Spezia-Cesena, il portiere che porta punti e un patrimonio da tutelare

Blog
/  A un dato momento

È spuntata in fretta una candidata per il titolo di vittoria più importante del girone d’andata ed è Spezia-Cesena. Per superare il primo momento difficoltà del campionato, ecco tre punti in premio a un gruppo che crede in quello che fa anche negli angoli più bui della partita. Vincere senza Bisoli contro una delle squadre più fisiche del campionato è una stella di merito in più al sabato del Cesena, fiero di un portiere che porta un sacco di punti. Poi c’è l’attacco che per ora è un mondo a parte: Blesa conosce il gioco e alterna grandi idee a grandi gol mangiati, mentre al suo fianco c’è un patrimonio da tutelare.

Cristian Shpendi, appunto. Erano secoli che non si vedeva un attaccante col barometro dell’umore così legato ai gol. A memoria d'uomo, l'ultimo fu Carlo Taldo, altro ragazzo d'oro che quando non segnava si presentava all'allenamento con la faccia che ricordava certi orrendi quadri dei corridoi degli alberghi.

La faccia di Cristian ora è in modalità bravo ragazzo delle scuole medie, quel tipo di scuola dove sei frenato da una certa goffaggine e soffri i compagni bulletti più svegli. Qualcuno ha bei ricordi dei tempi delle medie? Difficile. Come dice l'insegnante-scrittore Enrico Galiano: se hai un bel ricordo delle scuole medie, allora probabilmente hai rovinato la vita a qualcuno.

Resta il tema della gestione di Shpendi, tra le peggiori mai viste, con il rinnovo di dicembre 2024 e l’ingaggio salito fino alle cifre da Serie A di questa stagione. Nello scorso campionato, Cristian fece un girone d’andata in cui la buttava dentro anche quando starnutiva e in dicembre c’era tanto ottimismo per l’inevitabile asta che si sarebbe scatenata. Ci sono momenti in cui un dirigente deve pensare al peggio: un diesse vicecampione del mondo come Pier Luigi Cera era talmente pessimista e umile che ti convinceva che tutto andava malissimo, da vero venditore, mentre il Cesena in questo caso è stato troppo ottimista. Non si dovevano soffrire in questo modo le normali oscillazioni di un ragazzo di 22 anni e invece è quello che sta accadendo.
Il percorso contrattuale di Shpendi non c’entra nulla con la storia del Cesena. È il giocatore più pagato ed è una anomalia: non è successo per eccellenze assolute come il primo Massimo Agostini e nemmeno per Ruggiero Rizzitelli o Alessandro Bianchi; idem per Gianni Comandini, figurarsi per Nicola Pozzi o Stefano Sensi. Il più pagato del Cesena deve essere chi è al top della carriera, non chi deve arrivarci.

In casi come questi, va distinta la vita reale dalla vita sportiva. La vita reale dice che hai ottenuto presto un ottimo ingaggio. La vita sportiva dice che ti sta creando problemi a livello emotivo, tecnico e commerciale (il range dei pretendenti si è ridotto).

Il risultato è che siamo di fronte a un ragazzo sensibile che sente il peso di un ingaggio importante: vuole fare di tutto per dimostrare di meritarlo, invece è un pianoforte sulle spalle per chi vorrebbe solo fare gol. Non ha perso la fame (le occasioni le ha quasi sempre), ha perso la dimensione di quello che è.

Ha ancora tutto il tempo del mondo per riemergere, ora ha solo bisogno di sentire le parole giuste che lo tengano sereno. Parole chiare e senza fraintendimenti, come insegna un memorabile sketch di Ale e Franz, dove Ale è pieno di cerotti e dice: «Mi hanno invitato a cena per un risotto, la ricetta diceva un pugno a testa ed è scoppiata una rissa della miseria». La replica di Franz: «A te è andata ancora bene, ieri sera a casa mia volevano fare il castrato».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui