Bari-Cesena e il fallo di mano di Lella all’81’: è un caso non presente nel regolamento

C’è un episodio, al minuto 81 di Bari-Cesena, che ha fatto discutere ed arrabbiare tantissimo i bianconeri. Un durissimo fallo di Maita (neppure ammonito) su Kargbo porta ad una punizione laterale dalla sinistra a favore dei romagnoli: sul cross di Calò, il barese Mantovani, al centro dell’area di rigore, colpisce di testa per allontanare il pallone, che va a sbattere contro il braccio alto di Lella. Il tocco di mano è evidentissimo, come è chiara la posizione del braccio del centrocampista: alto e ben sopra la testa, quindi in una posizione di rischio e punibile. Ma il fatto che il pallone sia stato colpito da un compagno di Lella e non da un avversario (se il tocco di mano fosse arrivato dopo un tiro o una sponda di un bianconero sarebbe stato sempre e indiscutibilmente rigore) e che la distanza tra Mantovani e Lella sia abbastanza ravvicinata, sposta l’episodio nella classica “zona grigia” non coperta dal regolamento.

Il concetto di pallone inaspettato, che arriva da un compagno, per di più da vicino, secondo le linee guida dell’Aia avrebbe “salvato” Santoro e permesso al Var Baroni di non chiamare l’arbitro a una revisione al monitor. Ma l’episodio resta complesso e molto discutibile. Se Santoro avesse fischiato il rigore, infatti, il Var quasi certamente non lo avrebbe richiamato al monitor per una on field review.

Non trattandosi di una casistica presente a pagina 90 del Regolamento dell’Aia (dove è spiegata la Regola 12) consegnato agli arbitri il 1° settembre 2024, restano i dubbi e la rabbia per una decisione “borderline” che al Cesena non è andata giù. E non è certo la prima volta in questa stagione.

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