Calcio C, De Rose più Saber: con due motori il Cesena resta sempre acceso

Bilancia a due piatti. Da una parte ci sono un gol meraviglioso e un’espulsione guadagnata nei due momenti chiave del secondo tempo. Dall’altra c’è semplicemente il volante della partita, tenuto in mano per 95 minuti e di conseguenza fumante e consumato. Al fischio finale di Cesena-Gubbio, l’esercizio più difficile è stato quello di pesare le impressionanti prestazioni di Saber e De Rose e soprattutto stabilire chi fosse stato il migliore in campo. I due centrocampisti del Cavalluccio hanno sovrastato due mestieranti della C come Marco Toscano e Rosaia nel primo tempo, obbligando poi un ottimo stratega come Braglia a metterci le mani e (con il senno di poi) a sgasare ulteriormente il Gubbio, prigioniero soprattutto nel traffico della vorace e spietata cerniera del Cesena, che ha asfaltato il 4-3-3 che il tecnico degli umbri ha “abbracciato” all’ora di gioco. L’infortunio di Bianchi durante il riscaldamento di Montevarchi-Cesena ha obbligato Domenico Toscano ad affidare la mediana del Cavalluccio, per due partite consecutive, a Saber e De Rose, perfetti al Brilli Peri e dominatori una settimana dopo al Manuzzi, grazie anche alla collaborazione di un Chiarello sempre più a suo agio e dentro agli ingranaggi del Cesena dopo una falsa partenza. Se la classifica marcatori è guidata dall’uomo-copertina Corazza e la difesa gioca all’ombra di un monumentale Prestia, quest’anno a centrocampo la Romagna bianconera ha ritrovato due leader, che in quelle fette di campo mancavano da troppo tempo.

Poca personalità

Negli ultimi tre campionati di C, prima con Modesto e poi con Viali, è stato proprio questo il grande limite. Nel 2019-2020 il Cesena affidò le chiavi del centrocampo a Rosaia e Franco, ma la “formula 2” non funzionò e ben presto ci fu bisogno di un equilibratore come De Feudis per sistemare una squadra organizzata bene in estate e poi evaporata molto in fretta in autunno. Nel biennio con Viali, invece, il centrocampista più affidabile è stato Steffè, che però non ha mai avuto le stimmate del leader, mentre hanno deluso i vari Petermann, Ardizzone, Rigoni e Missiroli. L’unico raggio di sole dal ritorno del Cesena tra i professionisti ha avuto un nome e un cognome: Davide Di Gennaro. Leader tecnico fin dal suo arrivo, magari un po’ anarchico tatticamente, ma dotato di classe sopraffina, è stato l’ultimo centrocampista a prendere in mano la squadra prima di quest’anno. Prima dell’avvento di Saber e De Rose, due centrocampisti di lotta e di governo di quelli che piacciono alla gente di Cesena.

Le promozioni

A proposito di gioco delle coppie, è interessante dare un’occhiata ai tre Cesena che hanno vinto la C dal 1997-1998 (Corrado Benedetti) al 2008-2009 (Pierpaolo Bisoli), passando per la stagione 2003-2004 (Fabrizio Castori). Negli ingranaggi della squadra di Benedetti fresca di retrocessione ma formidabile, c’erano Massimo Gadda e Matteo Superbi, che il Cesena sfiderà lunedì a Chiavari (è il direttore sportivo dei liguri): Gadda garantiva qualità e geometrie, Superbi dinamismo e quel morso fondamentale per fare la voce grossa nel mare tempestoso della C. Gadda guidò il Cesena in 32 giornate su 34 (segnando 2 gol), Superbi giocò 33 partite, mentre Gianluca Gaudenzi era la prima alternativa. Qualche anno dopo, a scaldare il cuore del Manuzzi ci pensarono Simone Confalone e Manolo Pestrin: il Confa venne schierato 28 volte in campionato da Castori e 3 nei play-off (3 gol), mentre il centrocampista romano, uno dei fedelissimi del tecnico di Tolentino (come De Rose per Toscano oggi) totalizzò 31 partite e firmò 2 reti. Per allestire il miglior centrocampo possibile nella stagione 2008-2009, cioè l’ultima volta in cui il Cesena ha trionfato in C, ci fu bisogno di più tempo: il debuttante Bisoli scelse di affidare inizialmente la regia a Moreno Zebi, fermato presto dagli infortuni. E allora ci fu bisogno di “ripescare” anche in quel caso Beppe De Feudis, che dall’autunno 2008 diventò il punto di riferimento della mediana bianconera al fianco dell’inesauribile Gianluca Segarelli: 27 presenze e 3 gol per il Conte, 31 partite per il suo fedele compagno di banco. Oggi comandano Saber e De Rose, che sognano lo stesso epilogo.

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