Il Cesena, la rosa profonda e l’allenatore che guardava il cielo e poi sceglieva la formazione

Due belle idee di gioco a confronto, poi quando è toccato ai colpi dei singoli, si è capito perché ora la classifica dice solo la verità. Il percorso della clamorosa rivincita che si sta prendendo Toscano passa da una vastità di scelte che prima si sognava: un anno fa si girava verso la panchina per i cambi e vedeva a turno Bianchi, Mustacchio, Udoh e Ferrante, gente aspettata invano per mesi. Ieri ha messo in corsa Silvestri e Kargbo quando stava 1-1, poi una volta in vantaggio ha piazzato il cemento con Varone, Ciofi e Francesconi: nessun panchinaro ha sprecato un minuto in campo.

Quando la rosa è profonda, spesso l’allenatore fa bella figura quando deve scegliere, ma non è sempre successo. Tanti anni fa un tecnico andò in difficoltà e propose il primo e unico ballottaggio meteorologico della storia.

Domenica 4 ottobre 1992 si gioca Cesena-Modena. Il Cesena è in ritiro all’hotel Abner’s di Riccione e al mattino alle 11 c’è la riunione tecnica di Gaetano Salvemini per annunciare la formazione. Con Davor Jozic infortunato, c’è da scegliere il libero tra Costanzio Barcella e Filippo Medri. E Salvemini annuncia: “Ragazzi, dipende dal tempo: se piove gioca Barcella, se non piove gioca Medri”. Gelo in sala e per fortuna nessuno lo disse ad alta voce, altrimenti c’era il rischio di una escalation di Salvemini (“Il gelo? Che ne so, se il campo gela, il libero lo farà Marin”).

Ora, a 30 anni e passa di distanza, la domanda resta la stessa: come è possibile che abbia detto una cosa del genere? Forse in passato gli avevano riferito: “Medri è bravo, su questo non ci piove” e Salvemini aveva preso tutto alla lettera. In caso di acqua, Pippo Medri andava protetto come il sale di Cervia.

Tra l’altro la riunione tecnica c’è alle 11, la partita inizia alle 15 e grosse nuvole nere riempiono il cielo. In questo intervallo di tempo, difensori abituati a studiare i centravanti avversari, si mettono a studiare le previsioni del tempo, ma siamo nel 1992 e si fa quello che consente l'epoca, quindi si va dai quotidiani al Televideo, fino al colonnello Bernacca che racconta il meteo su Raiuno. Se a tiro ci fosse un nonno a cui fa sempre male il ginocchio quando piove, si potrebbe consultare lui, ma nell'hotel non ce n’è traccia. Per il 21enne Medri tra l’altro sarebbe pure il debutto in B e nel tragitto in pullman verso il Manuzzi guarda il cielo con una certa ansia.

Ore 14: non piove e Salvemini nello spogliatoio del Manuzzi annuncia: “Il libero lo fa Medri”.

Il problema è che due minuti dopo si avvicina Vittorio Casali, che non sa come dirglielo, ma alla fine prende coraggio e glielo dice: “Mister, fuori inizia a piovere”.

“Ah. Allora nel dubbio mando a scaldare anche Barcella”.

Poi alla fine debuttò Medri, che incurante di una pioggerellina leggera fece pienamente il suo per aiutare il Cesena a vincere (1-0, Hubner).

Avete presente gli allenatori che dicono: “Non conta l'avversario, conta quello che facciamo noi?”. Ecco, Salvemini era il contrario. Due settimane dopo, al Manuzzi arriva la Lucchese di Orrico, che non ha un assetto base in attacco grazie a tre punte intercambiabili (Paci, Rastelli e Simonetta). Riunione tecnica atto secondo.

“Allora ragazzi: la formazione dipende da come parte la Lucchese in attacco”.

Un lungo respiro, poi le sentenze.

“Se loro davanti giocano con Paci e Rastelli, noi in difesa partiamo con Scugugia, Barcella e Marin; se invece giocano Paci e Simonetta, allora noi mettiamo Destro, Barcella e Marin; ma se giocano Rastelli e Simonetta, in difesa iniziamo con Scugugia, Medri e Marin. Chiaro per tutti vero? Ora basta che non voglio mettervi troppe cose in testa”. Nessuno dei giocatori disse nulla, mentre montava il mal di mare, il soffitto si muoveva, le sedie si incrociavano e avevano le facce di Paci e Rastelli. Nessuno disse nulla e alla fine vinsero pure 3-1 (doppio Hubner, rigore di Lerda). Quel Cesena era una squadra di supereroi e non ce ne eravamo accorti.

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