REGGIO CALABRIA. È Luigi Catanoso l’arbitro di Reggio Calabria coinvolto nell’inchiesta ‘Penalty’, coordinata dalla procura reggina, su un presunto giro di frodi sportive legate ai campionati di serie minori. Tra gli indagati anche due imprenditori toscani, padre e figlio, che risultano i finanziatori del giro corruttivo, titolati di un’agenzia di scommesse di Sesto Fiorentino (Firenze), anche loro arrestati. Nello specifico, l’associazione utilizzava anche l’attività di raccolta scommesse ubicata in Toscana per veicolare giocate per importi rilevanti sulle gare influenzate dagli episodi corruttivi. L’attività investigativa, condotta dai carabinieri e guardia di finanza ha permesso di raccogliere gravi elementi in ordine all’esistenza di un’associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva, promossa e diretta dall’arbitro della sezione di Reggio Calabria, in modo da indirizzare il risultato finale e farlo convergere verso gli esiti oggetto di scommesse mirate effettuate dai componenti del sodalizio. Anche in seguito alla sua sospensione da parte degli organi di giustizia sportiva che avevano accertato le prime irregolarità, il direttore di gara reggino individuava altri colleghi arbitri, designati per i singoli incontri sportivi, per poi avvicinarli e corromperli, mediante la dazione o la promessa di somme di denaro, che potevano arrivare anche a 10mila euro a partita, sempre affinché questi conducessero una direzione di gara funzionale a far convergere il risultato verso l’esito delle scommesse effettuate dai membri dell’associazione. Il modus operandi era semplice ma efficace: l’arbitro faceva in modo che le partite terminassero con un numero di goal tale da poter garantire il verificarsi del pronostico ‘over’: cioè il superamento di un numero totale di goal per ogni partita. Il direttore di gara riusciva ad ottenere il risultato concedendo un numero importante di rigori, molto spesso inesistenti. Altre volte invece favoriva una delle due squadre, normalmente quella le cui quotazioni permettevano introiti più elevati, espellendo giocatori delle squadre avversarie senza una reale motivazione.
In tutto sono cinque le persone indagate dalla procura di Reggio Calabria, e poste agli arresti domiciliari. Le indagini, eseguite dai carabinieri e dalla guardia di finanza sono partite nel gennaio del 2024, a seguito di una segnalazione dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli relativa ad un flusso anomalo di scommesse su un incontro calcistico della categoria Primavera. L’attività investigativa ha permesso di raccogliere gravi elementi in ordine all’esistenza di un’associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva, promossa e diretta da un arbitro della sezione di Reggio Calabria delle categorie Primavera, Primavera 2 e Serie C, il quale dirigeva l’arbitraggio di diversi incontri calcistici, in modo da indirizzare il risultato finale e farlo convergere verso gli esiti oggetto di scommesse mirate effettuate dai membri del sodalizio.
Le partite oggetto dell’indagine ‘Penalty’, coordinata dalla procura di Reggio Calabria, contro le frodi sportive sono: Benevento-Cesena, categoria primavera; Hellas Verona-Cagliari, under 19; Sassuolo-Verona, under 19. Un tentativo è stato riscontrato nella partita Empoli-Lazio, primavera. La partita del Cesena del gennaio 2024 finì 3-2 per il Benevento, prima sconfitta stagionale dei bianconeri che vinsero poi il campionato. Il risultato fu ribaltato con due gol dei padoni di casa all’88esimo e al 97esimo con il Cesena che contestò l’arbitraggio per un rigore e un’espulsione che lo penalizzarono.
 
  
 