Calcio C, quanti guai: l'Imolese rinuncia al ricorso contro il -2 ed è in arrivo un nuovo deferimento

Calcio

«Non è stato depositato»: è il messaggio che sul calar della sera arriva dai vertici dell’Imolese. Niente ricorso contro la sentenza emessa dal Tribunale nazionale federale il 6 aprile, che aveva inflitto alla società rossoblù 2 punti di penalizzazione e 8mila euro di ammenda. Dopo aver studiato le carte per una settimana, i due importanti studi legali di Roma (quelli del professor Pietro Boria, uno dei più importanti giuslavoristi italiani, di Francesco Coppa, che dell’Imolese è anche il presidente) a cui sono affidate le sorti del club hanno probabilmente capito che non c’erano margini. In fondo, il -2 per il ritardato pagamento dei contributi Irpef relativi al periodo gennaio-agosto 2022, che era da saldare perentoriamente entro il 29 dicembre ed è stato pagato due giorni dopo, era difficile da far togliere, mentre è stato ritenuto fosse meglio non andare a “rivedere” l’altro deferimento relativo al ritardato pagamento dell’Irpef del mese di febbraio: si è cioè preferito tenersi un’ammenda di 8mila euro a fronte di una richiesta di un altro -2. E’ però probabile che a fare ricorso contro la sentenza del Tnf possa essere la Procura Federale. Ma lo si scoprirà solo nei prossimi giorni.

Altro deferimento

Procura Federale che intanto si è mossa per richiedere un nuovo deferimento per il ritardato pagamento anche dell’Irpef da versare entro metà marzo. Se fosse accertato un nuovo ritardo, scatterebbe la richiesta per un altro -2. Il Tribunale Nazionale Federale dovrà ora fissare l’udienza entro il 5 maggio: ieri si vociferava di una convocazione lampo per il 26 aprile, ma l’Imolese ha smentito con forza. In ogni caso, pare scontato che i play-out del Girone B possano essere rimandati.

Il disinteresse di Deni per l’Imolese

Intanto, ieri ad Agrigento è stato tempo di conferenza stampa di Giuseppe Deni, che ha parlato «come presidente dell’Akragas. Non sapevo cosa fare fino a pochi giorni fa, poi domenica ho visto 5mila persone allo stadio ed ho fatto una riflessione con me stesso: non me la senso di lasciare l’Akragas, nella mia vita ho sempre fatto cose da vincente, questo voglio fare nell’Akragas. Se ci sono persone di buona volontà, che lo dimostrino: eravamo 4 amici al bar ed abbiamo vinto il campionato, noi facciamo i fatti e non facciamo solo le parole. Io voglio fare i fatti, ho dimostrato di sapere fare i fatti: io sono pronto a costruire un’Akragas che possa essere protagonista anche in Serie D». Parole chiare, che confermano come Deni, dopo le ripetute “azzuffatine” con l’amministrazione comunale agrigentina, resterà al timone del suo amato Gigante. Nel frattempo, qua a centinaia di chilometri a nord dalla Valle dei Templi, c’è l’Imolese che sta giocando per la propria sopravvivenza dentro e fuori dal campo e che non vede da un pezzo colui che, ad oggi, è il suo proprietario. Ma che per l’Imolese mostra ora poco interesse. Anzi, alla luce dei tanti ritardi nei pagamenti, il disinteresse c’era anche nelle settimane passate.

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