Calcio, Lumezzane 10 maggio 1998: il giorno in cui Edmeo Lugaresi si sdebitò e riportò il Cesena in Serie B

«A un dato momento, dove cavolo è lo stadio?». L’auto di Edmeo Lugaresi e Pier Luigi Cera accostò per chiedere informazioni a un’auto di giornalisti piena di inserti già pronti, ma senza il navigatore. L’auto presidenziale cercava un rettangolo verde in mezzo a quei tornanti all’apparenza senza un perché, una striscia d’asfalto a tagliare una zona industriale che non finisce più. Alla fine lo stadio di Lumezzane c’era davvero, era il 10 maggio di 25 anni fa e il Cesena stava per tornare in serie B.

Undici mesi dopo Spalletti

Lumezzane, 10 maggio 1998. È il compleanno di Bono Vox degli U2 e anche la pasqua di Edmeo Lugaresi, che paga il suo debito in meno di un anno. Undici mesi prima (8 giugno 1997) il pres era uscito piangendo dallo stadio Castellani: la sconfitta per 2-0 contro l’Empoli dell’emergente Luciano Spalletti aveva riportato il Cesena in C dopo 30 anni. Al suo fianco in tribuna, Renato Lucchi gli suggerisce il fallimento pilotato per depurare i conti e ripartire. Risposta in un sibilo tra le lacrime: «Fallire sti due maroni». La retrocessione la sentiva tutta sua, ma un conto è l’amarezza, un conto è vergognarsi di fallire.

Lo stratega

«Mi hanno tradito». È il titolo del Corriere Romagna due giorni dopo Empoli-Cesena 2-0, con l’intervista a tutta pagina a un Corrado Benedetti che punta il dito contro i giocatori da Hubner e Agostini fino a Fiori. La pagina fa il giro dello spogliatoio: manca ancora una giornata alla fine del campionato (Cesena-Lecce 0-3) e Agostini non la manda giù e chiede rumorosamente spiegazioni. Litigheranno di brutto, poi quella rabbia diventerà un collante fortissimo che unirà Corrado e un Condor che riporta il Cesena in B a calci nel sedere. “Lo stratega ce l’abbiamo noi”, cantano i giocatori nello spogliatoio di Lumezzane, un po’ per prenderlo in giro, un po’ per ringraziare Corrado, perfetto gestore della squadra più forte. Il portiere che para (Scalabrelli in C fu super) un difensore illegale (Rivalta era capitano dell’Under 21), il capo di centrocampo (Gadda vinse il suo sesto campionato) e un attacco spaziale con Agostini, Comandini e Masitto. In più c’è Emiliano Salvetti, è un giocatore di Serie A che gioca in C: in quella stagione l’avvocato Riccardo Chiesa è il brillante opinionista del lunedì di Tele Romagna e lo ribattezza Romagnolo Salvetti: «Perché uno così forte che gioca nel Cesena, io mi rifiuto di chiamarlo Emiliano».

«Il mio amico Corrado»

«Domenica sarà un piacere fare festa con il mio amico Corrado». In barba a ogni pudore, alla vigilia l’allenatore del Lumezzane Elio Gustinetti anticipa il colossale biscotto che si vedrà quel giorno. Siamo alla penultima giornata e al Cesena serve un punto per blindare il primo posto dal Livorno, mentre il Lume con un punto mette al sicuro il quinto posto e manda subito al mare il Modena. Gustinetti e Benedetti hanno pure fatto il Supercorso di Coverciano insieme e hanno una visione simile del calcio e della vita.

Nuoto sincronizzato

In campo la partita ha lo stesso agonismo di una gara di nuoto sincronizzato: segnano Carlo Taldo per il Lumezzane e Agostini per il Cesena, con il Condor a suturare una ferita che gli pulsava dentro da un anno. Il resto è come una festa di compleanno e mentre Bono Vox festeggia i suoi 38 anni, al triplice fischio c’è Lugaresi che non si tiene e si gode il clima di una Lumezzane ben più accogliente di quella che troverà Fabrizio Castori nel 2004. Pochi giorni prima di quel biscottone, era pure uscita la notizia della Juventus interessata al settore giovanile del Cesena, un primo passo per fare diventare il Cavalluccio a diventare la Juve B (tentativo poi andato a vuoto). Nelle interviste del dopo-gara, l’inviato Nicola Binda della Gazzetta dello Sport avvicina Lugaresi e prova a stuzzicarlo: «Presidente, oggi ha vinto anche la Juve, è contento?». «A un dato momento, io tifo per il Milan, ora la saluto che vado a festeggiare con Corrado». Benedetti è lì che lo aspetta, alza di peso Lugaresi come una Champions a favore di fotografi e inizia la festa. Nessuna traccia di telefonini: c’è Gadda che nello spogliatoio aziona la sua telecamera e inquadra i salti di Salvetti, la gioia di un giovane Comandini e pure Masitto che rovescia un secchiello di ghiaccio addosso a Lugaresi. La degna fine di un gran biscotto servito fresco, che oggi celebra le nozze d’argento.

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