Calcio C, è la partenza peggiore del Cesena in C: per ora Toscano ha imitato Bisoli, che però alla fine salì in B

Due ripescate (Torres e Fermana), una neopromossa (Rimini) e una outsider (Carrarese), come prime avversarie sembravano costituire una partenza non proibitiva per l’ambizioso Cesena. Invece, quello che poteva essere un buon trampolino di lancio si è rivelato un flop, che fa dei bianconeri la grande sorpresa (negativa) di questo inizio stagione, uno dei peggiori nella storia del Cavalluccio in categoria. Quattro punti in altrettante giornate, già due sconfitte, otto punti di ritardo dalla vetta e un solo punto sopra la zona play-out sono lo specchio della falsa partenza della squadra di Toscano che sta deludendo non solo sul piano dei risultati, ma anche delle prestazioni.

La grande rimonta di Bisoli

Considerando i campionati di Serie C con i tre punti per la vittoria, il Cesena si era trovato a quota 4 a questo punto della stagione solo in altre due occasioni che rappresentano un record negativo. Il primo precedente risale al 2008-2009 ai tempi di Pierpaolo Bisoli, al debutto sulla panchina bianconera come Toscano, partito senza grandi proclami ma con l’obiettivo di raggiungere almeno i play-off. A differenza di oggi, i due ko arrivarono nelle prime due giornate, nei derby con Reggiana e Ravenna, a cui seguirono la vittoria sul Portogruaro e il pareggio a San Benedetto del Tronto. Anche la situazione di classifica era simile: stesso ritardo dal primo posto (8) e stesso misero vantaggio dalla zona pericolo (1). Non subito, ma verso la fine del girone di andata e non senza contestazioni, la squadra di Bisoli rimontò fino al 1° posto finale, conquistato alla penultima giornata, e alla promozione in B. Un precedente, per chi crede nella cabala, che fa ben sperare.

Di male in peggio

Più recente (2020-’21), ma non altrettanto benaugurante, è il secondo caso di avvio con il freno a mano tirato. Alla 4ª giornata i romagnoli non erano andati oltre ad un pareggio sul campo della Virtus Verona e a un successo a Perugia, alternati a due sconfitte interne con Triestina e Feralpisalò. Come oggi i 4 punti in classifica consentivano al Cesena di tenersi alle spalle solo 5 squadre, mentre il distacco dal primo posto era di 5 lunghezze non essendoci formazioni a punteggio pieno. La risalita in classifica dei bianconeri fu frenata dal Covid che obbligò la squadra di Viali a rinviare numerose gare e quindi a un successivo tour de force. Il 7° posto finale, lontanissimo dalle prime posizioni, consentì comunque l’accesso ai play-off, poi archiviati con la surreale sconfitta casalinga con il Matelica. Un campionato iniziato male e finito peggio.

Morto Gigi Gabetto:giocò nel Cesenae “guidò” Sportilia

Pierluigi “Gigi” Gabetto, ex centravanti del Cesena, è morto nella sua Torino a 80 anni. Dopo avere vestito la maglia bianconera aveva continuato a frequentare la Romagna come manager sportivo: fu, con Antonio Scordino, ideatore e promotore di Sportilia e organizzò scuole calcio estive a Cesenatico. Era figlio del celebre Guglielmo Gabetto (“Il Barone”) attaccante del Grande Torino morto a Superga. Gigi aveva 7 anni. Il giovane Gabetto seguì le orme del padre senza tuttavia raggiungere i suoi livelli. Giocò prevalentemente in C, comprese due stagioni con la maglia del Cesena (in prestito dalla Juve dove era cresciuto) per complessive 64 presenze condite da 17 reti. Nel 1964-1965 è il capocannoniere (11 gol) della squadra allenata da Renato Lucchi. L’anno seguente il suo rendimento è inferiore (6), mentre si distingue tra i pali quando contro il Siena è chiamato a sostituire Antonio Annibale (espulso) senza subire reti. Laureato in Scienze Politiche, nel 1982 fonda la scuola calcio “Gugliemo Gabetto” e organizza campi estivi in giro per l’Italia, anche a Cesenatico. Nel 1990 sorge a Spinello di Santa Sofia la “Città dello Sport” di Sportilia di cui Gabetto, che è investitore, diviene presidente e dove il campo da calcio principale è intitolato al padre. È stato anche dirigente accompagnatore del Torino, la sua squadra del cuore, e responsabile del settore giovanile. Lascia i figli Guglielmo (che porta il nome del nonno) e Giulia. g.g.

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