Acquisti a costo zero e spese ridotte del 25%: ecco il Cesena di Fusco

Per unire i due mondi che hanno scandito la vita dell’avvocato Filippo Fusco, ora la parola passa inevitabilmente al campo, cioè la Cassazione inappellabile dopo i gradi di giudizio dell’estate. Dal giorno del suo insediamento (11 giugno) e della sua presentazione (13 giugno), il direttore sportivo del Cesena ha chiuso lunedì sera il primo cerchio. In realtà, la ciliegina era stata messa qualche giorno prima, quando Fusco era riuscito ad assicurarsi un califfo della Serie B come Michele Castagnetti, ultimo colpo di grande spessore di un mercato dal quale è arrivato ieri un ulteriore ritocchino: il 22enne Luca Ferretti, svincolato dal Rimini e da ieri in prova, che ricoprirà il ruolo di terzo/quarto portiere al fianco del baby Fontana. Saliranno così a 13 gli acquisti del Cesena, una squadra che oggi, rispetto alla scorsa stagione, sembra più funzionale e meglio assortita, al netto di qualche inevitabile rischio, che Fusco ha scelto di prendersi nel reparto offensivo. Prima di analizzare la costruzione della nuova rosa, conviene contestualizzare il lavoro del responsabile dell’area tecnica bianconera.
Le spese
Nel corso della presentazione di tre mesi fa, il direttore generale Corrado Di Taranto, che ha spinto per riabbracciare Fusco dopo l’esperienza condivisa a Ferrara, aveva sottolineato le linee-guida dell’estate: sostenibilità finanziaria, spese più mirate, costi razionalizzati e creazione di valore. Il primo punto è diventato ben presto il filo conduttore del mercato del Cesena, con Fusco che ha rispettato le consegne: dai circa 15 milioni spesi un anno fa (14.9 per la precisione) comprendenti monte ingaggi della prima squadra, premi, acquisizioni e commissioni, si è passati a 11.5 milioni, una cura dimagrante che ha permesso al Cavalluccio di ridurre le stesse spese, su base annua, del 25% mantenendo per giunta a libro paga un altro direttore sportivo (Artico) che guadagna 200mila euro netti. La proprietà non ha chiuso i rubinetti, ma li ha semplicemente stretti, perché le spese di un anno fa erano insostenibili, a cominciare proprio da alcuni contratti e da alcuni trasferimenti onerosi. A questo proposito, oltre ad aver “normalizzato” il monte ingaggi, Fusco non ha praticamente speso nulla per le entrate, mentre ha guadagnato 15mila euro dall’Inter per il prestito oneroso di David: i 12 giocatori (più Ferretti) arrivati in riva al Savio sono costati zero di cartellino grazie ad alcune circostanze favorevoli (lo svincolo di Bisoli o l’acquisto di Zaro, che non rientrava più nei piani del Modena) o ad equilibrismi dello stesso direttore sportivo, che ha avuto il grande merito di imbastire e chiudere alcune operazioni (Castagnetti su tutte) che non sembravano possibili. Quanto alla creazione di valore, invece, questo sembra ad oggi il punto meno “esplorato” da Fusco, che però può ancora rimediare, avendo con sé i due uomini-tesoretto del Cesena, Jonathan Klinsmann e Cristian Shpendi, il cui prezzo potrà lievitare ulteriormente nel corso della stagione.
Le formule
Nei 45 minuti di presentazione, Fusco pronunciò due frasi che non sono cadute nel vuoto durante l’estate: “Il Cesena non ha bisogno di vendere e nemmeno di svendere” e “Io sono contrario ai prestiti in linea di massima: possono essere una risorsa ma non il modus operandi, cioè un’alternativa e non la linea principale”. A bocce ferme, il direttore sportivo del Cavalluccio ha rispettato quanto dichiarato, con una sola eccezione: se Gomis non si fosse infortunato, probabilmente oggi sarebbe il portiere del Cesena, mentre Klinsmann si troverebbe a Palermo. Ma proprio la mancata cessione dei due uomini-mercato e l’acquisizione di ben 8 giocatori su 12 (più Ferretti) a titolo definitivo certificano la bontà del lavoro dell’avvocato napoletano. I prestiti secchi sono stati solo due (Ciervo e Diao), ma con Sassuolo e Atalanta è stata introdotta una clausola, mentre per Magni e Amoran è stato inserito un diritto di riscatto.
La squadra
Passando alla costruzione della rosa dal punto di vista squisitamente tecnico, tutti i giocatori più apprezzati da Mignani e tutti i giovani (tranne Pieraccini) sono tuttora a disposizione del tecnico, al quale sono stati consegnati finalmente uomini espressamente richiesti come Zaro e Arrigoni o indiscutibilmente funzionali come Bisoli e Castagnetti, che in B non si discutono. In difesa c’è un totem molto stimato dal tecnico, il centrocampo è il reparto migliore per distacco, sugli esterni al momento scorrazza l’acquisto più sorprendente (Ciervo) mentre davanti restano i dubbi più grandi: alle spalle di Shpendi, al quale si consiglia di non prendere neppure un raffreddore (un anno fa l’appello non andò benissimo), ci sono due debuttanti assoluti e un attaccante che viaggia con medie realizzative bassissime in B. Se Fusco riuscirà a vincere una di queste scommesse, il Cesena non avrà problemi. Altrimenti serviranno gol “alternativi” come nel girone di ritorno di un anno fa.
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