Calcio C, l'ex Maurizio Lauro: "Cesena, Toscano è la scelta giusta"

Dopo aver conquistato Cesena e il cuore dei cesenati con 6 anni irripetibili, Maurizio Lauro ha chiuso la propria carriera da calciatore a Terni nel biennio 2012-2014. In queste due stagioni il difensore di Ischia, oggi tecnico emergente reduce da una sofferta salvezza con il Mantova, ha lavorato con Domenico Toscano, futuro tecnico del Cavalluccio che 10 anni fa aveva appena riportato in B la Ternana.

Lauro, che esperienza ha vissuto in Umbria insieme a Toscano?

«La Ternana aveva appena vinto il campionato di Lega Pro e, quando arrivai dopo la retrocessione in B con il Cesena, si respirava grande entusiasmo. Toscano era stato naturalmente confermato e proprio in quella stagione debuttò tra i cadetti. Da neopromossa, per la Ternana fu una stagione abbastanza tranquilla e senza eccessivi rischi, chiudemmo al 9° posto e il campionato fu archiviato in modo positivo, tanto che la società scelse di confermare il tecnico. L’anno dopo, invece, i dirigenti alzarono l’asticella e Toscano allenò solo nel girone d’andata, prima di essere esonerato a Natale. La gente si aspettava di più, ma in fondo avevamo conquistato 22 punti».

Che tipo di allenatore è Toscano?

«Un allenatore moderno e non certo vecchio stampo, ma anche un tecnico concreto e pragmatico. L’impatto fu positivo, mi trovai molto bene in ritiro, ricordo che provava cose nuove e che la squadra lo ascoltava, anche se era giovane e al debutto in B. Giocavamo con la difesa a tre, un sistema che a me piaceva e che esaltava le mie caratteristiche, ma sapeva anche cambiare. Non è mai stato un allenatore integralista, anche se la difesa a tre era la sua base di partenza e dietro lavorava molto bene».

Dal punto di vista caratteriale, invece, cosa ricorda di Toscano?

«E’ un allenatore molto esigente, che lavora tantissimo sul campo e che fa pedalare le proprie squadre. Io penso che per Cesena possa essere l’allenatore giusto per due motivi: in questi 10 anni ha fatto tante esperienze e soprattutto ha dimostrato di essere un allenatore vincente. Se sei in C e punti a salire in B subito o entro un paio di anni, scegliere Toscano è l’idea giusta».

A proposito di Cesena, lei affrontò i bianconeri in amichevole in agosto e durante la stagione ha seguito anche il Girone B, pur essendo impegnato con il Mantova nel Girone A. Che idea si è fatto di questa stagione?

«A me il Cesena è piaciuto, anche se ha perso nel modo peggiore una partita che non avrebbe mai dovuto perdere. Uscire così fa male, ma dal punto di vista tattico e del gioco non c’è nulla da dire. Casomai sono state troppe le sconfitte fragorose, pesanti nel gioco o nel punteggio, che lasciano inevitabilmente alcune scorie».

Osservando il Cesena da fuori, con l’occhio dell’allenatore, cosa è mancato ai bianconeri per fare il salto di qualità?

«Il Cesena ha sofferto la corsa e il dinamismo di alcune squadre, soprattutto quelle più fresche e magari anche più giovani e più spensierate. Dal punto di vista tattico non ho mai visto grossi problemi: tutti sapevamo come comportarsi in campo e l’identità di Viali emergeva sempre. Ma a volte ho visto la squadra in difficoltà contro chi andava forte. Anche con il Monopoli, nella gara di ritorno al Manuzzi, è andata così».

Con Toscano in panchina, il nuovo Cesena in cosa cambierà?

«Non entro nei discorsi tattici, anche se il passaggio dalla difesa a quattro alla difesa a tre è scontato. Di sicuro sarà un Cesena più tosto, più caratteriale, più simile al suo carattere: Toscano è un tecnico che chiede tanto e, in questo senso, può ricordare un po’ Bisoli».

Da quali giocatori ripartirebbe e quali potrebbero “incastrarsi” bene con le idee di Toscano?

«Io penso che il Cesena, al di là delle idee e dei moduli, debba ricominciare da Bortolussi e soprattutto da Pierini, che è stato l’uomo in più in questa stagione e che in C sa essere devastante».

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