«C’eravamo tanto amati per un anno o forse più. C’eravamo poi lasciati, non ricordo come fu...». Versi di un capolavoro della musica italiana del primo dopoguerra che si adattano piuttosto bene al recente rapporto che c’è stato tra il Ravenna e Matteo Sabbadini, ravennate doc il quale domenica, nel giorno della celebrazione del 110° compleanno dei giallorossi, tornerà al Benelli da avversario con il Carpi, che contende alla sua ex squadra punti pesanti in ottica play-off e una bella fetta di terzo posto.
Matteo Sabbadini, che ricordo porta con sé del Ravenna?
«Non conservo un solo ricordo, ma ne ho davvero tanti. Sono partito nel 2014 e subito abbiamo vinto il campionato di Eccellenza. Poi non posso dimenticare la promozione dalla Serie D. Ma anche la delusione della retrocessione dalla C, cose che possono succedere sempre purtroppo nel calcio. Però al Ravenna e alla città di Ravenna, che è la mia città, resto sempre e comunque legato».
Dopo l’esperienza estemporanea a San Benedetto del Tronto, a Carpi ha trovato un ambiente tranquillo in cui lavorare?
«Quella di San Benedetto è stata una buona esperienza anche se solo per tre mesi, poi sono subentrate problematiche societarie che vedo proseguono tuttora ed è finita lì. Carpi è un ambiente tranquillo che ti fa lavorare bene e dove mi sto trovando a mio agio. Naturale che a questo punto speravo in una classifica migliore, ma la concorrenza è tanta e molto ambiziosa a sua volta».
A questo proposito, ad inizio stagione avevate aspirazione di promozione o solo di primi posti?
«Aspirazioni importanti, questo non lo nego, la classifica però non dice bugie arrivati a questo punto. Siamo comunque in ottima posizione e adesso cercheremo di fare più punti possibile per finire in alto e disputare i play-off».
Che partita possiamo aspettarci domenica?
«Una gara da affrontare con la massima concentrazione da parte di tutti, perché saranno in lizza due squadre importanti che hanno grandi potenzialità e che vorranno finire davanti all’altra in classifica».