Calcio C, Cesena dal sogno -1 dalla Reggiana, all'incubo -1 dall'Entella

Due mesi per costruire una rimonta ed avvicinare il primo posto, sei giorni per retrocedere di tre punti e di una posizione in classifica. Nel giro di una settimana, dalla palla al centro di Cesena-Reggiana al fischio finale di Fiorenzuola-Cesena, il mondo del Cavalluccio è drasticamente cambiato. Se lunedì scorso, nel posticipo contro la capolista, il sogno era di arrivare a -1 dalla vetta in caso di successo al Manuzzi, due partite dopo la realtà dice che gli uomini di Domenico Toscano sono scesi addirittura al 3° posto, staccati di 7 punti dalla capolista per colpa dello scontro diretto perso mentre l’agognato -1 non è più sulla Reggiana ma sulla Virtus Entella, che oggi è la squadra più in forma del campionato, avendo guadagnato 5 punti sul Cesena e 2 punti sulla Reggiana in una settimana e di conseguenza essendo balzata al 2° posto con i due scontri diretti ancora da giocare contro emiliani e romagnoli. Ma questa è un’altra storia, da scrivere in rapida successione dall’11 al 14 marzo, quando i liguri andranno prima al Mapei Stadium e poi al Manuzzi. Il presente dice invece che il Cesena si è sgonfiato proprio sul più bello.

Entusiasmo

Il doppio appello di Toscano di sabato («dobbiamo crederci») e di inizio 2023 («ci siamo dati un obiettivo: non avere rimpianti da qui alla fine del campionato») è caduto nel vuoto, sepolto dalle tremende folate di vento di Fiorenzuola e soprattutto da un atteggiamento sbagliato. Nulla da eccepire sulla prestazione dei bianconeri contro la Reggiana, ma evidentemente l’adrenalina e il peso di quella partita hanno soffocato la squadra, che domenica è rimasta... al lunedì precedente. Sottolineato che anche alla stessa Reggiana le scorie del big-match hanno condizionato la gara successiva (lo 0-0 di domenica contro la Carrarese è stato larghissimo, con gli apuani che hanno sfiorato più volte il gol-vittoria), era da settembre che non si vedeva un Cesena così scarico mentalmente. Lo 0-0 di Fiorenzuola ha ricordato la sconfitta di Lucca, ma quello era un contesto completamente diverso: al Porta Elisa la coperta era cortissima, mancavano i tre difensori centrali titolari oggi (Ciofi e Prestia squalificati, Silvestri era ancora nel Siena) e in più si giocava di martedì sera, con un centrocampo ai minimi termini dal punto di vista fisico. A Fiorenzuola il Cesena non era piegato sulle gambe, ma casomai sulla testa, schiacciato dal peso della gara precedente e incapace di mettere in moto. In chiave futura, la speranza è che non cada nel vuoto anche il terzo appello lanciato da Toscano a fine partita: «Dobbiamo ritrovare entusiasmo». Non fa una piega, perché c’è ancora un futuro tutto da scrivere.

Ritmo e qualità

Nelle due partite giocate contro Reggiana e Fiorenzuola è mancata una caratteristiche che ha scandito i momenti migliori di questa stagione: la riconquista alta del pallone, cioè il provare ad asfissiare gli avversari alzando da subito il baricentro e di conseguenza la prima linea di pressing. L’assenza di Saber, maestro di questo fondamentale, ha pesato tremendamente perché i suoi sostituti (Bianchi con la Reggiana e Chiarello a Fiorenzuola) non hanno lo stesso furore agonistico e soprattutto hanno caratteristiche ben diverse. Quando il Cavalluccio va più forte degli altri, è aggressivo e recupera alto il pallone, in questo girone non ce n’è per nessuno. Al contrario il Cesena diventa meno efficace, corre a vuoto, rischia di spegnersi e soprattutto di allungarsi, come accaduto a Fiorenzuola all’inizio soprattutto nel secondo tempo, quando l’ingresso di Udoh per Stiven Shpendi ha peggiorato la squadra, perché l’ha allungata e perché non ha tenuto una sola palla in attacco. E qui balza all’occhio una carenza: soprattutto in questi contesti, sarebbe servito un trequartista di maggiore qualità o un attaccante diverso. Non può essere solo Stiven Shpendi, il più completo nel pacchetto avanzato, la cura di questi malanni.

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