Il primo gol dei playoff proverà a segnarlo Andrea Nocera, fidatissimo preparatore atletico di Domenico Toscano, che da qui al 27 maggio avrà il compito più difficile di tutti: mantenere acceso il motore del Cesena e gestire al meglio i carichi di lavoro di 25 calciatori in un mese senza calcio e senza…precedenti.
Nocera, come ha accolto la notizia dello slittamento dei playoff?
«Sinceramente è una notizia che non mi è piaciuta e della quale avrei fatto volentieri a meno. Speravo di arrivare secondo e il secondo posto non lo baratto con nulla, ci mancherebbe, ma più tardi si gioca e più difficile è la ripartenza. Quindi l’ideale sarebbe stato ricominciare il 16, come da calendario, o magari il 20, non 11 giorni dopo. Però è andata così e dobbiamo accettarlo».
Qual è la difficoltà più grande in questo lunghissimo mese senza partite?
«È di carattere mentale. Perché la testa è il motore anche delle gambe. Quindi mi riferisco al coinvolgimento, l’attenzione, la fame. Con il nostro modo di lavorare, in situazione e lontani dalla prestazione, con lavori tattici e partite a tema, devi essere mentalmente coinvolto. Altrimenti, se mentalmente non sei sul pezzo, non riesci a dare tutto e paghi dazio. L’aspetto più difficile sarà la motivazione mentale e il coinvolgimento mentale. Quando sai che a fine settimana c’è la partita è facile, quando sai che la prima gara è tra un mese, è fisiologicamente rischioso staccare un po’ la spina. Ecco, il nostro compito più difficile sarà questo. Perché poi l’aspetto mentale si tira dietro tutte le altre componenti, fisica e tattica».
Come avete deciso di organizzare gli allenamenti e cosa cambierà nella vostra tabella di marcia?
«Avevamo già preparato una prima programmazione fino a domenica (domani, ndr) che non dipendeva dalla classifica finale, dalle date e dall’eventuale slittamento. Quindi cambierà solo il mese di maggio. Ci siamo presi un’altra settimana, fino al 7, per mettere in linea tutti: chi era in ritardo per qualche infortunio, chi aveva giocato meno o chi ha bisogno di rifiatare. In altre parole, la prossima settimana vogliamo portare tutti allo stesso livello. Poi, dall’8 al 21 maggio avremo altre due settimane-tipo durante le quali cercheremo di giocare più amichevoli possibili: l’ideale sarebbe disputarne una ogni 3-4 giorni per garantire a tutti lo stesso minutaggio. Infine, l’ultima settimana, da lunedì 22 maggio, sarà tradizionale. Per le amichevoli, cercheremo squadre di C: l’ideale sarebbe organizzarne quattro con nostre pari livello (una dovrebbe essere con la Juventus Next Gen, ndr), oppure una o due anche contro squadre di Serie D. L’importante è che siano partite vere».
Quale aspetto farà la differenza?
«Il lavoro di questo mese sarà determinante, io sono un malato di questo. Per lavorare al meglio, tutti i calciatori dovranno essere al top mentalmente durante ogni seduta. Senza le motivazioni giuste, rischi di spegnerti e tutto diventa inutile. Non c’è un calo di forma in un professionista che lavora tutti i giorni. Il calo di forma arriva solo se c’è un calo mentale».
La squadra come ha chiuso il campionato?
«Prendo e analizzo i dati pur non essendone schiavo. Prima di analizzarli, mi riguardo la partita. Per me la squadra ha finito in crescendo il campionato e in linea con il livello delle prestazioni. Quindi il Cesena è in crescita a 360 gradi, poi naturalmente alcuni calciatori non hanno chiuso al top. Prendiamo Prestia: il cambio di Alessandria era già programmato, poi ci ha condizionato l’espulsione di Corazza. Peppe sta bene, un fisico così possente ha solo bisogno di essere stressato al massimo. Come lui, altri hanno stretto i denti durante l’anno per esserci sempre, da Ciccio De Rose a Mustacchio, senza dimenticare Saber e Bianchi. Sono stati tutti davvero encomiabili. Altri si sarebbero fermati e avrebbero alzato la mano, da noi questo non succede mai. A volte il tifoso è portato a storcere il naso per quello che vede durante una partita e lo capisco. Ma se guardassero solo il lavoro settimanale e il cuore di questa squadra, allora applaudirebbero sempre. Vi dico di Ferrante: dopo essere stato escluso dai convocati contro la Vis, si è voluto allenare anche al sabato e alla domenica, nel giorno di riposo dopo la partita. Ha capito gli errori e ad Alessandria, come atteggiamento, si è visto».
Lei è tornato a lavorare a Cesena dopo l’esperienza con Drago. Che ambiente ha ritrovato?
«Ho ritrovato la stessa allegria, la stessa passione e la stessa accoglienza. Non è cambiato nulla, tranne la società. Ne ho trovato una seria e affamata, che vuole fare bene e che ha cominciato praticamente da zero come noi. Ci stimolano sempre, con il sorriso e la parola positiva. Hanno la nostra stessa voglia di vincere».