Padova-Cesena 1-1 è un pratico segnalibro per non perdere il filo del romanzo che stiamo leggendo. La Serie B che campeggia sul comodino del Cesena è piena di partite decise da sfumature, dove il confine tra vittoria e acidità di stomaco è davvero sottile. Lo aveva fatto capire per tempo il pareggio contro una gagliarda Entella, altra squadra che fece 1-1 nel finale, raccogliendo i frutti di un campionato che sa premiare chi ha la forza di non mollare. Ieri si è visto pure il primo mezzo passaggio a vuoto di Klinsmann, la sfumatura decisiva contro il Modena. A proposito: il Cesena viene da 4 punti nelle ultime due uscite e ne ha guadagnati 4 secchi proprio sul Modena, con una classifica di una bellezza stordente (terzo posto solitario, da baciarsi i gomiti).
Il tutto in una serie di partite di fine autunno che stanno facendo chiarezza su quello che si può cercare a gennaio. Mignani merita un aumento della profondità della rosa: ieri il giro dei cambi è stato migliorativo, ma c’erano i titolari in panchina (Berti, Blesa), quindi non vale. In particolare, in attacco serve qualcosa per dare sapore a una squadra ricca di senso del gioco ma povera di senso del gol. Ci sono i cross di Ciervo e Frabotta che meritano di fare una fine migliore rispetto a quella attuale, con un parco punte che ha poca presenza di testa. Per rinforzare l’attacco, la scelta è tra un totem d’area o una freccia tecnica per accendere del tutto Shpendi; oppure ci sarebbe una terza via: si prova l’all-in per restare in altissimo e si prendono due punte. Scelte da intenditori, insomma. Al netto della pazienza fin qui vana per Olivieri e Diao, c’è un direttore come Fusco reduce da un’estate in cui ci ha preso quasi in tutto, quindi merita un’attesa fiduciosa.
In tema di guizzi da intenditore, il Cesena tanti anni fa aveva il migliore osservatore d’Italia, il problema è che lo fece allenare. Paolo Ciapina Ferrario ebbe una parentesi infelice nella C1 2000-2001, subentrando a Tazzioli per poi venire esonerato in corsa pochi mesi dopo per De Vecchi. A sua parziale scusante, quello era un Cesena che faceva spavento e Ferrario in panchina non riuscì a dare nulla, anche se i giocatori li conosceva davvero. Per esempio, mentre ci si avvicinava al mercato di riparazione, anche allora il Cesena cercava una punta e Ciapina fece due nomi a modo suo: “Il ragazzino basso della Rondinella e la bestia del Siena. Sarebbero da prendere subito”. Il ragazzino basso era il ventenne Francesco Tavano, la bestia era il 22enne Simone Tiribocchi: tutta gente che si sarebbe stancata di fare gol in ogni categoria.
In quel tristissimo Cesena di C1, le conferenze stampa pre-partita di Ferrario avvenivano in piedi davanti all’ingresso degli spogliatoi, con Ciapina che parlava mentre il magazziniere Ugo Angeli caricava le ceste delle divise da lavare sul pulmino. Ugo era un battutista micidiale, provvidenziale per alleviare la malinconia di un campionato orrendo. In un sabato di inizio gennaio, incupito da giocatori che mal sopportava, Ferrario si mise a parlare di mercato e ad un certo punto disse: “Cerchiamo della qualità”. E poi aggiunse gonfiando il petto: “A Cesena non c’è posto per i giocatori scarsi”. Alle sue spalle passò Ugo con una cesta di mutande, pronto a puntualizzare: “Non c’è posto anche perché saremmo già pieni. Come giocatori scarsi siamo al completo”.
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