Rispolverando un antico tormentone dei play-off e di tutte le sfide della durata di 180 minuti, oggi il Cesena si trova idealmente dentro allo spogliatoio a fare quadrato e a pensare a come tornare in campo dopo un primo tempo terminato 0-0. Siamo all’intervallo tra i due tempi e il Lato A, disputato nella bolgia del Menti, ha offerto diversi spunti interessanti in vista della “ripresa” in programma mercoledì sera al Manuzzi. Ripensando alla gara di andata e soprattutto a quella decisiva di ritorno, cosa dovrà cambiare il Cesena e cosa dovrà confermare dopo lo 0-0 di sabato sera in terra vicentina? Proviamo a rispondere, magari entrando anche nella testa di Mimmo Toscano.
Cosa migliorare
Per prima cosa la mira, perché a Vicenza il Cesena ha sparato a salve. L’assenza di Corazza è stata pesantissima in termini di fatturato ma anche di esperienza, perché i gemelli Shpendi hanno sofferto la fisicità e soprattutto le malizie di due veterani come Pasini e Cappelletti, che hanno 12 anni e centinaia di partite in più in carriera dei due attaccanti del Cavalluccio, e sabato sera si è visto. Eppure, in un clima da saloon che non può esaltare le qualità dei gemelli, prima Cristian e poi Stiven hanno avuto due occasioni gigantesche all’alba dei due tempi non sfruttate. Al ritorno errori di questo tipo dentro alle due aree potrebbero essere ancora più pesanti. Un altro aspetto dove il Cesena non ha convinto al Menti riguarda una delle specialità di “casa Toscano”: il ribaltamento immediato dell’azione. Non è stata tanto una questione di aggressione feroce o di riconquista alta del pallone. Il Cavalluccio è mancato subito dopo, cioè al momento di andare in verticale o di affettare la difesa di casa. Nel primo tempo Chiarello e soprattutto Saber hanno commesso troppi errori tecnici e nella ripresa solo Bumbu è riuscito a lasciare il segno prima della trincea finale. Infine, tornando agli attaccanti, anche a Vicenza chi è entrato dalla panchina non ha “svoltato”. Passi per i dieci minuti finali di Zecca, adattato in un ruolo francamente non congeniale, mentre Ferrante ha ricominciato da dove aveva lasciato, cioè da una presenza incolore.
Cosa confermare
La difesa, all’ombra del solito gigantesco Prestia, ha concesso solo un’occasione e… mezza al miglior attacco del Girone A. Dopo un primo tempo senza alcun rischio (al netto del doppio carpiato con avvitamento di Stoppa e soprattutto di Ferrari), al Vicenza sono stati lasciati solo due tiri veri. Il primo, per la verità, è nato da una conclusione sbagliata di Dalmonte (51’) che Stoppa ha mandato sulla luna, mentre sulla clamorosa chance di Ferrari al minuto 80 il fronte sinistro della miglior difesa del campionato ha ballato ed è stato salvato dal palo. Mercoledì sera ci sarà un altro cliente pericoloso come Rolfini, ma la fase difensiva del Cavalluccio resta una garanzia e la prima certezza da cui ricominciare. Dentro a una ripresa diventata di sofferenza con il passare dei minuti, i due ingressi all’intervallo di Brambilla e Bumbu hanno migliorato il Cesena. Pur essendo più giovani e meno esperti di tanti compagni, nel 2023 il figlio d’arte e il franco-congolese hanno dimostrato di avere caratteristiche uniche dentro al roster di Toscano, che ha spiegato di non averli potuti utilizzare maggiormente per un doppio acciacco. Ma nel ritorno saranno fondamentali, come saranno determinanti altri due giocatori, i quarti di centrocampo. Azione più bella della partita: Adamo parte da destra, sgomma dentro al campo, ne salta un paio e allarga a sinistra per Mercadante, perfetto nell’inserimento e nel cross al volo per Cristian Shpendi. Ecco, questo tipo di azione o di preparazione sarà determinante nel ritorno, quando verosimilmente il Cesena avrà più spazio. Durissima da superare a difesa schierata e centralmente, la difesa vicentina non è apparsa altrettanto compatta e sicura al momento di disinnescare cross e inserimenti senza palla.