Nella passata stagione a tarpare le ali al Cesena nel suo momento migliore fu il Covid, che colpì duro il 29 gennaio alla vigilia della trasferta di Trieste. In precedenza, però, c’era stata tutta una serie di problemini/problemoni fisici: la frattura da stress a Gonnelli, i problemi alla schiena ad Ardizzone, la ricomparsa di una forma pesantissima di pubalgia a Capanni (per qualcuno un malato immaginario e invece costretto a sottoporsi a due interventi chirurgici nella speranza di poter riprendere una carriera che rischia di essere già finita). Guai comparsi dopo il 12 novembre 2020, quando il Cesena dovette abbandonare il campo in erba per passare sul sintetico. A un anno di distanza, la scena si ripete.
No al campo della Primavera
Lunedì il campo in erba su cui si allena il Cesena è stato seminato e dovrà restare a riposo per almeno due mesi. Da martedì, quindi, Viali e i giocatori del Cesena sono privi del rettangolo d’erba sopra il quale sono state poste le basi per questi eccellenti mesi di campionato. Costretti a spostarsi, gli elementi dello staff e l’intero gruppo squadra si sono opposti al trasferimento sul campo della Primavera, quello che anno scorso compromise gambe, pube e schiene di metà squadra prima della “fuga” verso Martorano, dopo l’ennesimo intoppo, andata in scena il 13 gennaio. Ai giocatori del Cesena non è rimasto altro che spostarsi sul sintetico di dimensioni ridotte (quello su cui si faceva allenamento all’epoca di Modesto) che è al fianco del campo in erba. Per questa settimana, visto che domenica si giocherà a Chiavari sul sintetico, può anche andare bene questa soluzione tampone, ma dalla prossima sarebbe opportuno trovare un campo in erba perché la qualità dell’allenamento vale quanto i gol del miglior attaccante in circolazione.
Gonnelli e Rigoni più no che sì
Intanto, in vista di domenica, restano in forte dubbio sia Gonnelli che Rigoni, che ieri mattina hanno ripreso a correre e che oggi proveranno a forzare per vedere le reazioni dei rispettivi fisici.
