Il Cesena, le certezze in attacco e il valore della memoria
Alla fine del girone d’andata, dopo 19 giornate le prime tre squadre hanno oltre il 50 per cento di vittorie (Sassuolo 13, Pisa 12, Spezia 10). Alle spalle dei cannibali ecco la Cremonese quarta in classifica (valore rosa 33 milioni abbondanti) e poi due neopromosse al quinto e al sesto posto: Juve Stabia e Cesena.
Cosa sono i 25 punti del Cesena? Un ottimo bottino che sta prendendo polvere. Nella B 2023-2024 la salvezza diretta fu a 44 punti (lo Spezia finì 15°), ma fu un campionato dai ritmi diversi. Un anno fa il Lecco mollò subito e la Feralpi si mise a ruota, quest’anno la vittoria del Cittadella a Bolzano certifica che sono ancora tutte vive. Visto che la classifica è la cosa più importante, il girone d’andata di Mignani è senza dubbio positivo e i 25 punti permettono di guardare con più serenità ai difetti da correggere. Detto della carenza di personalità, Cesena-Cremonese ha ribadito che senza Shpendi l’attacco non ha gol nei piedi e con Van Hooijdonk non li ha nemmeno nella testa.
Shpendi e Van Hooijdonk, la storia di due certezze. Entrambi a loro modo hanno avuto una coerente costanza di rendimento: per tutto il girone d’andata Shpendi è stato la sicurezza di avere sempre tanto, Van Hooijdonk la condanna a non avere mai nulla. E gli altri uomini d’attacco? Con gli altri tre si lanciano i dadi, perché alla palla al centro non sai mai cosa possono dare Antonucci, Tavsan e Kargbo, sospesi tra partitoni e invisibilità senza mezze misure. Riassumendo: Van Hooijdonk non c’è mai e gli altri tre, boh, chissà, speriamo. Un carico di dubbi eccessivo per il campionato che deve fare il Cesena. Era giusto partire con alcune scommesse puntando a vincerle, ma la somma di un giocatore a impatto zero e tre supremi incostanti fa un rischio troppo grosso per chi deve salvarsi.
Tra i confermati dalla C che si sta sbattendo per essere da B, ieri è stato premiato Manolo Adamo per le sue 100 presenze. La top ten dei più presenti del Cesena ha una caratteristica più unica che rara: al quarto posto c’è Gianluca Leoni con 297 presenze e al settimo posto con 252 c’è il padre Leonello Leoni, che ci ha lasciati lo scorso 19 luglio a 86 anni. Nella classifica del Milan, Paolo Maldini è primo e il padre Cesare è 12° e la famiglia Maldini è giustamente nell’empireo del calcio romantico, un’isola in un mare di lavanderie a gettone di giocatori che cambiano maglia ogni 6 mesi. La famiglia Leoni invece non ha mai avuto un riconoscimento dal Cesena, nemmeno con la serie “Leggende bianconere”, a riprova che per una volta nel coltivare un concetto abusato come il senso di appartenenza c’è stato un vuoto di memoria. Ci sarà tempo per rimediare, perché in fondo su certi valori qui non si transige da sempre. Per esempio, fu di spessore nell’estate del 1999 un confronto sul successore in panchina di Alberto Cavasin tra il presidente Edmeo Lugaresi e l’allora team manager Piero Gherl. Si era nel pieno del duello zona-uomo tra gli allenatori e il pres era uno storico seguace della marcatura a uomo. Di qui i fondati dubbi di Gherl.
“Presidente, ma è sicuro di prendere Walter Nicoletti? Dicono che sia un gran zonaiolo”.
“Ma quale gran zonaiolo, Walter ha due figli, è una persona seria, un bravo ragazzo. A un dato momento, non diciamo sciocchezze”.