Calcio, Cesena 25 agosto 1974: la notte in cui Franz Beckenbauer divenne cittadino romagnolo onorario

Calcio
  • 10 gennaio 2024

«Ci piace sempre incontrare le squadre italiane e contiamo di fare buona figura anche da voi. Poi ci sono anche i soldi, fattore non trascurabile...».

Furono queste le prime dichiarazioni di Franz Beckenbauer appena sceso dal DC9 che da Monaco di Baviera era atterrato all’aeroporto Miramare di Rimini. Sono passati 50 anni (era il 25 agosto 1974) dalla mini tournée in Emilia Romagna del Bayern Monaco, capitanato dal “Kaiser” Beckenbauer (morto lunedì a 78 anni), che in quel momento era considerata la squadra più forte al Mondo. Era reduce dalle vittorie in Bundesliga e in Coppa dei Campioni, ma soprattutto forniva l’ossatura alla nazionale tedesca che un mese prima si era laureata campione del Mondo nella finale contro l’Olanda all’Olympiastadion di Monaco di Baviera.

Il Kaiser e il Passatore

In Romagna, il Bayern (con mogli al seguito) si stabilì all’Hotel Linda di Cattolica e quel 25 agosto si trasferì in pullman a Cesena dove in serata (ore 21.30) alla Fiorita l’attendevano i bianconeri di Eugenio Bersellini per una prestigiosa amichevole di lusso. Per monetizzare la loro fama, i tedeschi, benché fosse già iniziato il campionato in patria, avevano organizzato una serie di apparizioni in giro per l’Europa, tra cui appunto le tappe di Cesena e di Bologna, il giorno seguente.

Il cachet (tra ingaggio e spese) chiesto da Beckenbauer e compagni per scendere in campo all’allora Fiorita ammontava a 23 milioni di lire, poco inferiore all’incasso di 25 milioni portato dagli 11.771 paganti, meno del previsto e della media spettatori in campionato del Cesena in Serie A. In ogni caso i campioni tedeschi furono accolti con calorosi festeggiamenti, l’esibizione di bande folkloristiche, gli sbandieratori e con un lancio di palloncini con i colori della Germania. E poi ancora omaggi di prodotti tipici locali, targhe a ricordo dell’evento e l’imposizione del cappellaccio (“e caplazz”) del Passatore a capitan Beckenbauer, da quel momento cittadino romagnolo onorario. Il tutto facendo ritardare l’inizio di quasi 10 minuti.

Liberi moderni

In campo, agli ordini di Paolo Casarin, il capitano dei bianconeri era Pier Luigi Cera che dunque ritrovava da avversario Beckenbauer a quattro anni dal leggendario Italia-Germania 4-3 della semifinale mondiale in Messico. Erano di fronte due grandi giocatori e interpreti del ruolo di libero in modo moderno ed elegante, non più semplice e risoluto battitore ma primo costruttore del gioco. Non a caso entrambi in carriera avevano giocato anche a centrocampo. Se il bavarese era ritenuto il modello in ambito internazionale, il cesenate (dai tempi del Cagliari) era l’esempio a livello italiano, come fu in seguito riconosciuto anche da Gaetano Scirea. Sotto gli occhi del neo Commissario Unico azzurro Fulvio Bernardini (che nell’occasione visionò i bianconeri Orlandi e Danova per l’Italia Under 23) la gara si decise nella ripresa con Durnberger a portare in vantaggio i tedeschi e Festa a pareggiare. Tra i bianconeri di Romagna e i campioni di Germania, d’Europa e del Mondo finì 1-1.

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