Calcio C, Cesena: numeri impressionanti da capolista

Impressionante. E’ sufficiente un aggettivo per fotografare il Cesena in questo momento storico.

Impressionante per i numeri e per il percorso portato avanti da (e con) Toscano in questi 18 mesi; per lo strapotere fisico che mette sul campo in ogni partita e per la capacità di trovare sempre, con pazienza e perfetto timing, lo spazio in cui andare a colpire; per la forza mentale che permette di non sbagliare mai l’approccio alla singola gara e per l’ordine e la disciplina che emergono in ogni fase del match e in ogni zona del campo; per l’inappuntabile organizzazione della squadra e per la crescita del singolo (guardare l’esplosione di Pieraccini, Francesconi, Berti e Cristian Shpendi per credere) all’interno del complesso.

I numeri

Sbalorditivo, per scegliere uno dei sinonimi di impressionante, è l’elenco dei numeri e dei record di questo Cesena. Ma prima, una doverosa considerazione: dopo il secondo tonfo interno consecutivo della Torres, a 13 giornate dallo striscione sono 12 le lunghezze di vantaggio dei bianconeri sulla più prossima delle inseguitrici. Considerando che restano 39 punti a disposizione e che dei 75 in palio nelle prime 25 giornate il Cesena ne ha lasciati per strada appena 13, viene da dire che solo un clamoroso harakiri potrà togliere la Serie B alla squadra di Toscano. A oggi la promozione aritmetica è a quota 90, ma la sensazione è che potrebbero essere sufficienti 81 punti, quelli che un anno fa fece la Reggiana, per risalire tra i cadetti. Ci sono poi i record, quelli raggiunti e quelli nel mirino. Due i primati già ottenuti: 24 risultati consecutivi, che sono un qualcosa di mai visto a queste latitudini tanto che da 8 partite a questa parte il primato (che era di 16 risultati con Corrado Benedetti nel 1997-1998) lo si aggiorna di partita in partita; 6 successi in fila dalla 2a alla 7a giornata (eguagliata la striscia vincente di Castori nella Serie B 2005-2006 e dello stesso Toscano della passata stagione). Ci sono poi i record che si possono ottenere nel breve e nel lungo termine: quello di punti (83, fatto registrare dal Cesena di Angelini in Serie D nel 2018-2019); quello dei gol segnati (tra i professionisti 66 ottenuto nella scorsa stagione, in generale 70 con Angelini in Serie D); quello del numero di marcatori (16 finora, 18 il record di un anno fa); quello dei successi esterni (già detenuto da Toscano con 12, mentre in questo campionato siamo a 9 su 13 trasferte); quello dell’imbattibilità di un portiere in Serie C (Pisseri ha raggiunto venerdì sera 668 minuti, è a 8 minuti dal 2° posto di Scalabrelli del 1997-1998 e a 71 minuti dal primato di Annibale datato 1965-1966).

Lo strapotere

La partita di Rimini, come tante altre giocate in questo campionato, il Cesena l’ha vinta facendo la differenza prima di tutto con la testa: approccio perfetto, strategia chiara a tutti, atteggiamento straordinario sia nel momento in cui la palla era bianconera sia quando era altrui. In fase di possesso la squadra di Toscano non ha mai avuto fretta di andare a concludere: andava a piazzare le tende nella metà campo del Rimini e poi provava a muovere la difesa biancorossa per liberare il terzo uomo sulle corsie, dove il 5-3-2 di casa era decisamente vulnerabile. Il gol del vantaggio di Adamo “è” il Cesena e rappresenta alla perfezione una squadra che, a tratti, diventa ingiocabile per le altre squadre di C. Sviluppo paziente, precisione nei passaggi, perfezione nel cambio gioco di Saber, capacità di attaccare lo spazio e di crossare da parte di Donnarumma, attacco dell’area da parte di quattro giocatori tra cui l’esterno opposto, che chiude segnando di testa. Ma il meglio il Cesena sa farlo e sa darlo in fase di non possesso: al Neri ha asfissiato il Rimini con pressioni in zone del campo “inattese” per i biancorossi e soprattutto con la capacità di orientare sempre il gioco altrui per costringere l’avversario a liberarsi in fretta della palla, alzandola in avanti pur non avendo un bersaglio offensivo da trovare. Così facendo ha sempre tenuto il Rimini all’angolo. La meticolosità di Toscano e del suo staff nel preparare le partite, la capacità di trovare i punti deboli altrui per esaltare i punti di forza propri stanno facendo la differenza. Lasciando perdere i portieri e cancellando l’amarezza per il finale (il Cesena in stagione regolare ha pagato i 5 punti nelle prime 5 giornate, ai play-off il mese di riposo forzato che ha penalizzato fortemente le seconde dei tre gironi), rispetto alla passata stagione Toscano è migliorato in quanto si è un po’ ammorbidito su due aspetti del proprio calcio. I tre giocatori più offensivi in fase di possesso si dividono il campo in modo differente, la pressione non è più sempre e solo altissima, ma l’altezza varia a seconda delle uscite degli avversari. A trarne vantaggio sono stati nel primo caso chi agisce sulla trequarti e in particolare Berti, nel secondo l’equilibrio della squadra e la solidità difensiva, dovendo ora i braccetti presidiare zone di campo più circoscritte rispetto al passato. E ora Toscano, i suoi discepoli e un’intera città si godono questo Cesena impressionante.

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