Calcio C, Bravo: «Il derby sarà una festa per il calcio romagnolo»

Cesena Calcio
  • 08 febbraio 2024

Otto partite con il Cesena, otto anni nel Rimini. Nel ricordare il lungo passato da calciatore, per Paolo Bravo non c’è proprio storia: «A Cesena ho fatto davvero schifo, anche se il termine giusto sarebbe un altro e meno elegante. A Rimini, invece, ho vissuto i momenti più belli della mia vita». Da apprezzato direttore sportivo, invece, la musica è diversa, perché l’occhio e le prospettive cambiano. Da ormai 6 anni, dopo aver inaugurato la nuova carriera proprio tra le scrivanie della Romagna (prima nella “sua” Rimini e poi nella vicina Santarcangelo), Bravo tiene fede al proprio cognome a Bolzano, dove è stato uno dei registi della poderosa scalata del SudTirol. Domani sera non sarà al Neri, ma seguirà regolarmente un derby che presenta più o meno così.

Bravo, che partita si aspetta?

«Una gara intensa ed equilibrata, perché i valori in questo tipo di partite si possono annullare o assottigliare. Il Cesena mi sembra una squadra molto forte, molto ben costruita e molto ben allenata. Non ha punti deboli, come spiegano la classifica e i numeri: sono aggressivi, ma hanno anche molta qualità. Il Rimini, seppur con un po’ di ritardo, ha trovato la sua dimensione e si è tolto velocemente dai guai. Di sicuro non si vedrà la differenza dell’andata, quando il Cesena dominò la partita, anche se i bianconeri restano più forti e non a caso hanno 30 punti in più in classifica».

In cosa è migliorato il Rimini rispetto al derby di andata?

«Innanzitutto nella fase difensiva, che all’inizio proprio non funzionava. Ora il Rimini è una squadra equilibrata, che prende pochi gol, soprattutto in casa. Merito di Troise, anche se va detto che all’inizio mancavano due giocatori-chiave come Pietrangeli (che l’anno prossimo giocherà proprio a Bolzano, ndr) e il portiere Colombi, un lusso per la Serie C. Entrambi hanno aggiunto tanto. Il punto di forza resta invece l’attacco, che funzionava anche prima: hanno numeri, soluzioni, giocatori che si incastrano bene, velocità, tecnica e anche fisicità».

La scelta di Troise, annusata inizialmente con sospetto a Rimini, è stata indovinata dalla nuova proprietà.

«Sì, lo dicono i numeri. Il Rimini ha scelto un allenatore che sa giocare a calcio e che si è dimostrato intelligente nelle prime settimane, quando ha innanzitutto pensato a non prendere gol e a cercare la compattezza e la solidità, soprattutto dopo l’imbarcata di Pontedera. Gli allenatori bravi sono questi, quelli che sanno andare anche oltre alle proprie idee».

Qual è la prima cosa che balza all’occhio quando va a vedere il Cesena al Manuzzi?

«Una su tutte: la varietà della rosa, davvero completa. Rispetto a un anno fa, ha più soluzioni ed è una squadra più continua. La rosa è forte e i giovani bravissimi. Per pesare la forza di una squadra che punta a vincere un campionato, l’ago della bilancia sono sempre i giovani: con quelli forti, di solito, vinci. A Bolzano noi ce l’abbiamo fatta anche grazie a loro».

Questo Cesena assomiglia al suo SudTirol promosso in B due anni fa?

«Noi eravamo meno arrembanti ma più fisici e terribili sui calci da fermo. Il Cesena è più aggressivo».

Qual è il primo ingrediente per vincere la C?

«Non ce n’è uno e poi non l’ho mica vinta così tante volte, anzi. Però dico la continuità e l’equilibrio e in questo il Cesena sta davvero facendo meglio di tutti».

Se in questo momento potesse portare un giocatore del Cesena al SudTirol, al netto di costi e ingaggi, chi sceglierebbe?

«Shpendi sarebbe troppo facile, quindi dico David. Per me David ha fisicità e un ottimo piede. E di terzini sinistri non ce ne sono. Al Cesena invidio il settore giovanile, che ogni anno sforna giovani di qualità. Poi dico bravo a Toscano, che ha avuto coraggio a farli giocare. E farlo in una squadra che deve vincere e che non fa minutaggio vale molto di più».

Quale sarà la chiave del derby?

«Il Cesena ha una difesa fortissima, ma fermare l’attacco del Rimini non sarà facile. Lo stesso vale a parti invertite: il Cesena ha il miglior attacco, ma dietro il Rimini è forte e prende pochi gol. Oltre al settore giovanile, al Cesena invidio anche Ciccio De Rose (che domani sarà quasi certamente assente, ndr). Sono innamorato di lui, l’ho avuto a Bolzano, è il miglior centrocampista con cui ho lavorato negli ultimi 6-7 anni».

Cosa ricorda più volentieri dei suoi derby da calciatore con la maglia del Rimini?

«Ne ho giocati tanti e quindi dico il calore del pubblico. Al Neri ci sarà un bel colpo d’occhio e sarà una festa per il calcio romagnolo».

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