L’idea vincente del Cesena: arredare con cura il parco giochi di Berti

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Ricorderemo Cesena-Carrarese come la partita tra due squadre che funzionano. Due squadre bene allenate e costruite secondo logica, con il Cesena salito di un gradino importante: l’impressione è che quest’anno giochi al servizio dei giocatori forti e non più al servizio di chi alza la voce.

Zaro per Prestia, Castagnetti per Calò: due cambi di arredamento decisivi per preparare il parco giochi di Berti, quello che l’anno scorso non poteva giocare mezzala in B. Ora ci sono tre difensori che si fidano della loro corsa e dicono a Berti: “Vai dove vuoi e fai quello che vuoi, basta che lo fai bene”. Prestia aveva altre caratteristiche: nel corpo a corpo con la punta, la riduceva a un insaccato, ma chiedeva più protezione al centrocampo: applaudiva i facchini e mal tollerava i pittori. Zaro ha un dinamismo diverso e non chiede a Berti di passare la vita nella metà campo difensiva e anche il centrocampo è apparecchiato a protezione dei piedi con più talento. Nello scorso campionato pesava l’irrisolto equivoco della coppia Calò-Bastoni: mica due bidoni, ma incompatibili. In fondo anche Alberto Tomba e Michelle Hunziker sono due eccellenze nel loro lavoro, ma li misero insieme a fare i protagonisti di un film poliziesco tuttora catalogato tra le minacce per l’umanità (per chi se la sente, il film si intitola “Alex l’ariete”, anno 2000).

Nella scorsa stagione, per mesi abbiamo visto i centrocampisti soffriggere nell’emotività in campo, quasi che si chiedessero: “Oddio cos’è questo?”. Il problema è che era il pallone. Quest’anno c’è un’impalcatura diversa e una dimensione più adulta: resta da affinare la fase di impostazione di Francesconi, che però ha grandi margini di miglioramento, ha la testa giusta per attaccare questi margini e pure un esempio eccellente al suo fianco. Se sta bene, Castagnetti è quello che Massimo Gadda era a suo tempo in C, il caporeparto migliore della categoria, quello che fa giocare meglio i compagni.

In tema di margini di miglioramento, per cavalcare una classifica bella e meritata, servirà un ultimo cambio di passo dal reparto punte. Shpendi si conferma un umorale attaccante da striscia. Fino a due settimane fa, guardavi Cristian e pensavi a una immortale massima di Ballo dei Lunapop, ovvero l’ex spalla di Cesare Cremonini (“ero molto giù e dovevo avere un aspetto orrendo, camminavo in piazza e i piccioni mi tiravano il pane”). Ora che Cristian si è sbloccato ed è su di morale, quando si mette in moto ti devasta a suon di corse.

Gli altri attaccanti sono tutti un cantiere aperto e non sai mai prima quello che ti possono dare. Blesa ha dei colpi da centrini di pizzo alla Marco Barollo (se ricordate Barollo, siete dei buongustai ma restate umili, perché avete pure una certa età), Olivieri sembra alla perenne ricerca della forma, mentre Diao ha della brace che arde sotto il tappeto, ma il tappeto per ora la copre bene. Il risultato è che c’è una squadra piena di giocatori che possono solo crescere, mentre è seconda in classifica con 20 punti in 10 partite. Serve altro per ragionare seriamente sui rinnovi di Fusco e Mignani, oppure aspettiamo l’uscita di “Alex l’ariete 2” in tutti i peggiori cinema?

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