È passato mezzo secolo da quando a Palazzo Dolcini, che all’epoca ospitava la Casa del Popolo, fu fondato il Club Tartari di Mercato Saraceno per sostenere la squadra del Cesena che, in quella stagione 1972-’73, stava portando per la prima volta la Romagna in serie A.
Sindaco tifoso
A capo del club di tifosi bianconeri c’era Luciano Fabbri, il primo cittadino di Mercato Saraceno. I Tartari furono tra i fondatori del Centro Coordinamento Clubs Cesena, di cui oggi possono vantarsi di essere il club più vecchio con 50 anni ininterrotti di attività. Per tanto tempo il club è stato identificato nelle figure di “E Sec” (Il Secco) e “Gigio”, al secolo Romano Cavalli e Staron Sidaslav, bianconeri dalla testa ai piedi, con la loro inconfondibile divisa da stadio: cappello con giacca e calzoni a strisce, l'uno; con “capparella”, l'altro. L'originale nome Tartari nasce dal campanilismo tra Mercato Saraceno e la sua frazione San Damiano, dove abitavano i due, i quali, quando si presentavano in piazza a Mercato, venivano accolti scherzosamente al grido “Arrivano i Tartari”, evocando il celebre romanzo di Dino Buzzati “Il deserto dei Tartari”.
Il Secco e Gigio
“Arrivano i Tartari” urlavano gli stessi “E Sec” e “Gigio” prima di entrare al vecchio stadio della Fiorita dove si radunavano all'esterno nel grande piazzale, tra il curvone e la tribuna. Poi richiamati dal rullo dei tamburi, altri tifosi bianconeri si accodavano e in corteo facevano il loro ingresso in curva sud dove si posizionavano al centro nei primi gradoni in cemento. Erano loro gli animatori del tifo cesenate, con tanto di trombe e sirene alimentate da una batteria di automobile, a cui si aggiunse un paio di anni più tardi il gruppo ultras delle Brigate Bianconere. Con il loro striscione i Tartari seguivano la squadra anche in trasferta, come la prima volta del Cesena in serie A a San Siro nel 1973, dove si presentarono con piadina, polli e vino per fare festa, ma non furono accolti amichevolmente dai tifosi milanisti che provarono, invano, a rimuovere il loro stendardo. Verso la fine degli anni ’70 i Tartari, per le partite casalinghe, si spostarono dal curvone alla gradinata, ma continuarono ad essere il fulcro del tifo sugli spalti con bandiere, tamburi, coreografie e l’immancabile “vin brulé” per riscaldare l’atmosfera.
Festa a Ponte Giorgi
Oggi il Club Tartari è presieduto da Paolo Fabbri (figlio di Luciano), che ricopre la carica dal 2003, e annovera tra le sue schiere tesserati non solo della Valle del Savio, ma anche a Cesena, nel Ravennate (da Alfonsine a Faenza, da Savio a Tagliata) e persino fuori dai confini della Romagna (a Salerno e a Bressanone in Alto Adige). Oltre alla storica sede del Bar Roma a San Damiano, da qualche anno il Club può contare su un secondo punto di ritrovo al Circolo Picchio Rosso di Pioppa di Cesena. Per celebrare i 50 anni di storia, il Club Tartari organizza, martedì 25 ottobre (ore 19.30), una festa con cena (anche menù bimbi) al ristorante Ponte Giorgi, a cui parteciperà una delegazione del Cesena Fc. Informazioni e prenotazioni ai numeri 347 4243660 e 335 6917798.