Calcio C, Rimini-Cesena: quell'inutile musica a tutto volume allo stadio in un derby - Gallery

Erano quasi 200 i tifosi del Cesena che hanno affrontato la breve trasferta in scooter lungo la via Emilia. Una carovana in bianconero che non ha creato problemi di nessun tipo.
Alle 14 il Romeo Neri si è riempito e qui dovrebbe iniziare lo spettacolo delle curve, i cori, gli sfottò reciproci, che spesso sono anche pesanti. Un piccolo show nello show. Invece accade che la musica che viene sparata dagli altoparlanti sia talmente alta da annullare tutto ciò che può succedere prima del match, non solo la sfida tra le curve, ma anche un semplice colloquio con il vicino di sedia. Va bene caricare l’ambiente, ma basterebbe anche la metà dei decibel. Comunque la coreografia si apprezza, quantomeno con lo sguardo. Vedere il Romeo Neri pieno come un uovo, dopo tanti anni, riempie il cuore. La partita è stata ben preparata anche a livello organizzativo. Letteralmente non si vede l’ora che inizi il match, perché finalmente sono protagonisti non solo i giocatori in campo, ma anche i tifosi in curva e sugli spalti. Nelle curve sventolano bandiere e stendardi, nella Curva Est spinta una richiesta piuttosto eloquente “Avvicinate la curva” (al campo). Nell’intervallo un tributo doveroso all’ex allenatore e giocatore del Rimini, Loris Pesaresi, scomparso nello scorso maggio, un pezzo importante di Rimini che se n’è andato troppo presto.
Si torna a giocare un derby sentito, vibrante, teso ma mai sopra le righe. Nelle curve si balla e si canta, cose che non si vedevano più da tempo e per questo oltremodo apprezzate, uno spettacolo che torna, quello del derby. C’è ancora spazio per uno striscione della Curva Est: “Tu vuò fa l’americano, ma sei solo il Martorano”. Ma gli americani Lewis e Aiello ci sono per davvero e sono in campo a sventolare le bandiere bianconere.

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