gubbio ha svoltato grazie al gol realizzato contro il Cesena al 97’, da quella partita non ha più perso. Si parlava di ribaltoni tecnici e di altro, invece si sono risollevati. L’Entella non può non essere la favorita, ha una società ambiziosa e ricca, ha lanciato giocatori importanti e ogni anno si è sempre rinforzata. Lavorano insieme da tanti anni e sono favoriti, devono quantomeno passare questo turno. Il Gubbio arriva con un po’ di fiatone, ma in città è tornato entusiasmo. Il campo sintetico dell’Entella può essere una discriminante, le due gare sono finite 0-0, questa volta il Gubbio deve vincerne almeno una. Dico Entella perché non posso pensare che possano uscire subito, ma il Gubbio sta bene ed è carico. E poi c’è Braglia…».