Calcio C, Cesena e la carica di Saber: «Le ambizioni non saranno mai un freno, casomai uno stimolo»

«Quest’anno sì, insomma, voglio vincere». A un certo punto Saber Hraiech aggira qualsiasi tipo di rito scaramantico, alza lo sguardo, sospira e colpisce. D’altronde può ancora nascondersi uno che nelle ultime due stagioni è andato a un gol, a un calcio di rigore e a una partita dalla promozione in Serie B, sempre sfumata per due volte a campionato, nell’ultimissima gara della stagione regolare prima e nella finale dei play-off poi? «No, non mi posso nascondere, gli ultimi due anni con il Padova - commenta il nuovo centrocampista del Cesena - sono stati pesanti. Siamo arrivati primi ma dietro al Perugia per colpa della differenza reti nel 2021, poi abbiamo perso la finale play-off contro l’Alessandria ai rigori, quindi abbiamo sfiorato il sorpasso sul SudTirol all’ultimo minuto dello scontro diretto di qualche mese fa e infine siamo caduti nuovamente in finale play-off contro il Palermo. La seconda stagione è stata più pesante della prima, ma la delusione era tanta anche un anno fa. Ma ora si volta pagina e sono qua per prendermi una bella rivincita».

Nome o cognome?

Elettrico, mai banale e sempre verticale. Dentro o fuori dal campo, per il centrocampista del Cavalluccio non cambia nulla. Prima di raccontare brevemente la sua bella storia, chiarisce: «Saber è il mio nome, Hraiech (pronuncia corretta “raish”, ndr) il mio cognome, ma potete tranquillamente scrivere Saber, perché in questi anni mi hanno chiamato tutti così e perché ho sempre messo il nome e non il cognome sulla maglia. I miei genitori sono tunisini, ma io sono nato a Mazara del Vallo qualche anno dopo il loro trasferimento in Sicilia per motivi di lavoro. Lì ho giocato in Serie D e in Eccellenza, poi sono salito a Chiavari, dove ho proseguito la mia carriera passando per il settore giovanile della Sampdoria. La prima svolta è arrivata a Piacenza, dove ho vinto il campionato di Serie D e mi sono imposto anche in Serie C. Nell’estate 2017 il Carpi mi ha acquistato e mi ha fatto debuttare in B, ma le stagioni migliori sono arrivate dopo, con le maglie di Imolese, ancora Carpi (con Stefanelli direttore sportivo, ndr) e infine Padova. Negli ultimi quattro campionati ho sempre disputato i play-off, ma tra Carpi (per colpa del Covid, ndr) e Padova è sempre mancato il lieto fine. Io ho una gran voglia di vincere, ci sono sempre andato vicino, e spero di cuore di riuscirci quest’anno». Molto interessante il concetto che aggiunge subito dopo: «Le due stagioni a Padova, al di là dell’amarezza finale, mi hanno lasciato tanto e soprattutto mi hanno fatto capire che per vincere non basta solo avere dei giocatori forti, ma serve anche tanto altro, a cominciare dalla fame, che è spesso mancata. Soprattutto l’anno scorso noi avevamo i giocatori, ma non la squadra. E senza squadra è difficile vincere. Questa è la lezione che mi porto da Padova e che mi servirà per provare a vincere a Cesena».

Dinamismo

La rivoluzione estiva non spaventa Saber: «Ci sono tanti giocatori nuovi, ma soprattutto ci sono tanti giocatori forti. A chi dice che non sarà facile trovare l’amalgama giusta, rispondo che le risposte arrivano dagli allenamenti: mi basta veder lavorare la squadra per essere tranquillo e ottimista. Quanto alle ambizioni, non saranno mai un freno, casomai uno stimolo. E’ bello giocare per vincere». Quanto a caratteristiche e ruolo, Saber la pensa così: «Io sono un mediano o una mezzala, a volte gioco anche dietro alle punte perché sono dinamico, ma mi sento un centrocampista. Il calcio di Toscano mi piace perché vuole un Cesena aggressivo, affamato, asfissiante e portato alla riconquista alta del pallone. Con questa filosofia posso esaltarmi». Infine, le fonti di ispirazione: «I miei modelli? Per caratteristiche dico Nainggolan e Barella».

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