Il Cesena, la battaglia di Arezzo e l’antennista di emergenza

Blog
/  A un dato momento

Ad un certo punto del primo tempo, Cesena e Arezzo hanno iniziato a darsi così tante botte che è andato via il segnale della tv ed è sorto il dubbio che Sky stesse meditando il passaggio dai canali del calcio a quelli del wrestling. Sta di fatto che alla fine ha vinto ancora Toscano, in ottima forma in cambi che in quel momento avrebbe fatto solo lui. Le storie delle prime giornate dicono che quando il Cesena capisce di non essere nella fetta giusta di gara per fare gol, si mette all’ombra della veranda di Prestia e decide che Pisseri non deve parare. Non potrà farlo con tutti, però con le squadre di medio-bassa classifica ci sta riuscendo, sfruttando la profondità della rosa. Ogunseye si è fatto male nel pieno di un figurone, ma nel frattempo segnano tutti e nessuno se ne accorge. Ieri tra mediana e trequarti hanno giocato De Rose, Varone, Berti, Bumbu, Francesconi e Chiarello, con Saber settima scelta rimasto in panchina. Meno florida la dispensa sulle fasce e ieri si è visto, con qualche spiffero chiuso dai tre tenori in difesa, con la sera di Arezzo che ha detto che il Cesena sa vincere anche facendo battaglia.

Ora, a proposito di segnale tv che viene e che va. Il problema è che qui si torna sempre a lui, ma la storia resta clamorosa e uno dei giornalisti più vicini a Edmeo Lugaresi non riesce a raccontarla senza piangere dalle risate. Dunque.

Stagione 1998-’99, il Cesena di Benedetti è appena tornato in B e debutta con un duro impegno in casa del Brescia di Hubner. La prima giornata si gioca domenica 6 settembre 1998: finita la parentesi in C1, tornano le dirette su Tele+ e Lugaresi decide di guardarsela a casa, fiero di un nuovo abbonamento che attiva uno di quei decoder dell’epoca, grandi mezza cassapanca.

Pochi minuti alla palla al centro, poltrona, telecomando, ci siamo. Niente da fare, non si vede niente. Lugaresi reagisce come prevedibile, ovvero va completamente fuori di testa, prende il cellulare e telefona urlando alla prima persona che gli viene in mente. Adriano Galliani.

«Pronto?».

«Adrianoooo!!».

«Pronto, chi parla?».

«Adrianoooo!!!!».

«Pronto? Ma chi è?».

«Adrianooo!!! An veg un caz! Sono Edmeo!».

«Oh, Edmeo, ma cosa succede?».

Galliani nell’occasione fu un vero signore, anche se sul momento si fece la domanda che tutti si sono fatti. Ovvero: perché Lugaresi che non vede Tele+ chiama Adriano Galliani? Due le ipotesi al vaglio: 1) Lugaresi cercava “Antennista” e nella foga ha scelto “Adriano”, il nome precedente nella rubrica del telefono. 2) Ipotesi più verosimile: Lugaresi ha sempre identificato in Berlusconi il referente di qualsiasi canale televisivo diverso dalla Rai, quindi salta ogni passaggio intermedio rivolgendosi al suo numero 2, di cui tra l’altro è grande amico. E Galliani nell’occasione è di una cortesia encomiabile e lotta come un leone per risolvere il problema («il cavo del satellite è collegato?», «hai provato a spegnere e riaccendere?», «la scheda nel decoder è inserita bene?»).

Dopo mezzora abbondante, mentre il primo tempo di Brescia ormai se ne stava andando, ecco la soluzione del caso: il decoder di Tele+ era sempre rimasto spento, il pres stava digitando i canali col telecomando del televisore. Ringraziò Galliani e riuscì a collegarsi per l’inizio del secondo tempo: stava ancora 0-0, poi la partita finì 3-0 per il Brescia, padrone del campo nella ripresa e a segno due volte con Hubner e un autogol di Parlato. E a chi il lunedì mattina gli chiedeva un commento alla partita, Lugaresi rispondeva: «I m’a dèt ch’avem zughì ben in te prèm temp. Me ò vèst e sgònd, avem fat schif». (Traduzione per i non romagnoli: «Mi hanno parlato di un buon approccio alla gara, ma io ho visto solo la ripresa e direi che i valori superiori del Brescia hanno approfittato di un nostro calo evidente»).

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui